In un precedente articolo abbiamo elencato i sintomi della depressione, segnalando anche i principali segnali da tenere sotto controllo. Vediamo, ora, quali sono le cause della depressione, soffermandoci, ovviamente, sulle principali.
Purtroppo, quando si parla di depressione, l’utente medio tende ad associare quella che è, a tutti gli effetti, una patologia anche grave, con uno stato d’animo.
In realtà, per quanto lo stato d’animo influisca sulla condizione depressiva, non si può ridurre il tutto ad una analisi così superficiale.
Approfondiamo insieme le cause della depressione, quelle che, in gergo tecnico, vengono definite le ipotesi eziopatogenetiche.
Cause della depressione
Le cause della depressione sono molteplici, e si dipanano attraverso un intricato intreccio di variabili. Ma a cosa è dovuta la depressione? Tipicamente le cause vengono categorizzate in tre ampie sfere, che includono:
- fattori genetici, i quali piantano le basi della predisposizione ereditaria alla malinconia;
- fattori neurobiologici, che svelano gli intricati equilibri chimici e le strutture cerebrali coinvolte;
- fattori ambientali, intrecciati con gli eventi stressanti e le dinamiche relazionali della vita quotidiana.
Aggiungendo ulteriore complessità al panorama delle influenze depressive, emerge un quarto dominio di considerazione, che abbraccia i tratti caratteriali unici di un individuo e i modelli di vita che esso adotta.
La personalità di ciascun individuo, con le sue sfumature introspettive o socievoli, può giocare un ruolo determinante nella vulnerabilità alla depressione. Simultaneamente, gli stili di vita, come le scelte alimentari, l’attività fisica e i cicli sonno-veglia, tessono un filo che collega la salute mentale all’approccio complessivo alla vita.
In sintesi, l’origine della depressione è un affascinante intreccio di ereditarietà genetica, delicatezza neurobiologica, impatti ambientali e l’unicità di tratti individuali e scelte di vita. Esplorare queste connessioni intricate è fondamentale per sviluppare strategie di comprensione e intervento più approfondite e personalizzate.
1. Fattori genetici
In che modo i fattori genetici rientrano nelle cause della depressione in un soggetto? Su questo tema si dibatte da decenni ormai, e molte tesi sono state elaborate in merito.
Volendo semplificare al massimo, possiamo dire che la familiarità con la depressione – ovvero la presenza, in famiglia, di un consanguineo affetto da depressione – rappresenta un importante fattore di rischio.
Si tratta di una ipotesi molto complessa da analizzare, perché è difficile separare in modo certo i fattori genetici, che hanno senza dubbio un impatto, dai fattori ambientali ad esempio.
In effetti, la familiarità potrebbe interagire con fattori esterni, ad esempio un lutto, e favorire la comparsa di sintomi associati alla depressione che, magari, in assenza di questo evento, non si sarebbe presentati.
In tal senso sono molto interessanti alcuni studi effettuati sui gemelli monozigoti, cresciuti, però, in ambienti separati e distinti.
Nei gemelli monozigoti, se uno dei due è affetto da depressione, l’altro avrà la probabilità di ammalarsi del 40%, mentre nei gemelli dizigoti è del 5-10%.
Ne consegue una vulnerabilità genetica che può emergere in seguito all’azione di fattori ambientali sfavorevoli come:
- famiglia: la dinamica familiare, le esperienze condivise e le relazioni all’interno della famiglia possono agire come catalizzatori nello sviluppo della depressione, interagendo con la predisposizione genetica;
- affetti: le relazioni affettive e le interazioni sociali giocano un ruolo chiave nel modellare il benessere mentale. L’influenza di legami emotivi può amplificare o mitigare gli effetti della predisposizione genetica alla depressione;
- situazioni negative di vario genere: eventi avversi, come traumi o stress prolungato, rappresentano un terreno fertile per l’espressione dei tratti genetici legati alla depressione, contribuendo alla manifestazione di uno stato depressivo.
Questo dovrebbe, in parte, dimostrare l’incidenza dei fattori genetici sulla presenza di uno stato depressivo.
Altri studi, poi, hanno individuato delle possibili anomalie cromosomiche tali da favorire una condizione depressiva nei soggetti, presente in prevalenza ad esempio nelle donne e, in termini di familiarità, si è registrata una frequenza elevata di trasmissione madre-figlio, mentre risulta molto rara quella padre-figlio.
Infine, risulta molto frequente, nei casi depressione causata da fattori genetici, una sua manifestazione precoce, prima dei 30 anni, periodo in cui invece risulta più frequente in termini generali.
2. Fattori neurobiologici
Tra le cause accertate della depressione sono da individuare i fattori neurobiologici, ovvero alterazioni al Sistema Nervoso Centrale o ad alcuni neurotrasmettitori.
In particolare, si è evidenziata una particolare carenza delle cosiddette monoamine, neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione di alcuni processi, come le emozioni e la memoria.
Le monoamine più note, e solitamente prese in considerazione quando si parla di depressione, sono la dopamina, la serotonina e la noradrenalina.
- Dopamina: è un neurotrasmettitore modulatore, importante nella regolazione del movimento, nei processi cognitivi come attenzione, memoria di lavoro e comportamento motivazionale;
- Serotonina: nel sistema nervoso centrale è coinvolta in comportamenti complessi come umore, appetito, sonno, cognizione, percezione, attività motoria, regolazione della temperatura, controllo del dolore, comportamento sessuale e secrezione di ormoni;
- Noradrenalina: agisce sul sistema nervoso simpatico, ed è coinvolta nella mediazione di effetti cardiovascolari, eccitazione, concentrazione, attenzione, apprendimento e memoria.
Un’alterazione nella produzione di questi neurotrasmettitori può causare la depressione.
