Disturbi alimentari e immagine corporea nell’era dei social

Disturbi Alimentari Social Media

I disturbi alimentari, anche noti come disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) o disturbi della condotta alimentare (DCA), costituiscono in Italia e nel mondo un grave problema di salute pubblica che, negli ultimi anni, ha assunto le caratteristiche di una vera e propria epidemia sociale, interessando fasce d’età sempre più ampie, inclusa l’età prepubere e il mondo maschile, in passato meno esposto a queste condizioni. 

Parallelamente a questa preoccupante diffusione, si assiste a una crescente centralità delle piattaforme di social media nella vita quotidiana, soprattutto tra gli adolescenti e i giovani adulti. Questi ambienti virtuali sono diventati potenti strumenti di socializzazione, informazione e, in misura significativa, di confronto sociale, in particolare per quanto concerne l’immagine corporea, da sempre fortemente influenzata dai canoni estetici promossi dalla società e dai media. 

Nell’era dei social network, però, questa influenza si amplifica e si trasforma, esponendo gli utenti a standard di bellezza spesso irrealistici e idealizzati, veicolati da celebrità, influencer e comunità online. 

Diversi studi hanno dimostrato come la frequenza d’uso e le dinamiche proprie dei social media, come la ricerca di “mi piace” e l’interazione con contenuti incentrati sull’aspetto fisico, possano contribuire all’insoddisfazione corporea e all’aspirazione a ideali fisici estremi.

In questo scenario, emerge una relazione complessa e potenzialmente insidiosa tra l’utilizzo dei social media, la percezione dell’immagine corporea e lo sviluppo o il mantenimento dei disturbi alimentari

La diffusione di contenuti che promuovono stili di vita “pro anoressia” o diete restrittive non validate scientificamente, unitamente al fenomeno del confronto sociale costante, rappresentano fattori di rischio da non sottovalutare

Approfondiamo insieme questa relazione, analizzando come l’era dei social media influenzi l’immagine corporea e possa contribuire alla vulnerabilità nei confronti dei disturbi alimentari.

Quali sono i disturbi alimentari?

Prima di concentrarci sul rapporto tra social media e disturbi della condotta alimentare, è forse opportuno ricordare cosa rientra in questa definizione. 

Secondo quanto riportato nel DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), i disturbi alimentari sono patologie molto gravi caratterizzate da un’importante compromissione psicologica e fisica, con conseguenze sul funzionamento sociale e sulla qualità della vita. 

Ma quali sono? 

  • Pica: consiste nell’ingestione persistente di sostanze non alimentari (es. terra, gesso, carta) per almeno un mese, in modo inappropriato rispetto allo sviluppo della persona.
  • Disturbo da ruminazione: caratterizzato da rigurgito ripetuto di cibo che viene rimasticato, reingerito o sputato. Non è dovuto a condizioni mediche e può causare malnutrizione o perdita di peso.
  • Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo: disturbo in cui l’individuo evita o limita l’assunzione di cibo, portando a carenze nutrizionali, perdita di peso e interferenze con la crescita o la salute. Non è legato a preoccupazioni per il peso o la forma corporea.
  • Anoressia nervosa: caratterizzata da restrizione dell’assunzione di cibo, paura intensa di ingrassare e alterata percezione del proprio corpo. Può portare a gravi complicanze fisiche e psicologiche.
  • Bulimia nervosa: alternanza tra episodi di abbuffate compulsive e comportamenti compensatori (vomito autoindotto, digiuno, esercizio fisico eccessivo, uso improprio di lassativi o diuretici) per evitare l’aumento di peso.
  • Binge-Eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata): episodi ricorrenti di abbuffate compulsive senza l’adozione di condotte compensatorie, spesso accompagnati da sensi di colpa, vergogna e disagio emotivo.
  • Altri disturbi specificati della nutrizione o dell’alimentazione (OSFED): disturbi alimentari che non soddisfano pienamente i criteri diagnostici degli altri, ma causano comunque disagio clinico significativo (es. anoressia atipica, bulimia con episodi meno frequenti, sindrome da alimentazione notturna).
  • Disturbo dell’alimentazione non specificato: categoria residuale per disturbi alimentari che causano disagio e compromissione della vita quotidiana, ma non rientrano nei criteri delle altre diagnosi specifiche.

I disturbi alimentari tra gli adolescenti

Quanto sono diffusi questi disturbi tra gli adolescenti? Purtroppo, sono piuttosto comuni

Secondo quanto dichiarato dalla presidente della Società italiana di Pediatria, Rino Agostiniani, in occasione della Giornata mondiale del Fiocchetto Lilla dedicata ai disturbi del comportamento alimentare che ricorre il 15 marzo, dai primi anni 2000 a oggi il numero di persone con disturbi alimentari in Italia è passato da 300 mila a oltre 3 milioni, e potrebbe essere persino sottostimato. 

Particolarmente preoccupante è l’abbassamento dell’età di esordio, con circa il 30% delle persone colpite che ha meno di 14 anni, con casi diagnosticati già tra gli 8 e i 10 anni.

Questi numeri potrebbero addirittura essere più alti se si considerano anche quei ragazzi che hanno problemi con l’alimentazione ma non soddisfano completamente tutti i criteri per una diagnosi.

Negli ultimi anni, si è notato un aumento dei casi di disturbi alimentari tra i giovani, e l’età in cui questi problemi iniziano sembra abbassarsi. Anche se i disturbi alimentari sono più frequenti nelle ragazze, il numero di ragazzi che ne soffrono è in crescita, in alcuni casi in combinazione con un’ossessione per avere un corpo molto muscoloso (bigoressia).

