La depressione senile è una patologia molto difficile da gestire, a causa della sua natura multifattoriale che la rende spesso ambigua.
Cosa intendiamo con ambigua? Beh, che alcuni sintomi della depressione, ad esempio la tristezza, la malinconia, l’umore nero, possono essere dovuti anche ad altre condizioni patologiche o meno diffuse negli anziani.
Lo stesso dicasi per altri sintomi più complessi, come l’irrequietezza, l’insonnia o, al contrario, l’eccessiva sonnolenza diurna.
Quando questi sintomi si presentano in un soggetto anziano, rappresentano tutti campanelli d’allarme di una depressione senile, che a sua volta può essere una avvisaglia di una forma di demenza.
A tal proposito, ti invitiamo a consultare il nostro articolo “Qual è il legame tra depressione e demenza senile”.
Quando il quadro sintomatologico della depressione senile si associa ad un impoverimento cognitivo reversibile (deficit di attenzione, di memoria e rallentamento psico-motorio) si parlerà di pseudo demenza depressiva.
Riconoscere l’esordio di una demenza in un paziente anziano o di una pseudo demenza depressiva può essere molto difficile, ma indispensabile per un corretto approccio farmacologico.
Approfondiremo il tema della pseudo demenza depressiva in un altro articolo.
Approfondiamo un po’ questo tema, e cerchiamo di capire cos’è la depressione senile, come si manifesta, e come comportarsi.
Cos’è la depressione senile
Come suggerisce il termine, con depressione senile si fa riferimento all’insorgenza di disturbi depressivi in soggetti in età avanzata, in particolare negli over 65.
Siamo abituati a pensare alla depressione come una condizione molto più frequente in una precisa fetta d’età, in particolare intorno ai 40 anni, eppure circa il 15% della popolazione over 55 ne è affetta.
Numerosi studi condotti negli ultimi anni hanno, però, evidenziato un aumento considerevole di casi di depressione negli anziani, quindi over 65, oscillando tra il 15% e il 25%, configurandosi quindi come una categoria a rischio.
Purtroppo, come accennato prima, la presenza di altre patologie, così come l’assunzione di una quantità di farmaci in media superiore ad altre fasce di età, rende difficile diagnosticare in modo tempestivo una forma di depressione senile, con le conseguenze che questo provoca sullo stato di salute generale del paziente.
Alcune stime parlano addirittura di ⅔ delle sindromi depressive non diagnosticate negli anziani.
La depressione senile non è una caratteristica dell’invecchiamento
Come si legge sul sito del NIH National Institute on Aging (NIA) degli Stati Uniti, è errato considerare la depressione senile come un elemento fisiologico dell’invecchiamento.
In poche parole, non è vero che invecchiando è normale essere tristi, malinconici, di cattivo umore, anche se è indubbio che questi sintomi siano molto frequenti e comuni in questa fetta di popolazione.
Però, non si deve commettere l’errore di sovrapporre le due condizioni – invecchiamento e depressione senile – perché non sono necessariamente le due facce della stessa medaglia.
Anzi, molto spesso le persone over 65, magari finalmente in pensione, iniziano una fase anche entusiasmante della propria vita, nella quale riescono a dedicarsi alle proprie passioni, interessi, hobby.
Certo, importanti cambiamenti nella vita che si verificano con l’avanzare dell’età possono causare sentimenti di disagio, stress e tristezza, come può essere la morte di una persona cara, che sfocia nella cosiddetta depressione reattiva o depressione da lutto, oppure l’insorgere di una malattia.
Questo, però, non vuol dire che la presenza di sintomi fisici e mentali tipici della depressione in un soggetto anziano siano da ignorare, incasellandoli in una sorta di “normalità”.
Non è così!
Difficoltà nel diagnosticare la depressione senile
Lo abbiamo menzionato nella parte introduttiva dell’articolo, diagnosticare una forma di depressione senile è molto difficile, anche in presenza di sintomi tipici di questo disturbo.
