Cefalea a grappolo: cause e rimedi naturali

Cefalea A Grappolo

Tra le forme di cefalea più gravi e dolorose, ma per fortuna molto rare, va certamente menzionata la cefalea a grappolo

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, questa forma di emicrania molto forte colpisce solo una persona su 500-1000, si può manifestare a qualsiasi età, anche se tende a comparire dopo i 20 anni e a colpire soprattutto gli individui di sesso maschile, in controtendenza rispetto ad altre tipologie di cefalee, in genere più frequenti nelle donne, come ad esempio l’emicrania senza aura.  

L’espressione italiana di “cefalea a grappolo” deriva dalla traduzione letterale dall’inglese “cluster headache”, introdotta per la prima volta dall’americano E. Charles Kunkle nel 1952. Con il termine cluster egli intendeva sottolineare proprio una delle caratteristiche principali di questa particolare forma di cefalea, ovvero il ricorrere degli attacchi ‘‘a grappoli’

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la cefalea a grappolo, quali sono le cause, i sintomi principali ed i possibili rimedi

Cos’è la cefalea a grappolo

La cefalea a grappolo è un tipo di mal di testa molto intenso e doloroso che si verifica in cicli o “grappoli”, da cui deriva il suo nome. È considerata una delle forme più gravi di cefalea, per fortuna  relativamente rara, ma che può causare un notevole disagio a chi ne soffre.

Le cefalee a grappolo presentano delle caratteristiche peculiari, che sono le seguenti:

  • dolore acuto: il dolore associato alla cefalea a grappolo è estremamente acuto, spesso descritto come pungente, lancinante o bruciante. La sensazione di dolore è tipicamente localizzata in una delle tempie o dietro un occhio;
  • cicli di attacchi: gli attacchi si verificano in cicli regolari, solitamente da 1 a 3 a un massimo di 8 nelle 24 ore, spesso alla stessa ora, principalmente tra l’una e le tre del pomeriggio, intorno alle nove di sera e tra l’una e le due di notte;
  • sintomi associati: i pazienti possono sperimentare sintomi associati come congestione nasale, lacrimazione e arrossamento dell’occhio sullo stesso lato del dolore;
  • fattori scatenanti: alcuni pazienti riportano che l’assunzione di alcol, il fumo, l’uso di alcuni farmaci o l’esposizione a determinati fattori ambientali possono scatenare gli attacchi.

La cefalea a grappolo è una condizione medica complessa che richiede una valutazione da parte di un professionista sanitario. Il trattamento può includere l’uso di farmaci specifici per ridurre l’intensità e la frequenza degli attacchi. Se si sospetta di avere cefalea a grappolo è importante cercare assistenza medica per una diagnosi e un trattamento adeguati.

Cosa sono i periodi attivi e i periodi di remissione?

I periodi attivi e i periodi di remissione sono termini utilizzati per descrivere il ciclo tipico dei sintomi della cefalea a grappolo

Nello specifico:

  • Periodi attivi (o cluster periods): sono i periodi in cui una persona affetta da cefalea a grappolo sperimenta attacchi di mal di testa frequenti e intensi, che si verificano regolarmente, spesso uno o più al giorno. Questi periodi possono durare da alcune settimane a diversi mesi. Durante questa fase, la persona può sentirsi molto angosciata a causa del dolore e della frequenza degli attacchi;
  • Periodi di remissione: sono i periodi di sollievo in cui i sintomi della cefalea a grappolo scompaiono completamente o diventano molto meno frequenti e meno intensi. Possono variare in durata da settimane a mesi, talvolta anche anni.

Durante i periodi di remissione, i pazienti possono condurre una vita più normale e avere un migliore benessere. Tuttavia, la cefalea a grappolo è una condizione cronica, il che significa che i periodi attivi torneranno prima o poi, e il ciclo dei sintomi si ripeterà.

