A tutti capita, di tanto in tanto, di perdere la calma e vivere degli episodi di rabbia intensa; d’altronde, la rabbia è un’emozione umana, del tutto normale, soprattutto quando è difensiva, ma quando è premeditata o impulsiva è considerata patologica. Quando l’esternazione è sproporzionata rispetto all’evento scatenante, infatti, potrebbe essere associata al cosiddetto disturbo esplosivo intermittente.
Questo disturbo, inserito nel DSM (a partire dalla terza edizione, con questo termine specifico) nell’ambito dei disturbi del controllo degli impulsi e della condotta dirompenti, è caratterizzato da episodi frequenti di aggressività impulsiva e sfoghi d’ira che vanno oltre ciò che è considerato una reazione normale, ad esordio rapido e, in genere, un periodo prodromico breve o nullo, ovvero un preavviso quasi inesistente.
Questi episodi possono avere conseguenze devastanti, sia per la persona affetta dal disturbo che per chi le sta intorno, portando a conflitti relazionali, problemi lavorativi e, in alcuni casi, complicazioni legali.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è il disturbo esplosivo intermittente e come controllare la rabbia in modo efficace.
Cos’è il Disturbo Esplosivo Intermittente?
Il disturbo esplosivo intermittente (o DEI) è una condizione psicologica caratterizzata da episodi ricorrenti di esplosioni di rabbia incontrollata e comportamenti aggressivi sproporzionati rispetto alla situazione che li provoca.
È l’unica diagnosi psichiatrica dell’adulto per la quale l’aggressività patologica è primaria.
Le persone che soffrono di questo disturbo possono avere reazioni impulsive e violente, spesso verbali ma anche fisiche, che non riescono a controllare, nonostante successivamente riconoscano che tali reazioni siano eccessive o inappropriate.
Una delle caratteristiche principali del DEI è l’incapacità di gestire la frustrazione o la tensione in modo appropriato, portando a scoppi di aggressività che possono includere urla, minacce, attacchi fisici, e in alcuni casi, danni a oggetti o persone. Questi episodi non sono premeditati, e non sono nemmeno finalizzati al raggiungimento di uno scopo, come intimidire o manipolare, ma sono reazioni impulsive e istintive.
La sua incidenza è maggiore negli adolescenti e nei giovani adulti, e spesso chi ne soffre ha alle spalle una storia di traumi o abusi infantili.
Cause e fattori di rischio
Il disturbo esplosivo intermittente è, come spesso accade con le psicopatologie, il risultato di un’interazione complessa tra fattori biologici, genetici e ambientali. Sebbene non ci sia una singola causa che possa spiegare il disturbo, diverse ricerche hanno individuato una serie di fattori di rischio che aumentano la probabilità di svilupparlo.
Vediamo quali:
- fattori biologici: le persone con DEI mostrano spesso anomalie in alcune aree del cervello coinvolte nella regolazione delle emozioni, in particolare nell’amigdala, che è il centro del cervello responsabile delle risposte emotive, e nella corteccia prefrontale, che regola il controllo degli impulsi. È stato osservato che il livello di serotonina può essere più basso nelle persone affette da questo disturbo, portando a una ridotta capacità di gestire la rabbia e lo stress. Inoltre, si ritiene che lo squilibrio chimico in altre sostanze come la dopamina possa contribuire;
- fattori genetici: esiste una predisposizione genetica allo sviluppo di questa condizione. Le persone con una storia familiare di disturbi mentali, soprattutto quelli legati al controllo degli impulsi e all’aggressività, hanno una maggiore probabilità di sviluppare questo disturbo. Gli studi suggeriscono che ci sia una componente ereditabile che predispone alcune persone a una maggiore difficoltà nel controllare i propri impulsi aggressivi;
- fattori ambientali e psicologici: l’esperienza di traumi, abusi fisici o emotivi durante l’infanzia o l’adolescenza rappresenta un fattore di rischio significativo per lo sviluppo del DEI. I bambini che crescono in ambienti familiari disfunzionali, in cui la violenza o l’aggressività sono frequenti, possono interiorizzare questi comportamenti come modelli di risposta agli stimoli stressanti. Inoltre, situazioni di stress prolungato o conflitti continui possono contribuire a esacerbare le reazioni emotive. Anche la frustrazione sociale e le difficoltà economiche o relazionali possono innescare scoppi d’ira nelle persone predisposte. Vivere in ambienti in cui ci sono alti livelli di stress e conflitto, senza strategie adeguate per gestirli, può facilitare l’insorgenza di comportamenti esplosivi;
- altre condizioni psichiatriche: il DEI è spesso associato ad altre patologie psichiatriche, come la depressione, i disturbi d’ansia, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), il disturbo bipolare e il disturbo di personalità borderline. Questi disturbi possono contribuire ad amplificare la difficoltà nel controllo degli impulsi e nel gestire le emozioni;
- età e genere: il disturbo tende a manifestarsi più frequentemente negli adolescenti e nei giovani adulti, soprattutto di sesso maschile, sebbene possa colpire anche le donne. Il fatto che il DEI si manifesti principalmente durante la giovinezza potrebbe essere collegato alla maturazione incompleta delle aree cerebrali responsabili del controllo degli impulsi e della regolazione emotiva.
Sebbene le cause del DEI siano multifattoriali e complesse, è chiaro che il disturbo emerge dall’interazione di predisposizioni biologiche e genetiche con l’ambiente e le esperienze di vita della persona. Conoscere questi fattori di rischio può essere utile per riconoscere precocemente il disturbo e intervenire con trattamenti mirati.
