Qual è il legame tra cefalea e alimentazione

Cefalea E Alimentazione

Tra i fattori di rischio associati alla cefalea c’è anche lo stile di vita, compresa l’alimentazione, che pare ricoprire un ruolo importante nella prevenzione degli attacchi di mal di testa. Esiste, quindi, un legame tra cefalea e alimentazione, con alcuni cibi che si presentano come dei trigger ormai riconosciuti. 

Sia chiaro, questo non vuol dire che seguendo una dieta particolare si possa curare o prevenire del tutto la cefalea nelle sue varie forme – cefalea tensiva, a grappolo, emicrania con aura, ecc… – ma gli studi scientifici condotti nel corso di questi anni hanno suggerito che determinati alimenti sono potenzialmente in grado di contribuire alla comparsa dei sintomi tipici di questa condizione o di acuirne l’intensità

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire qual è il legame tra cefalea e alimentazione, provando a fare chiarezza sul tema.

Cefalea e alimentazione: non esiste la dieta per tutti

Prima di andare ad approfondire l’argomento, è importante chiarire un punto: gli studi hanno evidenziato alcuni legami tra cefalea e alimentazione, ma con delle riserve, in quanto i dati non sono del tutto inequivocabili.

Ad esempio, i ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno esaminato la letteratura scientifica esistente in materia – relativamente alle emicranie nei bambini – e smentito alcuni falsi miti

Nello specifico, hanno chiarito che non esiste un chiaro nesso causale tra il consumo di alcuni di quei cibi spesso indicati come “colpevoli” – tra cui il cioccolato, il glutammato di sodio, i nitriti presenti negli insaccati, i dolcificanti artificiali e gli alimenti contenenti il glutine – e la comparsa dei sintomi

Può accadere, ma non ci sono prove evidenti che sia così.

Diverso è, invece, il discorso relativo ad altri alimenti, come quelli contenenti caffeina o gli alcolici, il cui ruolo nello scatenare attacchi di cefalea è ampiamente dimostrato

Altri cibi potenzialmente scatenanti sono gli alimenti ricchi di tiramina, una sostanza che si trova in alcuni alimenti come formaggi stagionati, vino rosso, birra, salumi e sottaceti. Alcune persone possono sperimentare cefalee dopo aver consumato questi cibi (ma non tutti). 

Cosa vuol dire questo? Che non esiste la “dieta contro il mal di testa”, perché ogni soggetto reagisce in maniera differente, ed è di fondamentale importanza individuare i trigger personali ed evitarli o ridurne l’assunzione

Per questo motivo si consiglia di tenere un diario alimentare insieme a quello del mal di testa, per identificare cosa si è mangiato prima degli attacchi di emicrania.

Le diete di eliminazione contro la cefalea

Abbiamo visto che non esiste un percorso adatto a tutti, e che le evidenze scientifiche riguardo i cibi da evitare per non incorrere in attacchi di emicrania non sono sufficientemente chiare. 

Detto questo, gli studi condotti finora hanno sottolineato il ruolo delle cosiddette diete di eliminazione, che consistono nell’identificazione degli ingredienti dietetici provocatori, ovvero che potrebbero scatenare le cefalee, e la loro successiva eliminazione, ma anche in questo caso i fattori in gioco sono molteplici, e la loro utilità è in dubbio

Come si legge in questo studio del 2020, ad esempio, non è detto che ogni volta che si consuma un determinato alimento la reazione sia sempre la stessa, perché le emicranie sono, è bene ricordarlo, condizioni multifattoriali, che non dipendono da un singolo elemento. 

Inoltre, alcuni cibi sono elaborati e complessi, e non è sempre facile individuare quale ingrediente sia il trigger da escludere.

Un approccio generalmente accettato consiste nell’impiego di una soglia; secondo la letteratura, infatti, un alimento potrebbe essere considerato un fattore scatenante se il mal di testa si verificasse in ≥50% dei casi entro un giorno dall’esposizione

Anche in questo caso, però, le variabili in gioco sono tantissime, e l’eliminazione di più alimenti potrebbe provocare una forma più o meno grave di denutrizione

Quindi, si raccomanda di fare attenzione a provare diete estremamente rigide. Esiste il rischio di evitare cibi che non sono necessariamente fattori scatenanti dell’emicrania, finendo col perdere molti nutrienti importanti.

Approcci dietetici contro la cefalea

Gli approcci dietetici contro la cefalea oggetto di studi più complessi ed elaborati sono i seguenti: 

  • Dieta chetogenica: promuove la neuroprotezione, migliora la funzione mitocondriale, compensa la disfunzione serotoninergica, riduce i livelli di peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP) e sopprime la neuroinfiammazione, aumenta i corpi chetonici, che contribuiscono alla prevenzione dell’emicrania;
  • Dieta a basso indice glicemico: riduce lo stato infiammatorio nell’emicrania;
  • Aumento degli Omega 3: riduce le risposte infiammatorie, migliora la funzione piastrinica, regola il tono vascolare;
  • Dieta iposodica: risulta protettiva per individui anziani, ed è adattabile a specifiche popolazioni di pazienti (ad esempio, ipertesi o con sindrome da tachicardia posturale).

Ricordiamo che la scelta di una dieta specifica dovrebbe essere fatta in consultazione con un medico o un dietologo, tenendo conto delle condizioni individuali e dei fattori di rischio.

Cefalea e integratori

Quando si parla di cefalea e alimentazione è utile anche menzionare il ruolo degli integratori, potenzialmente utili nella gestione degli attacchi e dei sintomi, sempre ricordando che l’efficacia di un prodotto può variare da individuo a individuo. 

In linea generale, ecco alcuni integratori che sono stati studiati per il loro potenziale beneficio nella gestione della cefalea:

  • Magnesio: può essere utile per ridurre la frequenza e l’intensità delle emicranie in alcune persone. Il magnesio agisce come vasodilatatore e ha proprietà antinfiammatorie;
  • Coenzima Q10: è coinvolto nella produzione di energia cellulare e agisce come antiossidante. Alcune evidenze suggeriscono che la sua assunzione potrebbe ridurre la frequenza e l’intensità delle emicranie;
  • Vitamina B2 (riboflavina): può essere associata a una riduzione della frequenza e dell’intensità delle emicranie. La riboflavina svolge un ruolo chiave nel metabolismo energetico;
  • Partenio (Tanacetum parthenium): questa pianta è stata utilizzata tradizionalmente per trattare l’emicrania. Alcune prove suggeriscono che può contribuire a ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi, se assunta regolarmente;
  • Acido alfa-lipoico: simile a riboflavina e CoQ10, questo potente antiossidante può avere un effetto protettivo sui nervi e può aiutare a ridurre l’infiammazione, potenzialmente contribuendo a una diminuzione delle cefalee;
  • Melatonina: questo ormone è coinvolto nel ciclo sonno-veglia. Alcune prove indicano che la supplementazione di melatonina potrebbe contribuire a migliorare la qualità del sonno e ridurre la frequenza delle cefalee, specialmente nelle persone che sperimentano cefalee legate al sonno.

Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo Quali sono i rimedi naturali per l’emicrania davvero efficaci?.

È importante consultare un medico prima di iniziare qualsiasi integrazione, in particolare se si stanno assumendo farmaci o si hanno condizioni mediche preesistenti. Un professionista sanitario sarà in grado di fornire indicazioni più specifiche sulla scelta degli integratori e sulle dosi adeguate, tenendo conto della tua storia clinica e delle tue esigenze personali.

Bibliografia

Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.

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