Nell’ambito dei disturbi depressivi, il DSM-V riporta anche la cosiddetta distimia, altrimenti nota come disturbo depressivo persistente, definita come una forma più cronica di depressione, che può essere diagnosticata quando il disturbo dell’umore persiste per almeno due anni negli adulti o un anno nei bambini e negli adolescenti.
A differenza della depressione maggiore, però, la distimia presenta una sintomatologia più lieve, seppur, per sua stessa definizione, persistente, di conseguenza invalidante sul medio e lungo periodo, compromettendo la qualità della vita del soggetto che ne è affetto.
Purtroppo, la caratteristica principale della distimia, quindi il suo essere duratura nel tempo ma lieve, porta molte persone a sottovalutarne le manifestazioni, considerandole come frutto del carattere un po’ cupo e malinconico dell’individuo e non per quello che è davvero, una malattia.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la distimia (o disturbo depressivo persistente), quali sono i sintomi principali e come si affronta in modo adeguato.
Cos’è la distimia
Come accennato, la distimia o disturbo depressivo persistente consiste in una condizione caratterizzata da un umore depresso che si manifesta per la maggior parte della giornata, per più giorni, per almeno due anni negli adulti, o per almeno un anno in bambini e adolescenti.
Nel DSM-V si specifica che la depressione maggiore può precedere il disturbo depressivo persistente, e che durante il disturbo depressivo persistente possono verificarsi episodi di depressione maggiore, questo vuol dire che, seppur in forma più lieve, una distimia non trattata può evolvere in senso negativo.
Questa condizione ha spesso un esordio precoce, quindi durante l’infanzia, l’adolescenza o l’inizio dell’età adulta, ed è cronica. Ecco perché chi ne è affetto sin dall’infanzia tende a derubricare il disturbo, e l’umore perennemente tendente al triste e al malinconico, ad un banale “sono sempre stato così”, ritardando la diagnosi e, di conseguenza, l’intervento.
Come si diagnostica la distimia?
Per giungere ad una diagnosi, il DSM-V elenca alcuni criteri da rispettare, di cui il primo è quello già segnalato, ovvero la presenza di umore depresso per la maggior parte della giornata, per più giorni, per almeno due anni negli adulti e un anno nei bambini e negli adolescenti.
Gli altri criteri diagnostici sono i seguenti:
- presenza, mentre si è depressi, di due (o più) dei seguenti elementi:
- scarso appetito o eccesso di cibo;
- insonnia o ipersonnia;
- bassa energia o affaticamento;
- bassa autostima;
- scarsa concentrazione o difficoltà a prendere decisioni;
- sentimenti di disperazione.
- presenza costante, per almeno 2 mesi, di umore depresso e di uno o più dei sintomi appena elencati;
- possibile presenza continuativa (per due anni o un anno) dei criteri per un disturbo depressivo maggiore;
- assenza di episodi maniacali o di ipomania e dei criteri diagnostici individuati per il disturbo ciclotimico;
- il disturbo non è meglio spiegato da un disturbo schizoaffettivo persistente, da schizofrenia, da un disturbo delirante o altro spettro schizofrenico specificato o non specificato, e da altri disturbi psicotici;
- i sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza (abuso di droga, terapia farmacologica, ecc…) o di un’altra condizione medica, come ad esempio l’ipotiroidismo;
- i sintomi causano disagio clinicamente significativo o menomazione in ambito sociale, lavorativo, o altre importanti aree di funzionamento.
Quindi, volendo sintetizzare quanto indicato nel manuale, per giungere ad una diagnosi di distimia (disturbo depressivo persistente) è necessario che i sintomi siano presenti per un lungo periodo di tempo, in modo costante, con un periodo massimo di benessere non superiore ai due mesi.
I sintomi principali della distimia
Abbiamo visto che la distimia è caratterizzata dalla presenza di un disturbo dell’umore persistente e molto duraturo, ma in che modo si manifesta? Quali sono i campanelli d’allarme da tenere sotto controllo?
Ecco i sintomi principali a cui prestare attenzione per giungere ad una diagnosi di disturbo depressivo persistente:
- perdita di interesse per le attività quotidiane;
- tristezza, senso di vuoto e umore depresso;
- stanchezza e mancanza di energia;
- bassa autostima, eccessiva tendenza all’autocritica o a sentirsi incapaci;
- problemi di concentrazione e difficoltà a prendere decisioni;
- irritabilità o rabbia eccessiva;
- disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
- tendenza ad evitare le attività sociali;
- sentimenti di colpa e preoccupazioni per il passato;
- scarso appetito o eccesso di cibo;
- problemi di sonno;
- nei bambini, i sintomi del disturbo depressivo persistente possono includere umore depresso e irritabilità.
Essere affetti da questa forma depressiva può influenzare molto negativamente la propria vita, riducendone la qualità, con potenziali complicanze, come ad esempio:
- depressione maggiore, disturbi d’ansia e altri disturbi dell’umore;
- abuso di sostanze;
- difficoltà relazionali e conflitti familiari;
- problemi a scuola e/o a lavoro e diminuzione della produttività;
- dolore cronico e malattie mediche generali;
- pensieri o comportamenti suicidi;
- disturbi della personalità o altri disturbi della salute mentale.
Ma dalla depressione si guarisce, anche dalla distimia, a patto che la si affronti in modo corretto, affidandosi alle mani esperte di medici specialisti.
Quali sono i rimedi per la distimia
Come per altre forme di disturbi dell’umore, è importantissimo mettere in campo un mix di approcci al fine di tenere sotto controllo i sintomi e migliorare la qualità della vita.
L’approccio terapeutico può variare in base a diversi fattori, come l’età del soggetto, la severità dei sintomi, eventuali comorbidità, ma in linea generale si tende a raccomandare le seguenti azioni:
- avviare un percorso di psicoterapia;
- assumere, dietro stretto controllo medico, antidepressivi SSRI;
- nelle forme più lievi, valutare l’impiego di integratori nutraceutici e rimedi naturali contro la depressione, al fine di ridurre gli effetti collaterali degli psicofarmaci;
- svolgere attività fisica in modo regolare;
- seguire una corretta alimentazione, evitando o riducendo alcuni cibi, in linea con quanto prescritto dalla psicobiotica;
- praticare esercizi di mindfulness;
- evitare il consumo di alcolici e sostanze stupefacenti.
Con un percorso terapeutico adeguato, cucito sulle proprie esigenze, si può tenere sotto controllo i sintomi della distimia e vivere una vita piena e soddisfacente, anche grazie alla presenza di persone care che affiancano il paziente.
Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.