Criteri diagnostici del DEI secondo il DSM-V
Il disturbo esplosivo intermittente viene diagnosticato seguendo specifici criteri clinici definiti dal DSM-V, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
Secondo il DSM-V, la caratteristica principale di questo disturbo è rappresentata da scoppi comportamentali ricorrenti che riflettono un’incapacità di controllare gli impulsi aggressivi. Questi episodi possono assumere due forme distinte:
- aggressione verbale o fisica frequente: la persona può manifestare scoppi di rabbia sotto forma di aggressione verbale, come urla, litigi o sfoghi irragionevoli, o aggressione fisica, come colpire oggetti, animali o altre persone. Questi episodi si verificano due volte alla settimana, in media, per almeno tre mesi, ma non causano danni fisici né distruzione di proprietà;
- aggressione più grave: in alternativa, il disturbo può presentarsi con tre episodi di aggressione fisica che portano a lesioni fisiche o alla distruzione di proprietà nel corso di un anno. Questi scoppi sono più gravi e hanno conseguenze più tangibili, come danni materiali o fisici.
Oltre alla frequenza e alla gravità degli episodi, un altro elemento chiave è che l’entità dell’aggressività durante questi scoppi è sproporzionata rispetto a qualsiasi provocazione o fattore di stress che potrebbe aver scatenato la reazione. Gli scoppi di rabbia non sono premeditati, ma sono impulsivi e motivati dall’ira, piuttosto che dal tentativo di ottenere qualcosa di concreto come denaro o potere.
Come accennato, questi episodi di aggressività possono causare un notevole disagio alla persona colpita e portare a deterioramento nelle relazioni, a difficoltà sul lavoro o a conseguenze legali e finanziarie. Per una diagnosi, la persona deve avere almeno sei anni di età – perché è frequente anche nei bambini – e il comportamento aggressivo non deve essere meglio spiegato da altre condizioni mediche o psicologiche, né può essere attribuito agli effetti di sostanze come droghe o farmaci.
Come controllare la rabbia
Controllare la rabbia, specialmente per chi soffre di disturbo esplosivo intermittente, può sembrare una sfida enorme, ma esistono strategie efficaci per gestirla.
Il trattamento del DEI richiede spesso un approccio combinato che include terapia psicologica, tecniche di gestione dello stress e, in alcuni casi, interventi farmacologici.
Vediamo, quindi, quali sono le principali strategie utilizzate per imparare a controllare la rabbia:
- Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): aiuta le persone a riconoscere e modificare i pensieri distorti che precedono gli scoppi di rabbia. Ad esempio, durante una sessione, il paziente può imparare a identificare le situazioni che innescano la rabbia e a sviluppare nuove risposte più appropriate;
- gestione dello stress e delle emozioni: per chi soffre di DEI, la gestione dello stress è fondamentale per ridurre gli scoppi di rabbia. Esistono tecniche specifiche che possono essere praticate quotidianamente per mantenere sotto controllo le emozioni, come la meditazione, la respirazione profonda e il rilassamento muscolare progressivo, la mindfulness, così come l’attività fisica;
- terapia farmacologica: in alcuni casi, il trattamento della rabbia richiede l’uso di farmaci, soprattutto quando il disturbo è accompagnato da altre condizioni psicologiche come depressione o ansia. Tra i farmaci più utilizzati troviamo gli antidepressivi SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), gli stabilizzatori dell’umore come il litio, gli antipsicotici. La terapia farmacologica deve sempre essere somministrata sotto stretto controllo medico e viene utilizzata in combinazione con altre forme di trattamento, come la psicoterapia;
- interventi comportamentali e di supporto: esistono anche strategie comportamentali pratiche che possono aiutare a ridurre la rabbia e prevenirne gli scoppi, come imparare a riconoscere i primi segni di rabbia (tensione muscolare, aumento del battito cardiaco), prendere una pausa dalle situazioni che causano irritazione, l’apprendimento di tecniche di comunicazione assertiva per esprimere la propria frustrazione o rabbia in modo calmo e rispettoso, piuttosto che in maniera aggressiva;
- supporto sociale e familiare: il ruolo di un forte sistema di supporto non deve essere sottovalutato. Amici, familiari e gruppi di supporto possono offrire un aiuto importante. Coinvolgere le persone care nel processo di gestione della rabbia può contribuire a costruire un ambiente più stabile e comprensivo;
- modifiche allo stile di vita: uno stile di vita sano può giocare un ruolo importante nella gestione della rabbia. Alcune pratiche quotidiane che possono contribuire al controllo delle emozioni includono l’esercizio fisico regolare, un’alimentazione bilanciata e una corretta igiene del sonno.
Controllare la rabbia, soprattutto nel contesto del disturbo esplosivo intermittente, richiede un lavoro continuo su se stessi, supportato da strategie psicoterapeutiche, tecniche di gestione dello stress e, quando necessario, farmaci. Ogni persona può imparare a riconoscere i propri fattori scatenanti e sviluppare le abilità necessarie per rispondere alla rabbia in modo più calmo e riflessivo.
Fonti:
- Intermittent Explosive Disorder as a Disorder of Impulsive Aggression for DSM-5, American Journal of Psychiatry – Volume 169, Number 6;
- Verbal versus physical aggression in Intermittent Explosive Disorder, Amy E. Look, Michael S. McCloskey, Emil F. Coccaro, Psychiatry Research;
- Intermittent explosive disorder, Mayo Clinic.
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