Quali sono e come si curano i disturbi dissociativi

Quali Sono E Come Si Curano I Disturbi Dissociativi

Nell’immaginario collettivo si è soliti associare i pazienti affetti da disturbi dissociativi a comportamenti violenti e aggressivi, ma si tratta di uno stereotipo, frutto principalmente dell’ignoranza in termini di problemi di salute mentale, come la depressione o i disturbi d’ansia.

Può capitare, è ovvio, che qualcuno affetto da questa condizione indugia in comportamenti pericolosi per sé stesso e per gli altri, ma si tratta di una minoranza; nella maggior parte dei casi si tratta solo di persone in difficoltà, che avrebbero bisogno di aiuto e non di essere giudicate in maniera frettolosa. 

Come vedremo più nel dettaglio, la dissociazione è uno dei modi in cui la mente affronta uno stress eccessivo, ad esempio durante un evento traumatico, e può presentarsi con differenti sintomi

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa sono i disturbi dissociativi, quali sono, come si manifestano e quali sono le cure possibili.  

Cosa sono i disturbi dissociativi?

Secondo la definizione contenuta nel DSM-V, i disturbi dissociativi sono caratterizzati da 

“un’interruzione e/o discontinuità nella normale integrazione di coscienza, memoria, identità, emozione, percezione, rappresentazione corporea, controllo motorio e comportamento. I sintomi dissociativi possono potenzialmente interrompere ogni area del funzionamento psicologico.”

Cosa vuol dire? I pazienti affetti da questi disturbi sperimentano dei momenti, più o meno lunghi, in cui perdono coscienza di sé, della propria identità, memoria e percezione fisica ed emotiva, dissociandosi, appunto, dalla realtà.

Nel summenzionato manuale di psicopatologia troviamo i disturbi dissociativi subito dopo la sezione dedicata ai “Trauma and stress-related disorders”, in italiano “Disturbi correlati a traumi e stress”, e non è un caso; in effetti, queste patologie sono molto spesso una conseguenza di esperienze traumatiche, come abusi sessuali o fisici, violenza o altre situazioni estreme, che la persona ha subito nel corso della sua vita e che non riesce a gestire emotivamente. 

“I disturbi dissociativi si riscontrano frequentemente all’indomani del trauma e molti dei sintomi, inclusi l’imbarazzo e la confusione sui sintomi o il desiderio di nasconderli, sono influenzati dalla vicinanza al trauma.”

Cosa sono gli episodi dissociativi?

Come spiegato prima, chi soffre di disturbi dissociativi vive dei momenti di totale sconnessione, anche denominati episodi dissociativi.  

Cosa sono? Si tratta di esperienze in cui una persona sperimenta un temporaneo e parziale distacco dalla realtà, dal proprio corpo, dalle proprie emozioni o dai propri ricordi

Gli episodi dissociativi possono assumere diverse forme e sintomi, che coincidono con i tre tipi di disturbi dissociativi esistenti, ovvero:

  • amnesia dissociativa: la persona si dimentica completamente di eventi importanti o di periodi di tempo più o meno lunghi della propria vita, come se li rimuovesse del tutto;
  • depersonalizzazione: la persona si sente come se stesse guardando se stessa dall’esterno del proprio corpo, o come se non fosse connessa con il proprio corpo o con la propria identità;
  • derealizzazione: la persona percepisce il mondo circostante come strano o irreale, o come se stesse osservando il mondo attraverso un filtro.

Gli episodi dissociativi possono essere causati da vari fattori, in particolare da: 

Nel caso dell’amnesia, il disturbo dissociativo è da individuare quasi sempre in traumi infantili, e in particolare in esperienze di abuso e abbandono emotivo. 

Per quanto riguarda invece gli episodi di depersonalizzazione e derealizzazione, i sintomi possono iniziare nella prima infanzia; l’età media in cui una persona sperimenta per la prima volta il disturbo è 16 anni, mentre meno del 20% delle persone manifesta i primi sintomi dopo i 20 anni.

Come si manifesta la dissociazione?

All’interno del DSM-V possiamo trovare una suddivisione dei sintomi dei disturbi in due gruppi:

  • sintomi dissociativi “positivi”: sono vissuti come intrusioni indesiderate nella consapevolezza e nel comportamento, accompagnate da perdite di continuità nell’esperienza soggettiva;
  • sintomi dissociativi “negativi”: consistono nell’incapacità di accedere alle informazioni o per controllare funzioni mentali che normalmente sono prontamente suscettibili all’accesso o al controllo, come nel caso dell’amnesia.

Ma come si manifesta questo stato dissociativo della persona? Attraverso i seguenti segnali:

  • esistenza di due o più identità distinte, da cui l’espressione “disturbo di personalità multipla”, accompagnate da cambiamenti nel comportamento, nella memoria e nel pensiero. I segni e i sintomi possono essere osservati da altri o riportati dal paziente che li sperimenta;
  • lacune continue nella memoria di eventi quotidiani, informazioni personali e/o eventi traumatici passati;

Per essere considerati disturbi dissociativi, questi sintomi devono causare disagio significativo o problemi nel funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree, e non essere riconducibili a pratiche culturali o religiose ampiamente accettate in vari Paesi del mondo. 

Inoltre, è importante sottolineare che questi cambiamenti devono avvenire in maniera repentina, inattesa e involontaria.

La dissociazione può essere però anche un sintomo di altri disturbi psicologici, come il disturbo post-traumatico da stress, la depressione, l’ansia o il disturbo borderline di personalità

Come si curano i disturbi dissociativi?

Il trattamento della dissociazione dipende dalla causa sottostante e può includere:

  • la psicoterapia: le terapie della parola sono il trattamento raccomandato per i disturbi dissociativi. La consulenza o la psicoterapia possono aiutare il paziente a sentirsi più sicuro in sé stesso, a esplorare ed elaborare eventi traumatici del passato, a capire quindi le ragioni alla base della dissociazione. Possono anche supportarlo nello sviluppo di nuovi modi di gestire le emozioni e le relazioni;
  • la terapia cognitivo-comportamentale: si tratta di un tipo comune di terapia della parola, che prevede un lavoro svolto con un consulente di salute mentale in modo strutturato, frequentando un numero limitato di sessioni. Questo approccio aiuta a prendere coscienza del pensiero negativo per visualizzare le situazioni difficili in modo più chiaro e rispondere ad esse in maniera più efficace;
  • l’uso di farmaci: non esistono farmaci specifici per trattare direttamente i sintomi dei disturbi dissociativi, tuttavia, possono essere utilizzati dei prodotti ideati per il trattamento di condizioni correlate, come gli antidepressivi o degli integratori nutraceutici per le forme depressive più lievi.

Una tecnica un po’ meno diffusa, e non sempre adeguata allo scopo, consiste nell’EMDR, acronimo di Eye movement desensitisation and reprocessing, in italiano “Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”. Si tratta di una tecnica creata per aiutare le persone a elaborare i ricordi traumatici

Nel caso dei disturbi dissociativi, si concentra su ricordi specifici per periodi di tempo più brevi, al fine di evitare che una grande quantità di ricordi traumatici emergano troppo velocemente, che può rendere l’esperienza meno intensa. 

L’EMDR dovrebbe essere usato solo da professionisti che conoscono il trattamento dei disturbi dissociativi.

Bibliografia

Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.

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