La durata dei periodi attivi e dei periodi di remissione può variare da persona a persona, e alcuni individui possono avere una cefalea a grappolo più cronica e meno soggetta a periodi di remissione, mentre altri possono sperimentare periodi di remissione più prolungati. 

Il trattamento mira a ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi durante i periodi attivi e a prolungare i periodi di remissione.

Quali sono le cause?

Le cause esatte della cefalea a grappolo non sono completamente comprese, ma ci sono alcune teorie su determinati fattori che potrebbero contribuire allo sviluppo di questa condizione, tra cui:

  • Disfunzione ipotalamica: gli esperti ritengono che il coinvolgimento dell’ipotalamo, una parte del cervello che regola numerosi processi fisiologici, possa svolgere un ruolo chiave nella cefalea a grappolo. Questo può influire sui ritmi circadiani e sulla regolazione del sonno e dell’attività;
  • Alterazioni nei neurotrasmettitori: alcune evidenze suggeriscono che le alterazioni nei neurotrasmettitori, in particolare la serotonina, potrebbero essere coinvolte nella cefalea a grappolo. Queste alterazioni possono influenzare la percezione del dolore e la regolazione dei vasi sanguigni;
  • Fattori scatenanti: alcuni fattori scatenanti noti per la cefalea a grappolo includono, come già accennato, l’assunzione di alcol, l’esposizione a determinati odori, il fumo, i cambiamenti stagionali e i ritmi circadiani. Tuttavia, è importante notare che non tutti i pazienti con cefalea a grappolo reagiscono agli stessi fattori scatenanti;
  • Genetica: esiste una componente genetica nella cefalea a grappolo, e questa condizione può essere presente in alcune famiglie. Se un membro della famiglia ne soffre, il rischio di svilupparla può essere leggermente aumentato;
  • Problemi vascolari: anche se non è del tutto chiaro come sia coinvolta, la circolazione sanguigna può avere un ruolo nella cefalea a grappolo, specialmente a causa dei sintomi associati come congestione nasale e arrossamento dell’occhio.

È importante notare che la cefalea a grappolo spesso non ha una singola causa chiara. La ricerca continua per comprendere meglio le cause sottostanti e sviluppare opzioni di trattamento più efficaci. 

Quali sono i sintomi?

Durante un attacco di cefalea a grappolo, possono verificarsi sintomi associati, tra cui i seguenti:

  • Congestione nasale: il naso può essere ostruito o gocciolare durante l’attacco;
  • Lacrimazione e arrossamento dell’occhio: l’occhio sullo stesso lato del dolore può lacrimare abbondantemente e diventare arrossato;
  • Agitazione e inquietudine: molte persone si sentono agitate durante gli attacchi, tendono a camminare avanti e indietro, grattarsi la testa o il viso, o esprimere il dolore in modi diversi;
  • Sensazione di irrequietezza: alcuni pazienti possono sperimentare una sensazione di irrequietezza o di disagio durante gli attacchi.

I sintomi della cefalea a grappolo possono variare da persona a persona, e non tutti i pazienti avvertono tutti questi sintomi. 

Cos’è la Scala di Kip

La “Scala di Kip” è una scala di valutazione del dolore utilizzata da persone affette da cefalea a grappolo per descrivere l’intensità del dolore durante un attacco. La scala prende il nome da Bob Kipple, uno dei fondatori dell’OUCH (Organization for Understanding Cluster Headaches) ed ex Vice Presidente.

La scala di Kip è stata creata come uno strumento di autovalutazione per aiutare i pazienti a comunicare meglio la gravità del dolore ai fornitori di assistenza sanitaria, ai familiari e ad altri.

