La cleptomania è un disturbo del controllo degli impulsi caratterizzato dal bisogno irresistibile di rubare senza scopo di lucro. La sua prevalenza nella popolazione generale è molto rara, pari a circa lo 0,3%-0,6%, con una frequenza maggiore tra le donne, con un rapporto di 3:1.
La comprensione di questa patologia, però, nel corso del tempo è stata “inquinata” da pregiudizi di tipo sociale e culturale, come ad esempio la convinzione che la prevalenza nella popolazione femminile fosse frutto di una intrinseca fragilità delle donne rispetto agli uomini, oppure come l’idea che siano più predisposte a rubare le persone appartenenti a classi sociali più disagiate.
I dati raccolti nel corso degli anni, e le evidenze non solo scientifiche ma anche giuridiche, hanno sconfessato queste premesse, posizionando la cleptomania esattamente lì dove deve stare, ovvero nel novero delle psicopatologie.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la cleptomania, quali sono le cause, come si manifesta e come affrontarla.
Cos’è la cleptomania
La cleptomania è classificata nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) come un disturbo del controllo degli impulsi, non altrimenti specificato.
Si tratta, come accennato, di un disturbo psicologico caratterizzato da un impulso irresistibile a rubare oggetti, spesso senza alcun motivo apparente e senza alcun beneficio materiale.
Le persone affette da cleptomania possono rubare oggetti di valore insignificante o di poco valore, anche se non ne hanno bisogno e possono permetterseli. Il furto è spesso accompagnato da una sensazione di tensione prima dell’atto e da un senso di gratificazione o di sollievo dopo aver rubato l’oggetto.
Questo comportamento può causare gravi problemi personali, sociali e legali.
Quali sono le cause della cleptomania?
Perché si diventa cleptomani? Purtroppo, le cause esatte della cleptomania non sono completamente comprese, ma si ritiene che sia il risultato di una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali, tra cui i seguenti:
- disfunzioni neurobiologiche: alterazioni nella chimica cerebrale e nei circuiti neurali possono influenzare il controllo degli impulsi e la regolazione dell’umore, contribuendo alla mania di rubare;
- fattori genetici: alcuni studi suggeriscono un coinvolgimento dei fattori genetici nella predisposizione alla cleptomania. Tuttavia, non è chiaro quali specifici geni siano coinvolti e come essi interagiscano con l’ambiente;
- disturbi psicologici: questa mania è spesso associata ad altri disturbi psicologici, come la depressione, l’ansia, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), che possono influenzare la capacità di regolare gli impulsi;
- eventi stressanti o traumatici: traumi emotivi o eventi stressanti possono scatenare o esacerbare la cleptomania in alcune persone. Il furto può diventare un modo per alleviare la tensione o per cercare un senso di gratificazione temporaneo;
- modelli di apprendimento: l’esposizione a modelli di comportamento devianti o il condizionamento sociale possono influenzare lo sviluppo della cleptomania. Ad esempio, se una persona cresce in un ambiente dove il furto viene tollerato o addirittura incoraggiato, potrebbe essere più incline a sviluppare la cleptomania.
È importante sottolineare che la cleptomania è un disturbo complesso e multifattoriale, e le cause esatte possono variare da individuo a individuo. La ricerca continua nel campo della psicologia e della neuroscienza è necessaria per comprendere meglio le cause specifiche e per sviluppare approcci terapeutici più efficaci.
Sintomi e criteri diagnostici
Come indicato nel DSM-V, i criteri diagnostici della cleptomania si basano sulla presenza dei seguenti sintomi:
- ricorrente incapacità di resistere all’impulso di rubare oggetti che non sono necessari per uso personale o per il loro valore monetario;
- aumento del senso di tensione immediatamente prima di commettere il furto;
- piacere, gratificazione o sollievo al momento di commettere il furto;
- il furto non è commesso per esprimere rabbia o vendetta e non è in risposta a un delirio o un’allucinazione;
- il furto non è meglio spiegato da un disturbo della condotta, da un episodio maniacale o da un disturbo antisociale di personalità.
Insomma, per giungere ad una diagnosi di questo disturbo è necessario che si manifestino queste condizioni, escludendo di conseguenza i furti eseguiti per altre motivazioni o pianificati.
Infatti, le statistiche ci dicono che la cleptomania si manifesta in circa il 4%-24% delle persone arrestate per taccheggio, questo vuol dire che la stragrande maggioranza dei casi non è riconducibile a questo disturbo.
Come affrontare la mania di rubare
Sebbene non esista una cura, il trattamento può aiutare a prevenire il peggioramento della cleptomania e le sue conseguenze negative. Esso di solito coinvolge una combinazione di terapia psicologica e, in alcuni casi, farmaci.
Vediamo, insieme, come affrontare la mania di rubare:
- terapia cognitivo-comportamentale (TCC): è spesso il trattamento di prima linea per la cleptomania, perché aiuta a identificare e modificare i pensieri distorti e i comportamenti disfunzionali associati al furto, ma anche a sviluppare abilità per gestire lo stress, migliorare l’autostima e rafforzare il controllo degli impulsi;
- terapia di controllo degli impulsi: questo tipo di terapia si concentra specificamente sul controllo degli impulsi e sullo sviluppo di strategie per resistere all’urgenza di rubare. Ciò può includere l’apprendimento di tecniche di rilassamento, la pratica della consapevolezza e l’implementazione di strategie di problem solving;
- farmaci: in alcuni casi, possono essere prescritti farmaci per trattare i sintomi associati alla cleptomania. Gli antidepressivi, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), possono essere utilizzati per ridurre l’ansia e l’impulsività associati al disturbo. Altri farmaci, come gli stabilizzatori dell’umore o gli antipsicotici, possono essere considerati in casi selezionati;
- supporto sociale: il supporto da parte di familiari, amici o gruppi di sostegno può essere prezioso nel processo di recupero dalla cleptomania. Partecipare a gruppi di sostegno specifici per il disturbo può fornire sostegno emotivo, condivisione di esperienze e strategie pratiche per affrontare il problema;
- gestione dello stress e dello stile di vita: ridurre lo stress e migliorare il benessere generale può essere utile nel controllo degli impulsi. Questo può includere la pratica di tecniche di rilassamento come la mindfulness o la meditazione, l’adozione di uno stile di vita sano che includa una dieta equilibrata e l’esercizio fisico regolare, nonché l’identificazione e l’evitamento delle situazioni che possono scatenare l’impulso di rubare.
È importante sottolineare che il trattamento della cleptomania può richiedere tempo e impegno, e può variare da persona a persona. È consigliabile cercare assistenza da parte di professionisti della salute mentale qualificati per sviluppare un piano di trattamento personalizzato.
Bibliografia
- Cleptomania, Fondazione BRF Onlus – Istituto per la Ricerca Scientifica in Psichiatria e Neuroscienze;
- Kleptomania as a neglected disorder in psychiatry, J. Torales, A. Ventriglio, I. González, J. Castaldelli-Maia, European Psychiatry;
- BIG LITTLE THIEFS – Kleptomania Treatment, S. Mouta, J. Correia, I. Fonseca Vaz, S. Freitas Ramos, B. Jesus, S. Fontes European Psychiatry;
- Kleptomania, Mayo Foundation for Medical Education and Research (MFMER);
- Kleptomania, Cleveland Clinic;
- Kleptomania Fast Facts, United Brain Association.
Attenzione!
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