Il disagio psicologico in Italia: giovani, anziani e donne i più colpiti

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La salute mentale è una componente essenziale del nostro benessere complessivo, messa purtroppo a dura prova negli ultimi anni. Fattori come l’isolamento causato dalla pandemia, l’incertezza legata alle sfide climatiche e la crescente minaccia dei conflitti armati hanno inciso profondamente sul benessere psicologico, colpendo in modo particolare le fasce più vulnerabili come bambini, giovani e anziani.

Anche in Italia il disagio psicologico è una realtà in crescita, con un impatto più marcato su giovani, anziani e, in particolare, sulle donne

Questa tendenza non è un fenomeno isolato, ma si inserisce nel più ampio quadro delle profonde trasformazioni che stanno ridisegnando il nostro Paese: dai mutamenti demografici e del mercato del lavoro, fino alle variazioni nei livelli di istruzione e nelle condizioni socio-economiche, come evidenziato dal Rapporto annuale 2025 elaborato dall’ISTAT.

Lo stato della salute mentale in Italia

Per misurare il benessere psicologico della popolazione, l’Italia utilizza l’Indice di Salute Mentale (MHI-5), uno strumento che rileva sintomi di ansia, depressione e perdita di controllo, oltre al benessere percepito. L’indice, integrato nel sistema del Benessere equo e sostenibile (Bes), assegna un punteggio da 0 a 100, dove valori più alti indicano una migliore salute mentale.

Nel 2024, il valore medio nazionale per le persone con più di 14 anni si attesta su 68,4 punti. Questo dato, tuttavia, nasconde profonde differenze legate all’età, al genere e al contesto socio-economico.

Le fragilità di giovani e anziani: il peso dell’età e del genere

L’analisi per fasce d’età rivela che il benessere psicologico tende a diminuire con il passare degli anni

Se i giovani tra i 14 e i 24 anni mostrano le condizioni migliori (70,4 punti), la situazione peggiora progressivamente fino a raggiungere il valore minimo tra gli over 75 (65,1 punti).

A questa dinamica si sovrappone un persistente divario di genere, che penalizza sistematicamente le donne in ogni fascia d’età

Per approfondire questo aspetto, invitiamo a leggere il nostro articolo Perché la depressione è più diffusa tra le donne che tra gli uomini?.

Il dato più allarmante riguarda proprio i più giovani: tra i 14 e i 24 anni, la differenza tra ragazzi (73,3 punti) e ragazze (67,2) è di ben 6,1 punti, quasi il doppio rispetto ai 3,4 punti registrati nel 2019. 

Anche tra gli anziani il divario è netto, con gli uomini a 68,5 punti e le donne a 62,7.

L’eredità della pandemia

La pandemia di COVID-19 ha lasciato un’eredità pesante e diseguale. Le giovani donne (14-24 anni), che hanno toccato il loro picco di disagio nel 2021, non sono ancora riuscite a recuperare i livelli di benessere pre-pandemici

Al contrario, i loro coetanei maschi si erano già riallineati ai valori del 2019 nel corso del 2022.

Disuguaglianze territoriali e un’inversione di tendenza

Il quadro territoriale presenta dinamiche complesse e quasi speculari a seconda dell’età. Sebbene il divario complessivo tra Nord (68,7) e Mezzogiorno (68,2) sia contenuto, emerge che i giovani fino a 24 anni stanno peggio al Nord, mentre a partire dai 45 anni sono i residenti del Mezzogiorno a mostrare un benessere psicologico inferiore.

Un’ultima, sorprendente inversione di tendenza riguarda il livello di istruzione. Tra gli adulti di 25-44 anni, le persone con una laurea registrano oggi condizioni di salute mentale peggiori (68,5 punti) rispetto a chi possiede un titolo di studio più basso (70,0 punti), ribaltando completamente la situazione del 2019.

Disagio psicologico: i segnali di un problema

Oltre all’Indice di Salute Mentale summenzionato, il report ISTAT fornisce altri dati che confermano un quadro complesso e gettano luce sulle manifestazioni concrete del disagio psicologico in Italia.

Un primo segnale tangibile emerge dal crescente ricorso ai farmaci. Dopo un quinquennio di relativa stabilità, il consumo di antidepressivi è in costante aumento: è passato dalle 42,8 dosi giornaliere per mille abitanti del 2019 alle 47,1 del 2023.

Ancor più preoccupante è l’andamento dei suicidi. Sebbene in Italia il fenomeno sia più contenuto rispetto ad altri Paesi europei, dopo un decennio di calo si è registrata un’inversione di tendenza tra il 2020 e il 2021. L’allarme riguarda soprattutto i più giovani. Nel 2021, il tasso tra i 15-19enni è cresciuto significativamente, portando i decessi da 71 a 94. Questa tragica tendenza è proseguita nel 2022, colpendo la fascia dei 20-24enni, con un aumento che ha portato i decessi da 112 a 141.

Per approfondire, consigliamo anche la lettura degli articoli Gli adolescenti di oggi sono sempre più soli e fragili? e Il fenomeno Hikikomori tra gli adolescenti italiani: un’epidemia preoccupante.

Come già accennato prima, però, questi dati non emergono dal nulla, ma si inseriscono in un contesto di crescente vulnerabilità. Negli ultimi anni, il benessere della popolazione, in particolare di bambini, giovani e anziani, è stato minato da fattori come l’isolamento pandemico, l’incertezza legata alla crisi climatica e, sempre più, i conflitti internazionali.

Infine, emerge un legame diretto tra il benessere psicologico e la percezione generale del proprio stato di salute. Specialmente tra i giovani, a un peggioramento della salute mentale si accompagna una valutazione più negativa della propria condizione fisica e sociale, confermando quanto mente e corpo siano indissolubilmente legati.

Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.

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