Va da 0 a 10, e include descrizioni dei livelli di dolore, dai livelli più bassi (0 e 1), in cui il paziente sperimenta solo una lieve ombra di dolore, ai livelli più alti (8, 9 e 10), che rappresentano livelli di dolore molto gravi che possono essere debilitanti e richiedere un’attenzione medica urgente:

  • Livello di dolore 0: Nessun dolore, la vita è meravigliosa;
  • Livello di dolore 1: Minimo, le ombre vanno e vengono. La vita è ancora bella;
  • Livello di dolore 2: Ombre più forti e lunghe;
  • Livello di dolore 3: Le ombre sono costanti, ma ancora sopportabili;
  • Livello di dolore 4: Inizia a andare male, desidero star solo;
  • Livello di dolore 5: Non ancora intollerabile, ma ho bisogno di “spazio”;
  • Livello di dolore 6: Mi alzo soffrendo, cammino un po’, ma posso tornare a letto senza l’attacco vero e proprio;
  • Livello di dolore 7: Devo alzarmi, impossibile dormire, porto un po’ a spasso la Bestia e finalmente cado esausto nel letto;
  • Livello di dolore 8: Tempo di urlare, mugolare, battere la testa contro il muro, piangere, agitarsi…. qualsiasi cosa…;
  • Livello di dolore 9: Inizia la sindrome del “Perché proprio io?!?”;
  • Livello di dolore 10: Massimo del dolore, urlo, batto la testa, faccio un viaggio al Pronto Soccorso, depressione, pensieri suicidi.

Questa scala è utile perché il dolore della cefalea a grappolo può essere estremamente intenso e variabile nel tempo, e la scala Kip fornisce una descrizione soggettiva che aiuta a comunicare meglio la gravità del dolore tra i pazienti e i professionisti della salute, ma aiuta anche i medici a valutare l’efficacia del trattamento.

Come si diagnostica l’emicrania a grappolo?

Secondo la versione più recente della Classificazione Internazionale delle Cefalee (ICHD-3), i criteri diagnostici per la cefalea a grappolo sono i seguenti:

  1. Almeno cinque attacchi che soddisfano i criteri B-D;
  2. Durata dell’attacco di cefalea da 15 a 180 minuti (quando non trattato);
  3. Cefalea ha almeno uno dei seguenti tratti:
    1. Dolore severo e/o fiammante (intensità VAS ≥ 8/10 o equivalente);
    2. Almeno uno dei seguenti sintomi unilaterali:
      1. Congestione nasale e/o rinorrea;
      2. Lacrimazione e/o arrossamento dell’occhio;
      3. Ptosi e/o miosi;
      4. Edema palpebrale;
      5. Sudorazione frontale o facciale;
      6. Gonfiore delle orecchie o del viso;
      7. Edema temporale.
    3. Sensazione di agitazione o inquietudine.
  4. Frequenza di almeno un attacco ogni 48 ore, fino a otto attacchi al giorno per più del 50% della sua durata;
  5. Per un periodo di attività di cefalea a grappolo di più di un anno, in presenza di periodi di remissione di meno di tre mesi, la cefalea non può essere attribuita ad un’altra patologia.

Un paziente deve soddisfare tutti i criteri sopra elencati per essere diagnosticato con cefalea a grappolo. 

È importante consultare un medico specializzato in neurologia o emicrania per una valutazione completa se si sospetta di avere questa condizione o si hanno sintomi di cefalea a grappolo. La diagnosi accurata è fondamentale per ricevere il trattamento adeguato.

Come si cura la cefalea a grappolo?

Il trattamento della cefalea a grappolo si basa su diversi approcci, tra cui terapie farmacologiche, preventive e sperimentali

Vediamo come si procede, in genere:

