Siamo soliti associare alle cefalee il classico mal di testa, ma si tratta di una semplificazione forse eccessiva. In effetti, con cefalea si intende un insieme di condizioni patologiche basate su un dolore a qualsiasi parte della testa, compreso il cuoio capelluto.
Il mal di testa, quindi, o più precisamente l’emicrania, rientra in questa definizione, ma è importante non considerare i due termini come sinonimi, perché non lo sono.
Le cefalee sono molto diffuse, colpiscono circa il 15% della popolazione, compromettendo la capacità di svolgere anche le più semplici attività quotidiane.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa sono e quali sono i sintomi principali delle cefalee.
Cosa sono le cefalee
Il termine scientifico con il quale si fa riferimento al mal di testa è “cefalea”, una definizione ombrello al cui interno troviamo diverse condizioni molto frequenti, che colpiscono in Italia circa 7 milioni di persone.
Chiunque può sperimentare un mal di testa, bambini, adolescenti e adulti. Circa il 96% delle persone soffre di mal di testa almeno una volta nella vita, il 40% soffre di mal di testa di tipo tensivo e circa il 10% soffre di emicrania.
Nella maggior parte dei casi si tratta di un dolore temporaneo, di facile risoluzione, tramite l’assunzione di farmaci o integratori specifici, ma in altri potrebbe risultare particolarmente intenso e duraturo, oppure avere la tendenza a ripresentarsi ciclicamente, con le conseguenze che questo comporta sulla qualità della vita di chi ne soffre.
Al momento sono state identificate più di 300 tipi di cefalee differenti, ma solo il 10% ha una causa nota (cefalee secondarie). Tutti gli altri sono invece configurabili come cefalee primarie.
Cause delle cefalee
Come accennato, in base alle cause scatenanti le cefalee vengono classificate in due macro categorie, così come previsto dalla classificazione internazionale delle cefalee “International Classification of Headache Disorders (ICHD)”, elaborata dalla International Headache Society:
- cefalee primarie: disturbi non provocati da altre condizioni;
- cefalee secondarie: disturbi provocati da altre condizioni patologiche.
Approfondiamo.
1. Cefalee primarie
Le cefalee primarie sono quelle in cui il disturbo e il dolore sono slegati da altre patologie o condizioni in essere, presentandosi quindi come una vera e propria malattia autonoma.
In genere sono frutto di alterazioni delle modalità in cui il nostro cervello percepisce ed elabora il dolore, e sono da considerare patologie benigne, perché non provocano danni neurologici permanenti né sono un pericolo per la nostra vita.
Detto questo, sono senz’altro invalidanti e influenzano negativamente la qualità della vita di chi ne soffre.
La ICHD elenca una quantità enorme di tipi di cefalee primarie, ma le principali sono senza dubbio le seguenti:
- emicrania senza aura: disturbo ricorrente che si manifesta con attacchi della durata di 4-72 ore, localizzazione unilaterale, qualità pulsante, intensità moderata o severa, aggravamento in seguito ad attività fisica routinaria e associazione con nausea e/o fotofobia e fonofobia;
- emicrania con aura: caratterizzata da attacchi ricorrenti, della durata di pochi minuti, di sintomi del sistema nervoso centrale unilaterali completamente reversibili di tipo visivo, sensoriale o altri sintomi che di solito si sviluppano gradualmente e sono di solito seguiti da mal di testa e sintomi associati di emicrania;
- cefalea di tipo tensivo (TTH), episodica e/o cronica: caratterizzata da un dolore forte e persistente, come un senso di oppressione o di pesantezza, solitamente descritto con l’espressione “avere un cerchio alla testa”. Non è un mal di testa di tipo pulsante ed è spesso diffuso a tutto il capo o localizzato alla nuca e/o a livello degli occhi. L’intensità del dolore può variare da lieve a moderata, ma non tende a peggiorare con il movimento, influenzando meno le attività quotidiane. Raramente si associa a nausea, fastidio alla luce o ai suoni, mentre può essere accompagnata da rigidità ai muscoli della nuca, da difficoltà di concentrazione e da disturbi dell’umore come ansia e depressione. Gli attacchi hanno una durata variabile da mezz’ora a sette giorni consecutivi.
- cefalea a grappolo, episodica e/o cronica: si definisce a grappolo per il susseguirsi di più attacchi di mal di testa in un tempo limitato, da pochi giorni a 3-4 mesi, intervallati da momenti di benessere e assenza di dolore. In genere presentano una periodicità fissa, più spesso in primavera e autunno. Questo disturbo è prevalente nel sesso maschile (70-90% dei casi), colpisce lo 0,1% della popolazione e insorge in media intorno ai 30 anni. È considerata il dolore più atroce sperimentabile da un essere umano, comparabile al dolore da parto.
Alcune forme di cefalea primaria possono essere scatenati da fattori come:
- consumo di alcolici;
- consumo di alcuni alimenti, in particolare carni lavorate ricche di nitrati;
- consumo di nicotina;
- disturbi del sonno;
- postura scorretta.
- sforzo fisico intenso;
- fame;
- tosse, starnuti, soffiarsi il naso, sforzi(come quando si ha un movimento intestinale), ridere o piangere vigorosamente.
