Come calmare un malato di demenza senile

Calmare Un Malato Di Demenza Senile

Il ruolo di caregiver comporta un grande impegno quotidiano, particolarmente gravoso quando si tratta di assistere pazienti affetti da disturbi cognitivi. In effetti, non è affatto semplice gestire i sintomi, fisici e psichici, e ancor meno lo è calmare un malato di demenza senile

Com’è tristemente noto, le persone affette da condizioni croniche e degenerative – Morbo di Parkinson, Morbo di Alzheimer, demenza vascolare, demenza frontotemporale, malattia a corpi di Lewy, malattia di Huntington, ecc… – tendono a perdere in maniera progressiva la propria autonomia, accompagnando il decadimento fisiologico a disturbi del comportamento difficili da gestire. 

Pensiamo, ad esempio, al delirium, agli scatti di ira, all’aggressività, all’agitazione, alla perdita delle inibizioni e del controllo degli impulsi, al fenomeno del wandering, che rendono l’assistenza davvero complessa

Vediamo insieme come calmare un malato di demenza senile, quando si manifestano comportamenti disagevoli e potenzialmente pericolosi. 

Disturbi comportamentali o sintomi non cognitivi della demenza

Quando parliamo di calmare un malato di demenza senile ci riferiamo, come accennato, a tutto ciò che rientra nella categoria dei disturbi comportamentali o sintomi non congnitivi della demenza

Quali sono questi disturbi? 

  • aggressività, verbale e/o fisica;
  • vagabondaggio o wandering;
  • agitazione psicomotoria;
  • delirio;
  • allucinazioni. 

Ognuno di questi sintomi non cognitivi richiede un approccio differente, che può variare molto anche a seconda dell’intensità del disturbo manifestato. 

Vediamo insieme come procedere. 

Strategie utili per calmare un malato di demenza senile

Affrontare l’aggressività e gli altri disturbi del comportamento nei pazienti affetti da demenza richiede un approccio delicato e comprensivo, che tenga conto della situazione specifica e del contesto. 

Ecco alcune strategie utili per calmare un malato di demenza senile, che possono funzionare con i vari sintomi summenzionati:

  • mantenere la calma: di fronte a un comportamento aggressivo o inopportuno, è importante rimanere calmi e controllati. Una risposta tranquilla può aiutare a evitare di alimentare ulteriormente l’aggressività;
  • identificare le cause sottostanti: cercare di capire cosa possa aver scatenato il sintomo. Potrebbe essere legata a un disagio fisico, a una frustrazione o a una situazione stressante. Identificare la causa sottostante può aiutare a prevenire futuri episodi;
  • offrire un ambiente rassicurante: creare un ambiente sicuro e familiare può aiutare a ridurre l’ansia e la confusione. Ridurre al minimo le situazioni stressanti e mantenere una routine regolare può contribuire a stabilizzare l’umore del paziente;
  • utilizzare la distrazione: in situazioni di potenziale conflitto, la distrazione può essere un’utile strategia per deviare l’attenzione del paziente su qualcosa di piacevole o rilassante;
  • comunicazione non verbale: utilizzare il linguaggio del corpo e il contatto fisico in modo non minaccioso può aiutare a trasmettere calma e supporto emotivo al paziente;
  • evitare le situazioni che possono scatenare i disturbi: conoscere i trigger specifici che possono scatenare l’aggressività o gli altri sintomi può aiutare a evitare o mitigare tali situazioni;
  • sicurezza dell’ambiente: assicurarsi che l’ambiente in cui vive il paziente sia sicuro e protetto, limitando l’accesso a aree pericolose come scale, balconi o luoghi pubblici non sicuri. L’installazione di dispositivi di sicurezza come allarmi o serrature di sicurezza può essere utile per prevenire il vagabondaggio non supervisionato;
  • monitoraggio costante: mantenere una sorveglianza costante sul paziente attraverso l’uso di tecnologie di monitoraggio, come telecamere di sicurezza, sensori di movimento o sistemi di localizzazione GPS. Questi strumenti possono aiutare a individuare rapidamente la posizione del paziente nel caso in cui si allontani;
  • identificazione: assicurarsi che il paziente abbia sempre addosso un’identificazione con informazioni cruciali, come il nome, l’indirizzo e il numero di contatto di un caregiver o un familiare;
  • coinvolgere in attività significative: offrire al paziente attività stimolanti e significative durante il giorno può aiutare a ridurre l’ansia e l’agitazione. Attività come l’arte, la musica e l’esercizio fisico leggero possono contribuire a mantenere il paziente impegnato e concentrato;
  • creare una routine strutturata: mantenere una routine regolare per quanto riguarda i pasti, il sonno e le attività quotidiane può aiutare a fornire una sensazione di sicurezza e prevedibilità per il paziente;
  • coinvolgere la famiglia e la comunità: informare i vicini, i familiari e gli amici del paziente sulla sua tendenza al vagabondaggio o all’aggressività può aiutare a creare una rete di supporto più ampia per monitorare la sua sicurezza e prevenire potenziali rischi;
  • utilizzare la terapia non farmacologica: la terapia non farmacologica, come la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia musicale, la terapia occupazionale e la pet therapy, può essere utile nel gestire l’agitazione e promuovere un senso di calma e benessere;
  • supporto emotivo: mostrare comprensione, pazienza e empatia nei confronti del paziente può contribuire a stabilizzare l’umore e ridurre l’agitazione. Una comunicazione calma e rassicurante può aiutare a trasmettere un senso di sicurezza e tranquillità;
  • consultare un medico: in casi più gravi, potrebbe essere necessario consultare un medico specializzato in demenza per valutare l’opportunità di modificare la terapia farmacologica o esplorare altre opzioni di gestione del comportamento.

È importante lavorare a stretto contatto con un team medico e adottare un approccio personalizzato per calmare un malato di demenza senile, tenendo conto delle esigenze individuali del paziente e fornendo un ambiente di cura sicuro e rassicurante.

Bibliografia

Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.

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