I soggetti affetti da disturbi della personalità, come nel caso del disturbo borderline di personalità, differiscono dagli altri nel modo di pensare, agire, vivere le emozioni e le relazioni sociali e familiari.
Come si legge nel DSM-V, il disturbo borderline di personalità consiste in un modello pervasivo di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e degli affetti e in una marcata impulsività, le cui cause non sono ancora oggi ben note e chiare.
Infatti, il DBP è molto trasversale, anche se tende a colpire in particolare soggetti che hanno subito traumi in età precoce, durante l’infanzia. È presente anche una importante componente ereditaria.
Vediamo insieme cos’è e in cosa consiste il disturbo borderline di personalità, quali sono i sintomi e come si affronta.
Cos’è il disturbo borderline di personalità
Secondo la definizione fornita dal National Institute of Mental Health (NIMH), il disturbo borderline di personalità è una malattia caratterizzata da un modello continuo di stati d’animo, immagine di sé e comportamento variabili.
Cosa vuol dire, in parole semplici? Che chi è affetto da questo disturbo tende a cambiare costantemente umore e comportamento, con una tendenza a compiere azioni impulsive e a causare problemi nelle relazioni.
Le persone con disturbo borderline di personalità possono sperimentare intensi episodi di rabbia, depressione e ansia, di durata varia, dalle poche ore a diversi giorni.
Quali sono i segnali di un disturbo borderline di personalità
Per eseguire una diagnosi di disturbo borderline di personalità si parte, come per tutti i disturbi mentali, dal DSM-V, nel quale sono elencati i seguenti segnali tipici di questa patologia.
Vediamo quali sono:
- sforzi eccessivi per evitare l’abbandono reale o immaginario, ad esempio tramite l’inizio di relazioni intime (fisiche o emotive) o la tendenza ad interrompere la comunicazione con qualcuno in previsione di essere abbandonato;
- sviluppo di un modello di relazioni intense e instabili con la famiglia, gli amici e le persone care, che spesso oscilla da estrema vicinanza e amore (la cosiddetta idealizzazione) a estrema antipatia o rabbia (svalutazione);
- disturbo dell’identità: immagine di sé o senso di sé marcatamente e persistentemente instabili;
- comportamenti impulsivi, autolesionistici e spesso pericolosi, come spese folli, sesso non sicuro, abuso di sostanze, guida spericolata e abbuffate;
- comportamento autolesionista, pensieri, gesti o minacce di suicido ricorrenti;
- instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore, ad esempio intensa disforia episodica, irritabilità o ansia, di solito della durata di poche ore e solo raramente di qualche giorno;
- sentimenti cronici di vuoto;
- rabbia inappropriata e intensa o problemi a controllare la rabbia;
- difficoltà a fidarsi, che a volte è accompagnata da una paura irrazionale delle intenzioni degli altri;
- sentimenti di dissociazione, come sentirsi tagliati fuori da se stessi, vedersi al di fuori del proprio corpo o sentimenti di irrealtà.
A questi criteri diagnostici, vanno aggiunti altri comportamenti diffusi tra i soggetti affetti da questa condizione, come la tendenza a sabotare risultati prossimi al raggiungimento.
Alcuni individui sviluppano sintomi di tipo psicotico, ad esempio allucinazioni, distorsioni dell’immagine corporea, e così via.
I sintomi del disturbo borderline di personalità possono presentarsi anche ad altri disturbi depressivi persistenti, come la bulimia, lo stress post traumatico, il deficit di attenzione/iperattività.
Come affrontare il disturbo borderline di personalità
Questo disturbo mentale è considerato molto difficile da trattare e affrontare, proprio per la sua natura così complessa.
Non potendo contare su un comportamento anche solo minimamente stabile da parte del paziente – a differenza di quello che accade con una condizione simile, ovvero il disturbo bipolare – è difficile innanzitutto convincere il soggetto a fidarsi di medici e specialisti.
Detto questo, molte persone con disturbo borderline possono beneficiare di cure psicologiche o farmacologiche.
Il trattamento può comportare sedute di psicoterapia, individuali o di gruppo, associate alla somministrazione di psicofarmaci e farmaci contro l’ansia.
La terapia richiede molto tempo, ma molti pazienti riescono a superare il disturbo, o almeno a tenerlo sotto controllo. È fortemente consigliata una terapia della parola anche per i familiari, che devono affrontare un percorso tutt’altro che facile.
Come ricorda il NIMH, molti fattori influenzano il tempo necessario ai sintomi per migliorare una volta iniziato la terapia, quindi è importante che le persone con disturbo borderline di personalità e i loro cari siano pazienti e ricevano un supporto adeguato durante il trattamento.
Attenzione!
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