Il legame tra depressione e demenza senile è poco trattato nel pubblico dibattito, eppure sono molteplici le evidenze scientifiche e mediche che dimostrano un rapporto tra queste due condizioni.
Purtroppo, si tende ad associare la depressione ad una fetta della popolazione molto precisa, composta da uomini e donne (con una prevalenza di queste ultime) di età compresa tra i 30 e i 50.
In effetti, la maggior parte delle diagnosi di depressione sono individuabili proprio in questo gruppo, ma questo non dovrebbe condurre ad una conclusione errata, secondo la quale bambini, adolescenti e anziani non possono andare incontro a episodi depressivi.
In realtà, depressione e demenza senile condividono molteplici sintomi, ma essendo i soggetti colpiti in età avanzata, è più facile collegarli a patologie come l’Alzheimer, ad esempio.
Depressione e demenza senile: elevata comorbilità
Con il termine “comorbilità” si indica, in medicina, la presenza simultanea di due o più condizioni patologiche, che condividono spesso alcuni sintomi.
È il caso, come accennato, di depressione e demenza senile, che possono coesistere e, di frequente, confondere in fase diagnostica.
Quasi sempre la depressione è accompagnata da disturbi dell’attenzione e della concentrazione, che rientrano nella sfera dei cosiddetti deficit cognitivi, gli stessi che caratterizzano anche le varie forme di demenza senile, soprattutto nella fase iniziale.
Avendo sintomi simili, non è facile compiere una corretta diagnosi, ma essendo la depressione curabile, a differenza della demenza senile, è di fondamentale importanza non saltare subito alle conclusioni solo perché il paziente è anziano, e fare tutte le verifiche del caso.
La depressione nel corso della vita non è un forte fattore di rischio per la demenza, ma può anche essere il primo sintomo della stessa.
In particolare, alcuni studi hanno messo in evidenza che se l’anziano non ha mai sofferto di disturbo dell’umore negli anni precedenti è molto probabile che il quadro sintomatologico simil-depressivo sia una condizione anticipatoria di una demenza che si svilupperà a distanza di qualche anno.
Lo stato di avanzamento della demenza senile
La demenza è una sindrome clinica caratterizzata da deficit cognitivi multipli (es. difficoltà di memoria, disturbi del linguaggio, ecc), oltre che da modificazioni psicologiche comportamentali e talora sintomi psichiatrici.
Come ricorda la SIGG, Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, l’Alzheimer è la forma più frequente di demenza senile, con il 50-70% dei casi.
In questa utile infografica, elaborata proprio dalla SIGG, si può notare come alcuni sintomi dell’Alzheimer coincidano con quelli della depressione.
Ci riferiamo, nello specifico, ai cosiddetti “sintomi non cognitivi”, tecnicamente BPSD (sintomi comportamentali e psicologici della demenza), ovvero ansia e depressione ( tristezza, pianto, disperazione, scarsa autostima, colpa), disturbi del comportamento, agitazione, apatia, insonnia.
Un utile approfondimento sui BPSD è contenuto in questo documento redatto dalla ASL della Provincia di Milano 1.
La depressione in età avanzata
Nella parte introduttiva abbiamo spiegato come si giunga, molto spesso, a conclusioni errate in relazione al rapporto tra la depressione e i soggetti più anziani.
La depressione colpisce circa il 15% della popolazione over 55, e si divide in due categorie:
- depressione senile ad esordio precoce (early-onset): quando si verifica prima dei 65 anni d’età;
- depressione senile ad esordio tardivo (late-onset): in cui il primo esordio depressivo si è manifestato dopo i 65 anni.
Più della metà dei casi si verifica con esordio tardivo, ma è soprattutto nella fascia di età over 85 che si registra un aumento considerevole degli episodi di depressione maggiore, molto spesso ignorati perché ricondotti alla demenza senile.
A generare ancora maggiore confusione è la depressione lieve negli anziani, derubricata a semplice stato di tristezza e malinconia, considerato normale a quell’età.
Quindi, ci si trova in un circolo vizioso, al cui interno vi sono da un lato anziani la cui condizione depressiva viene completamente ignorata, e dall’altro soggetti in età avanzata che, alle prime avvisaglie di un deficit cognitivo, piombano in uno stato di depressione che non fa che peggiorare la situazione.
Individuare in una fase precoce una condizione di depressione può fare davvero la differenza.
Depressione e demenza senile: come comportarsi
Il 40 - 50% delle persone affette da demenza manifestano periodicamente sintomi depressivi, come disturbi del sonno, inappetenza, inquietudine, aggressività, crisi di pianto, tristezza, apatia.
Come se non bastasse, le difficoltà di linguaggio dovute alla demenza impediscono al malato di dare indicazioni precise circa il suo stato di salute.
È fondamentale effettuare un accertamento molto minuzioso e accurato, consentendo l’inizio di un percorso terapeutico per la depressione.
La terapia della depressione dell’anziano è simile a quella dell’adulto, anche se bisogna prestare un’attenzione ancora maggiore agli effetti collaterali derivanti dall’assunzione di antidepressivi e psicofarmaci.
Se gli episodi depressivi registrati sono lievi, o sotto soglia, potrebbe essere sufficiente ricorrere alla psicoterapia e all’ impiego di rimedi naturali per la depressione, che intervengono sulla ricaptazione della serotonina (SSRI), migliorando l’umore, le capacità cognitive e il livello di attività.
Sarà il medico specialista a valutare la migliore terapia per il paziente, dopo aver condotto tutti gli accertamenti del caso.
Va ricordato che, in età avanzata, con una diagnosi di depressione e demenza senile, ricopre un ruolo ancora più centrale del solito il supporto dei familiari, che dovranno prepararsi ad affrontare una sfida davvero molto complessa e delicata.
Attenzione!
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