  • Terapia acuta: questo tipo di trattamento è mirato a alleviare il dolore durante gli attacchi acuti di cefalea a grappolo. I farmaci utilizzati includono:
    • Sumatriptan: spesso somministrato tramite iniezione o spray nasale durante un attacco;
    • Ossigenoterapia: l’inalazione di ossigeno ad alto flusso può alleviare il dolore in molti pazienti;
    • Triptani: altri triptani, come lo zolmitriptan, possono essere utilizzati per alcune persone;
  • Terapia di prevenzione: questa terapia è finalizzata a ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi durante i periodi attivi della cefalea a grappolo. I farmaci preventivi includono:
    • Verapamil: un calcio-antagonista comunemente prescritto;
    • Ossigenoterapia a lungo termine: in alcune situazioni, il paziente può utilizzare l’ossigenoterapia a basso flusso a casa per prevenire gli attacchi;
    • Litio, topiramato e corticosteroidi: possono essere prescritti, ma con attenzione, a causa dei potenziali effetti collaterali;
  • Terapie sperimentali: alcune persone con cefalea a grappolo resistente al trattamento possono essere candidate a terapie sperimentali, come la stimolazione nervosa occipitale o il blocco dei gangli sfenopalatini. Questi trattamenti sono generalmente riservati ai pazienti con casi molto gravi o resistenti alla terapia convenzionale.

È fondamentale consultare un medico specializzato per una valutazione completa e una pianificazione del trattamento, con il quale ottenere un sollievo significativo e migliorare la qualità della vita.

Rimedi naturali per la cefalea a grappolo

Oltre ai trattamenti farmacologici, è possibile abbinare anche alcuni rimedi naturali, tra cui i seguenti: 

  • Cambiamenti nello stile di vita: identificare e evitare i fattori scatenanti noti, come l’alcol o i cibi ricchi di nitrati, può contribuire a prevenire gli attacchi. Mantenere uno stile di vita regolare e avere una routine del sonno ben strutturata può anche aiutare;
  • Gestione dello stress: il controllo dello stress attraverso tecniche di rilassamento, meditazione, yoga o altre pratiche può ridurre l’incidenza degli attacchi;
  • Esercizio fisico: l’attività fisica regolare può contribuire al benessere generale e alla gestione del dolore. Tuttavia, è importante non esagerare durante un attacco.
  • Acupressione: alcune persone trovano sollievo dalla cefalea a grappolo attraverso l’acupressione, una tecnica che coinvolge la pressione su specifici punti del corpo;
  • Magnesio: alcuni studi preliminari suggeriscono che il magnesio potrebbe essere utile nella prevenzione della cefalea a grappolo, ma è importante consultare un medico prima di prendere integratori;
  • Dieta: modifiche dietetiche, come evitare cibi ricchi di nitrati o glutammato monosodico, potrebbero aiutare alcune persone a ridurre la frequenza degli attacchi;
  • Igiene del sonno: mantenere una regolare igiene del sonno può aiutare a prevenire gli attacchi durante la notte;
  • Supporto psicologico: può essere utile per gestire lo stress e l’ansia associati alla cefalea a grappolo.

Ricordiamo che questi rimedi naturali contro le cefalee a grappolo non sono da intendersi come sostitutivi o alternativi ai trattamenti farmacologici tradizionali, ma possono contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti.  

Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo Quali sono i rimedi naturali per l’emicrania davvero efficaci?.

È importante confrontarsi con il proprio medico e valutare il percorso più adatto alle proprie esigenze specifiche. 

Bibliografia:

  • Classificazione Internazionale delle Cefalee, Terza Edizione, Headache Classification Committee of the International Headache Society (IHS);
  • La cefalea: conoscerla per curarla, volume informativo realizzato nel contesto di Progetto Cefalee Lombardia;
  • Le cefalee, di Piero Barbanti, Università e IRCCS San Raffaele Pisana, Roma, Rivista Società Italiana di Medicina Generale n. 5,  vol. 26, 2019;
  • Cefalea a grappolo, ISSalute – Sito sviluppato e gestito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS);
  • Cefalee a grappolo, di Stephen D. Silberstein, MD, Sidney Kimmel Medical College at Thomas Jefferson University, Manuale MSD;
  • La scala di Kip, Bob Kipple, OUCH – Organization for Understanding Cluster Headaches.

Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.

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