I farmaci e gli integratori/nutraceutici agiscono proprio su questo, per favorire la produzione di monoamine e regolarne la presenza nel nostro organismo.
Oltre alle complesse alterazioni del sistema nervoso centrale (SNC) e degli intricati meccanismi di produzione di neurotrasmettitori e recettori, l’ampia sfera dei fattori neurobiologici contempla una varietà di elementi che contribuiscono al complesso quadro della depressione. Tra questi:
- invecchiamento: il susseguirsi del tempo può influenzare il funzionamento neurobiologico, creando condizioni che rendono alcuni individui più suscettibili allo sviluppo della depressione;
- genere: le differenze di genere giocano un ruolo significativo nei meccanismi neurobiologici associati alla depressione, con variazioni ormonali e biologiche che possono manifestarsi in modo differenziato tra uomini e donne;
- fattori perinatali: l’esperienza pre e postnatale può avere un impatto duraturo sul sistema neurobiologico, influenzando la vulnerabilità alla depressione in diverse fasi della vita;
- endocrinopatie: disturbi endocrini, ad esempio quelli che coinvolgono la tiroide, possono provocare squilibri ormonali che, a loro volta, possono contribuire alla comparsa della depressione;
- periodo post partum: il post partum rappresenta una fase critica, caratterizzata da cambiamenti ormonali e emotivi che possono aumentare il rischio di depressione nelle neo-mamme;
- abuso di sostanze: l’abuso di sostanze, come alcol o droghe, può interferire con i processi neurobiologici, innescando o aggravando la depressione.
3. Fattori ambientali
Quando si parla di fattori ambientali si fa riferimento a tutti quei condizionamenti esterni, quindi non fisici/biologici/neurologici, tali da influenzare il nostro umore e il nostro comportamento.
Cosa vuol dire? Semplificando ulteriormente, i fattori ambientali che contribuiscono al complesso panorama della depressione sono intrinsecamente intrecciati con le dinamiche della nostra vita quotidiana e la nostra condizione socio-economica. Questa vasta gamma di influenze può scatenare sintomi associati alla depressione e comprende:
- infanzia difficile: le esperienze traumatiche o sfavorevoli durante l’infanzia possono incidere profondamente sulla salute mentale e aumentare la vulnerabilità alla depressione in età adulta;
- lutti: la perdita di una persona cara può innescare processi di lutto che, se non gestiti adeguatamente, possono contribuire allo sviluppo della depressione.
- cambiamenti nella vita: eventi significativi come il matrimonio, il divorzio o un cambio di lavoro possono rappresentare sfide emotive e adattative, aumentando il rischio di disturbi depressivi;
- malattie: la presenza di malattie fisiche può avere un impatto psicologico significativo, contribuendo alla comparsa di sintomi depressivi;
- isolamento sociale: la mancanza di connessioni sociali e il sentimento di isolamento possono agire come potenti trigger per la depressione;
- isolamento affettivo: la mancanza di sostegno e di relazioni affettive significative può incidere negativamente sulla salute mentale, favorendo la comparsa di sintomi depressivi.
- disoccupazione: l’instabilità lavorativa e la perdita di impiego possono generare stress economico e emotivo, aumentando la suscettibilità alla depressione.
- pensionamento: il passaggio alla fase di pensionamento può comportare cambiamenti significativi nella routine e nelle relazioni, potenzialmente influendo sul benessere mentale.
In questo modo, la comprensione delle cause della depressione si arricchisce, sottolineando la complessità delle interazioni tra la vita quotidiana e la salute mentale.
L’importanza dei tratti caratteriali e dello stile di vita
Abbiamo elencato, fino ad ora, le 3 principali categorie di fattori che possono causare la depressione, ma c’è da aggiungere il ruolo che ricoprono i tratti caratteriali e lo stile di vita.
In effetti, se ci pensi, non tutti affrontano la vita nello stesso modo.
Per fare un esempio semplice, alcuni individui piombano nella disperazione e nella depressione in seguito ad un lutto, un licenziamento o una separazione amorosa, mentre altri sono invece in grado di affrontarla con uno spirito propositivo.
Un altro esempio utile riguarda, appunto, lo stile di vita.
In effetti, se un soggetto presenta una condizione di familiarità con la depressione, ma vive una vita sana e felice, potrebbe non sperimentare i sintomi della malattia.
Di converso, un soggetto che non ha fattori genetici che incombono, ma vive una vita sregolata, dedicata all’abuso di sostanze, potrebbe soffrire di depressione.
Come vedi, il modo in cui si vive e affronta la vita può favorire o scongiurare la comparsa del disturbo, ecco perché le terapie comportamentali sono così importanti nel trattamento della depressione.
Conclusioni
Le cause della depressione sono numerose, ed è molto frequente la compresenza di più fattori contemporaneamente.
In effetti, è raro che la condizione depressiva sia riconducibile ad un’unica causa, il più delle volte si tratta della combinazione di fattori genetici, neurobiologici e ambientali a provocare i primi sintomi.
Sarà compito del proprio medico o psicoterapeuta indagare in modo approfondito le cause della depressione e stabilire un percorso terapeutico adeguato alle proprie condizioni ed esigenze (farmaci, integratori, psicoterapia, ecc.).
Bibliografia
- Research and treatment approaches to depression, Ma-Li Wong e Julio Licinio, Nat Rev Neurosci 2, 343–351 (2001);
- A review of lifestyle factors that contribute to important pathways associated with major depression: Diet, sleep and exercise, Adrian L. Lopresti, Sean D. Hood, Peter D. Drummond, Journal of Affective Disorders;
- Causes – Depression in adults, NHS – National Health Service;
- What causes depression?, Harvard Health Publishing, Harvard Medical School.
Attenzione!
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