Perché gli adolescenti soffrono di disturbi alimentari? 

Ci sono diverse ragioni. Tra queste, un ruolo importante sembra averlo la pressione sociale e l’immagine del corpo promossa dai social media. Vedere continuamente foto di persone molto magre o muscolose può portare i ragazzi e le ragazze a confrontarsi e a sentirsi insoddisfatti del proprio corpo. 

La ricerca continua di “like” e commenti può far credere che solo avendo un certo aspetto si possa essere accettati.

Anche le difficoltà emotive, lo stress, la storia familiare e alcuni tratti della personalità possono contribuire allo sviluppo di un disturbo alimentare. 

Durante periodi difficili, come la pandemia da COVID-19, molti adolescenti hanno sperimentato più stress e cambiamenti nelle loro abitudini, il che ha portato a un aumento dei problemi alimentari.

Cosa fare? 

Innanzitutto, è fondamentale ricordare che i disturbi alimentari sono malattie serie e non semplici “capricci”. Se si sperimentano problemi con il cibo o con la propria immagine corporea, o si conosce qualcuno con questi disagi, la prima cosa da fare è cercare aiuto, parlandone con un genitore, un insegnante, un amico fidato o un professionista della salute (come un medico o uno psicologo).

Intervenire precocemente è molto importante perché aumenta le possibilità di guarigione. Esistono infatti diverse cure e terapie che possono aiutare le persone a superare i disturbi alimentari e a ritrovare un rapporto sano con il cibo e con il proprio corpo. Non bisogna aver paura o vergogna di chiedere aiuto: prendersi cura della propria salute è la cosa più importante.

L’avvento dei social media: qual impatto sui disturbi alimentari

L’avvento dei social media ha rappresentato un cambiamento significativo nel modo in cui gli adolescenti e i giovani socializzano e si confrontano con gli altri. Le ricerche, ma anche la semplice osservazione quotidiana, evidenziano come queste piattaforme siano diventate parte integrante della vita quotidiana di questa fascia d’età, influenzando profondamente la loro psiche e la percezione di sé.

I social media offrono nuove modalità per comunicare, costruire relazioni, imparare e intrattenersi. Piattaforme come Instagram, TikTok, Facebook e Snapchat sono utilizzate quotidianamente da una percentuale elevatissima di adolescenti. Questo utilizzo è aumentato significativamente con eventi come la pandemia da COVID-19, che ha spostato molte attività online.

Tuttavia, i social media si configurano anche come un potente strumento di confronto sociale, spesso pericoloso. Gli utenti, in particolare gli adolescenti, tendono a paragonare la propria immagine con quella altrui, percependo i social network come una sorta di metro di giudizio basato sulla comparazione. Questo confronto è alimentato dalla continua ricerca di “mi piace” e dalla validazione online, che può generare stati di ansia ed effetti negativi sull’autostima e sulla percezione del proprio corpo.

Gli studi sottolineano come sui social media vengano promossi ideali di bellezza spesso irrealistici, idealizzando corpi magri o eccessivamente in forma. Sia chiaro, tutto questo avveniva anche prima dell’avvento dei social, grazie alla tv, al cinema, alle riviste, ma le nuove piattaforme hanno esacerbato il problema, creando un circolo vizioso difficile da spezzare:

  • l’esposizione a queste immagini può portare all’internalizzazione di standard di bellezza irraggiungibili e al desiderio di assomigliare a celebrità o influencer che spesso promuovono stili di vita non salutari o apparenze fisiche modificate con filtri ed editing. Questo processo può contribuire allo sviluppo di insoddisfazione corporea e all’insorgenza o al mantenimento di disturbi del comportamento alimentare (DCA);
  • la visualizzazione di fotografie sui social network può contribuire all’insorgenza di disturbi nella percezione dell’immagine corporea;
  • i numero di “mi piace” ricevuti da una foto può influenzare l’insoddisfazione rispetto al proprio corpo;
  • la possibilità di seguire celebrità, spesso sottopeso o particolarmente in forma, si associa all’aspirazione a un ideale fisico che promuove l’insorgenza o la persistenza di un DCA, dismorfofobia e anoressia;
  • ragazze e ragazzi utilizzano sempre più spesso i social media per parlare del proprio aspetto fisico e delle proprie abitudini alimentari, scambiandosi consigli su come perdere peso, anche all’interno di comunità virtuali che promuovono la filosofia dell’estrema magrezza (“pro anoressia”);
  • vengono diffuse diete di esclusione promosse dal mondo digitale, non sempre scientificamente valide, con l’obiettivo di controllare la forma fisica.

La letteratura scientifica supporta l’associazione tra l’uso dei social media e problemi di body image, disturbi alimentari e una peggiore salute mentale, attraverso meccanismi come il confronto sociale, l’internalizzazione dell’ideale di magrezza/forma fisica e l’auto-oggettivazione.

Tuttavia, riconosce la doppia natura dei social media. Se da un lato possono rappresentare un rischio, dall’altro possono anche essere utilizzati come strumento per un impatto positivo. La condivisione di esperienze positive legate alla gestione dei disturbi, la creazione di reti di supporto virtuali e forum educativi online possono promuovere comunità online supportive che valorizzano la salute mentale e il benessere. È fondamentale promuovere una maggiore alfabetizzazione mediatica per aiutare gli adolescenti a sviluppare un senso critico nei confronti dei messaggi veicolati dai social media.

Fonti

Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.

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