Nel precedente articolo, al cui interno abbiamo provato a delineare le principali differenze tra ansia e depressione, si è fatto riferimento alla classificazione dell’Ansia secondo il DSM-5. Questa classificazione comprende, tra le varie patologie, anche il cosiddetto “disturbo d’ansia generalizzato”.
Volendo dare una breve definizione di questa patologia – che approfondiremo nel corso di questo articolo – potremmo dire che si tratta di una sensazione di ansia costante e immotivata, innescata da molteplici fattori legati alla vita quotidiana.
Tutti proviamo ansia, in alcuni casi generata da eventi specifici che ci spaventano, ma questo non vuol dire che siamo tutti affetti da un disturbo patologico da curare.
In effetti, sono da considerare patologiche solo quelle manifestazioni di ansia tali da provocare un impedimento allo svolgimento delle normali attività quotidiane, e un senso di sofferenza fisica notevole.
Una delle forme di ansia più diffuse a livello globale è, appunto, il disturbo d’ansia generalizzato, che colpisce circa il 5% della popolazione generale, e circa il 12% dei pazienti affetti da disturbi d’ansia, con una prevalenza riscontrata nella popolazione femminile.
Ma in cosa consiste il disturbo d’ansia generalizzato, quali sono le cause scatenanti, le caratteristiche, i sintomi e come si diagnostica?
Scopriamolo insieme.
Cos’è il disturbo d’ansia generalizzato
Il disturbo d’ansia generalizzato consiste in una eccessiva ansia e preoccupazione rispetto all’evento temuto, è inoltre pervasivo e difficilmente controllabile dal soggetto.
Rispetto ad altri disturbi d’ansia, come ad esempio la fobia sociale o il disturbo da attacchi di panico, che sono spesso riconducibili a preoccupazioni specifiche e circoscritte, nel GAD invece le preoccupazioni non riguardano un tema specifico ma sono estese ai diversi ambiti della vita del paziente.
Le preoccupazioni riguardano temi della vita quotidiana come la famiglia, la situazione economica, il lavoro e la salute personale.
Chi soffre di disturbo d’ansia generalizzata riferisce una sintomatologia ansiosa presente per tutta la giornata, per tutti i giorni ed inoltre uno stato di costante preoccupazione nei confronti del futuro, insieme ad uno stato di tensione e di inquietudine diffusa, tale da ridurre la qualità di vita del soggetto ed anche la funzionalità lavorativa.
È importante sottolineare, però, che si tratta di un’ansia per niente giustificata dai fatti, venendo a mancare il potenziale e concreto pericolo imminente.
Per fare un esempio semplice, rientra nel disturbo d’ansia generalizzato – non necessariamente patologico – la preoccupazione perenne di un genitore nei confronti dei figli quando sono fuori casa.
Come distinguere il disturbo d’ansia generalizzato dall’ansia non patologica
All’interno del DSM-5 si sottolinea la differenza tra il disturbo d’ansia generalizzato e l’ansia non patologica.
Come abbiamo accennato prima, infatti, soffrire di disturbo d’ansia generalizzato in modo patologico vuol dire sperimentare reazioni tali da rendere difficili anche la azioni più banali e da provocare una somatizzazione, con conseguenti disagi fisici anche invalidanti.
Tutto questo tende, com’è facile immaginare, ad acuirsi nei periodi di particolare stress o in seguito ad eventi scatenanti.
Per distinguere il DAG e l’ansia non patologica il manuale indica 3 elementi:
- le preoccupazioni associate al disturbo d’ansia generalizzato sono eccessive e in genere interferiscono significativamente con il funzionamento psicosociale, mentre le preoccupazioni della vita quotidiana non sono eccessive e sono percepite come più gestibili e possono essere rimandati di fronte a situazioni più urgenti;
- le preoccupazioni associate al disturbo d’ansia generalizzato sono più pervasive, pronunciate e angosciante, tendono ad avere una durata maggiore e si verificano frequentemente senza un evento scatenante;
- le preoccupazioni quotidiane presentano molte meno probabilità di essere accompagnate da sintomi fisici (ad es. irrequietezza o sensazione di eccitazione).
È importante fare questa distinzione, per evitare di confondere una normale sensazione di ansia, che tutti sperimentiamo nel corso della vita, da un disturbo patologico, che richiede un trattamento e una terapia.
Quando si manifesta per la prima volta il disturbo d’ansia generalizzato?
I pazienti affetti da disturbo d’ansia generalizzato hanno spesso difficoltà a individuare il momento esatto, o almeno il periodo, in cui si è manifestata per la prima volta questo disagio.
Trattandosi, infatti, di una sensazione di ansia e preoccupazione perenne e costante nel tempo, è difficile ricordare l’evento scatenante.