Per meglio comprendere la differenza tra emicrania, cefalea tensiva e a grappolo può essere senz’altro utile questo schema, tratto dall’articolo “Le cefalee” di Piero Barbanti dell’Università e IRCCS San Raffaele Pisana di Roma, pubblicato sulla Rivista Società Italiana di Medicina Generale (n. 5, vol. 26, 2019) della SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie).
Le cefalee primarie sono, come spiegato, autonome, e non vanno quindi intese come un effetto collaterale o un sintomo di una patologia differente, da indagare ed eventualmente trattare in modo specifico; di conseguenza, richiedono un intervento mirato e localizzato, laddove necessario.
2. Cefalee secondarie
A differenza di quelle appena descritte, le cefalee secondarie sono invece da intendersi come disturbi caratterizzati da mal di testa causati da altre condizioni patologiche.
Ad esempio, il dolore alla testa potrebbe dipendere da:
- ipertensione arteriosa;
- sinusite;
- trauma cranico;
- malattie oculari;
- anemia;
- artrosi cervicale;
- malattie della bocca;
- disturbi mandibolari;
- vizi di postura;
- allergie;
- lesioni cerebrali.
Le principali forme di cefalea secondaria sono le seguenti:
- cefalea attribuita a trauma o lesione cranica e/o cervicale:
- cefalea attribuita a patologia vascolare cranica e/o cervicale;
- cefalea attribuita a patologia intracranica non vascolare;
- cefalea attribuita all’ uso di una sostanza o alla sua sospensione;
- cefalea attribuita ad infezione;
- cefalea attribuita a disturbo dell’omeostasi;
- cefalea o dolore facciale attribuiti a disturbi di cranio, collo, occhi, orecchie, naso, seni paranasali, denti, bocca o altre strutture facciali o cervicali;
- cefalea attribuita a disturbo psichiatrico, come depressione, ansia, attacchi di panico, fobia sociale, disturbo da stress post-traumatico (DSPT).
Com’è facile intuire, trattandosi di sintomi di patologie più ampie e complesse, queste forme di cefalee trovano una soluzione o una qualche forma di sollievo nella risoluzione o nella cura delle cause scatenanti.
Quali sono i sintomi di una cefalea?
La cefalea si presenta, nella maggior parte dei casi, in forma lieve e moderata, con il classico mal di testa che non richiede particolari forme di intervento e che, il più delle volte, si attenua con un po’ riposo o l’assunzione di farmaci antidolorifici.
I sintomi tipici di un mal di testa sono:
- insorgenza lenta del mal di testa
- mal di testa su entrambi i lati;
- dolore sordo;
- sensazione di avere una fascia o una morsa intorno alla testa;
- dolore che può coinvolgere la parte posteriore della testa o del collo.
Detto questo, in presenza di alcuni sintomi più intensi si raccomanda di rivolgersi al proprio medico. Ci riferiamo a:
- un improvviso, nuovo e forte mal di testa;
- mal di testa che peggiorano costantemente;
- mal di testa accompagnato da febbre, fiato corto, torcicollo o eruzione cutanea;
- mal di testa che si verificano dopo un trauma cranico o un incidente;
- un nuovo tipo di mal di testa dopo i 55 anni;
- mal di testa accompagnati da un occhio rosso dolente;
- nausea;
- vomito;
- sensibilità alla luce (fotofobia)
- sintomi neurologici, come debolezza, vertigini, improvvisa perdita di equilibrio o caduta, intorpidimento o formicolio, paralisi, difficoltà di parola, confusione mentale, convulsioni, cambiamenti di personalità/comportamento inappropriato, cambiamenti visivi (visione offuscata, visione doppia o punti ciechi).
Dopo un’accurata analisi dei sintomi e delle condizioni di salute del paziente, il medico potrebbe prescrivere una serie di esami per indagare le cause della cefalea e predisporre un piano terapeutico ad hoc.
Bibliografia
- 3a Edizione della Classificazione Internazionale delle Cefalee (International Classification of Headache Disorders, 3rd edition) (ICHD-3), elaborata dalla International Headache Society. Edizione italiana a cura di Vincenzo Guidetti e Lidia Savi.
- Estratto da “La cefalee. Conoscerla per curarla”, Volume informativo realizzato nel contesto di Progetto Cefalee Lombardia.
- Le cefalee, di Piero Barbanti, Università e IRCCS San Raffaele Pisana, Roma. Pubblicato nella Rivista Società Italiana di Medicina Generale, n. 5 – vol. 26 – 2019.
- Panoramica sulle cefalee, di Stephen D. Silberstein, MD, Sidney Kimmel Medical College at Thomas Jefferson University. Ultima revisione/verifica completa luglio 2021.
- Mal di testa: disturbi, cause e cure, ISSalute – Sito sviluppato e gestito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Pubblicato il 21 Marzo 2018. Ultimo aggiornamento del 29 Dicembre 2021.
- Headache: What It Is, Types, Causes, Symptoms & Treatment, Cleveland Clinic’s Neurological Institute. Ultima revisione del 29/08/2022.
- Headache: When to worry, what to do, Harvard Health Publishing.
- Headache, The Johns Hopkins University, The Johns Hopkins Hospital, and Johns Hopkins Health System.
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