In effetti, a confondere le acque e rendere più impervio riconoscerla in tempo utile sono diverse ragioni:
- spesso le persone anziane depresse sembrano sentirsi stanche, avere difficoltà a dormire o sembrare scontrose e irritabili, ma queste condizioni sono frequenti anche in soggetti anziani non depressi;
- i problemi di confusione o scarsa attenzione causati dalla depressione possono a volte assomigliare al morbo di Alzheimer o ad altri disturbi cerebrali. Come già accennato, spesso la depressione senile non è altro che una spia di un problema neuro degenerativo, come ad esempio il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la demenza vascolare, la demenze fronto-temporale o le demenze sottocorticali;
- gli anziani presentano spesso più condizioni mediche, come malattie cardiache, ictus o cancro, che possono causare sintomi depressivi;
- a confondere ulteriormente il quadro diagnostico è la possibilità che l’anziano possa assumere farmaci per altre condizioni mediche con effetti collaterali che contribuiscono alla depressione;
- la perdita di una persona cara, la solitudine, la lontananza dai figli, sono tutte cause di tristezza e malinconia, che non necessariamente sono configurabili come sintomi di una condizione depressiva.
A questi sintomi, che possono facilmente confondere familiari, caregiver e medici, si deve aggiungere anche una tendenza da parte degli anziani a non manifestare il proprio disagio emotivo o mentale, nascondendo o sminuendo i sintomi che potrebbero portare ad una diagnosi di demenza senile.
In particolare, la spossatezza, l’irrequietezza, l’insonnia, il sonno agitato, l’umore nero, l’irritabilità.
Cause principali della depressione senile
La depressione ad insorgenza nell’anziano presenta alcune differenze rispetto ai disturbi depressivi in altre fasce di età.
In particolare, sembra essere meno legata a fattori di tipo genetico – raramente il paziente presenta familiari affetti da depressione o disturbi dell’umore – mentre risultano più importanti eventi psicosociali e patologie pregresse.
In merito a queste ultime, è importante ricordare che alcune condizioni, come ad esempio il diabete, il cancro, problemi cardiaci, possono peggiorare una condizione di depressione latente o viceversa.
Non sono affatto da sottovalutare gli effetti dell’invecchiamento del Sistema Nervoso Centrale sull’insorgenza di sintomi correlati alla depressione senile, così come quelli di alcuni farmaci assunti dai soggetti.
Riportiamo di seguito questo grafico elaborato dagli autori dell’articolo “Inquadramento diagnostico e gestione farmacologica della depressione senile”, pubblicato sul Giornale Italiano di Psicopatologia, nel quale si mostra il modello biopatogenetico della depressione senile.
Come affrontare la depressione senile
Abbiamo visto che la depressione negli anziani è molto più diffusa di quanto si possa pensare, e che diagnosticarla non è affatto semplice.
La prima cosa da fare è non sottovalutare determinati sintomi tipici della depressione, come:
- Persistente umore triste e/o ansioso;
- Sentimenti di disperazione, colpa, inutilità o impotenza;
- Irritabilità, irrequietezza o difficoltà a stare seduti e fermi;
- Perdita di interesse in attività una volta piacevoli;
- Diminuzione di energia o affaticamento;
- Rallentamento nei movimenti e nel linguaggio;
- Difficoltà a concentrarsi, ricordare, prendere decisioni;
- Difficoltà a dormire, risveglio mattutino o sonno eccessivo;
- Mangiare più o meno del solito, con aumento o perdita di peso non pianificati né giustificati da altre condizioni;
- Pensieri di morte o suicidio, o tentativi di suicidio;
- Dolori, mal di testa, crampi o problemi digestivi senza una chiara causa fisica e/o che non si alleviano con il trattamento;
- pianto frequente.
Se questi sintomi persistono per più di 2 settimane, possono essere il segnale di un disturbo depressivo, e vanno subito segnalati al proprio medico, che potrà avviare una serie di accertamenti diagnostici.
La letteratura disponibile ad oggi evidenzia una maggiore frequenza di casi di depressione senile lieve, che potrebbe essere affrontata puntando sulla terapia della parola e/o optando per integratori per la depressione (integratori nutraceutici altamente efficaci e sicuri), riservandosi nei casi poco responsivi i classici psicofarmaci.
Vista anche la complessità della diagnosi, rivolgiti sempre al tuo medico o ad uno specialista in grado di seguirti secondo le tue necessità.
Attenzione!
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