Nella maggior parte dei casi, attraverso un percorso psicoterapeutico, si riesce a risalire a quel momento preciso, molto spesso collocato in età precoce, durante l’infanzia o nel periodo adolescenziale, anche se non è infrequente un’apparizione dei sintomi intorno ai 30 anni.
Ovviamente, in base all’età le motivazioni che inducono reazioni di ansia eccessive sono diverse.
Nei più piccoli, ad esempio, sono spesso legate alla scuola o al raggiungimento di risultati degni delle proprie aspettative, ma anche dei genitori, mentre da adulti sono connesse a preoccupazioni di tipo finanziario, economico, familiare.
Quali sono i sintomi del disturbo d’ansia generalizzato
Abbiamo spiegato che i pazienti affetti da DAG sperimentano reazioni eccessivi assolutamente immotivate, capaci di provocare disagi sia fisici che psichici.
Quali sono, quindi, i sintomi associati a questa patologia?
- irrequietezza;
- sensazione di eccitazione;
- affaticamento;
- difficoltà di concentrazione;
- irritabilità;
- tensione muscolare;
- sonno disturbato.
- tremori, contrazioni;
- dolori muscolari o indolenzimento.
- eccessiva sudorazione;
- nausea;
- diarrea;
- frequenza cardiaca accelerata;
- mancanza di respiro;
- vertigini;
- sindrome dell’intestino irritabile;
- mal di testa.
La presenza di uno o più sintomi tra quelli elencati possono inficiare in modo netto sulla qualità della vita dei soggetti affetti da disturbo d’ansia generalizzato, così come sulla resa lavorativa.
Non è affatto infrequente che un disturbo d’ansia possa sfociare in episodi depressivi acuti, e condurre ad un abuso di sostanze, in particolare alcol, farmaci e droghe.
Come si diagnostica il disturbo d’ansia generalizzato
Ancora una volta dobbiamo ricorrere al manuale DSM-5, nel quale sono indicati i criteri diagnostici per effettuare, appunto, una diagnosi di disturbo d’ansia generalizzato.
Ecco quali sono questi criteri:
- Ansia e preoccupazione eccessive, che si verificano in più occasioni per almeno 6 mesi, su una serie di eventi o attività;
- L’individuo ha difficoltà a controllare la preoccupazione;
- L’ansia e la preoccupazione sono associate a tre (o più) dei seguenti sei sintomi (nei bambini è sufficiente la presenza di un solo sintomo):
- Irrequietezza o sensazione di essere al limite;
- Affaticamento;
- Difficoltà di concentrazione;
- Irritabilità;
- Tensione muscolare;
- Disturbi del sonno.
- L’ansia, la preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio o compromissione clinicamente significativi nelle aree di funzionamento sociale, professionale o di altro tipo;
- Il disturbo non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o ad un’altra condizione medica;
- Il disturbo non è meglio spiegato da un altro disturbo mentale.
Elevata comorbidità tra DAG e altri disturbi mentali (e non solo)
Effettuare una corretta diagnosi presuppone un’analisi molto ampia, resa necessaria soprattutto dall’elevata comorbidità tra il disturbo d’ansia generalizzato e altri disturbi mentali.
Come si legge in un articolo del 1998, redatto da Giovanni Fava, Chiara Rafanelli e Gianni Savron della Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Bologna (trovi qui lo studio sull’ ansia), e pubblicato sulla rivista “Caleidoscopio Italiano”, il 70-95% dei pazienti depressi, infatti, sono anche ansiosi mentre il 20-65% dei pazienti ansiosi possono diventare depressi.
Secondo le statistiche sull’ ansia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, si stima che 264 milioni di adulti in tutto il mondo soffrano di ansia.
Inoltre, è registrato un legame tra i disturbi d’ansia e i disturbi di personalità, la schizofrenia, la demenza senile, l’ipertiroidismo, l’abuso di droga e alcol, eccesso di caffeina, insonnia, disturbi gastrointestinali, continuo bisogno di urinare, tachicardia.
Quale terapia per il disturbo d’ansia generalizzato
Il medico che, in seguito ad una serie di accertamenti, diagnostica un disturbo d’ansia generalizzato, può indicare al paziente un percorso terapeutico, che comprende:
- psicoterapia, in particolare attraverso tecniche di rilassamento, training di controllo dell’ansia, terapia cognitivo comportamentale;
- l’assunzione di integratori/nutraceutici con Azione GABA-ergica senza sedazione e Azione neurotrasmettitoriale NA-5HTP;
- l’assunzione di farmaci a base di benzodiazepine, anche se diversi studi sottolineano una ridotta efficacia degli stessi contro i sintomi d’ansia generalizzata.
In ogni caso, è fondamentale non procedere in modo autonomo, rivolgendosi sempre al proprio medico per un consulto e un percorso terapeutico adeguato alle proprie esigenze.
Attenzione!
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