Il cambiamento climatico, tema ad oggi sempre più attuale, non ha effetti soltanto fisici: le preoccupazioni riguardo la perdita di biodiversità e gli eventi meteorologici estremi stanno generando un notevole carico emotivo in un contesto di rapido cambiamento. Sempre più di frequente, infatti, sui social media e non solo, si parla di ecoansia. Vediamo di cosa si tratta.
Ecoansia e solastalgia
Il termine ecoansia è stato introdotto dall’ambientalista Albrecht Glenn, professore di Sostenibilità presso la Murdoch University in Western Australia, in uno scritto del 2011 in cui descriveva una sindrome emergente, definita come sindrome psicoterratica, come conseguenza del cambiamento climatico.
Tale sindrome comprende l’ecoansia, ovvero la preoccupazione e la paura per il destino del pianeta, e la solastalgia, cioè un senso di perdita e di distacco dall’ambiente. La solastalgia descrive l’esperienza di trauma cronico o di disperazione a causa di cambiamenti negativi o dolorosi nell’ecosistema in cui si vive: si riferisce al dolore emotivo e spirituale causato dal degrado e della trasformazione del territorio, soprattutto familiare.
Le cause alla base di questo malessere sono da ricercarsi in eventi come, tra gli altri:
- Siccità
- Disastri idrici
- Incendi e disboscamento
- Eventi dai quali nessuna popolazione può ritenersi esente
Ansia climatica: cos’è e come riconoscerla
Con il termine ecoansia, dunque, si intende una manifestazione di angoscia che nasce dalla relazione tra individuo e ambiente. Tuttavia, ad oggi non esiste una definizione ufficiale per definire l’ansia climatica, e al momento non è considerata una patologia: viene descritta come un sentimento di inquietudine, amplificato da un senso di impotenza dell’individuo di fronte alle conseguenze future del cambiamento climatico e del destino del pianeta. Le persone si sentono colpevoli e vittime dell’immobilismo politico: in alcuni casi, si tratta di un disagio capace di manipolare e condizionare la salute mentale e la vita di tutti i giorni e, nelle situazioni più gravi, può rappresentare crisi di ansia o sindromi depressive.
Ma come si manifesta l’ecoansia? Ognuno prova emozioni e sentimenti diversi a seconda della propria percezione del riscaldamento globale. Gli effetti sulla salute mentale dipendono dal vissuto individuale di ogni persona, dai propri meccanismi di difesa e da eventuali situazioni traumatiche con cui quest’ansia può entrare in risonanza ma, in linea generale, i principali sintomi individuati comprendono:
- Ansia persistente
- Solastalgia
- Attacchi di panico
- Tristezza
- Senso di impotenza
- Sentimenti di rabbia e ira
- Disturbi del sonno e dell’alimentazione
Chi può soffrire di ansia per l’ambiente
È emerso che la sintomatologia è più frequente nei casi di persone che soffrono di disturbi d’ansia e attacchi di panico. Tuttavia, l’ecoansia colpisce circa un decimo della popolazione e le persone che affermano di essere molto preoccupate a causa del riscaldamento globale sono molto più numerose.
In particolare, chi si preoccupa maggiormente del cambiamento climatico sarebbero i giovani: uno studio internazionale ha indagato sul disagio psicologico da esso causato e sullo scarso intervento da parte dei governi. È stato preso in analisi un campione di 10.000 volontari compresi tra i 16 e i 25 anni d’età: la maggioranza (60% dei partecipanti) ha dichiarato di sentirsi estremamente preoccupato, mentre più del 45% delle persone ha confermato l’influenza negativa che questi sentimenti di angoscia hanno sulla vita quotidiana.
Si tratta della generazione più incline all’informazione e alla sensibilizzazione del tema, più sensibile culturalmente a ciò che accade nel mondo e, in generale, più ferrata sull’argomento.
Come affrontare l’ecoansia
L’ansia climatica è un fenomeno nuovo: la sua gestione e il trattamento sono ancora al centro di un grande dibattito. Lo psichiatra Philippe Conus ritiene innanzitutto necessario agire a partire dal personale medico: l’impatto del cambiamento climatico sulla salute mentale, secondo lo stesso, deve essere riconosciuto a livello globale e il personale curante deve essere informato sul tema in modo da poter assistere appropriatamente le persone che ne soffrono. Infatti, il ruolo degli operatori sanitari e della scienza comprende anche un impegno attivo, tenendo a mente che in futuro i sistemi sanitari non saranno in grado di far fronte alle enormi conseguenze dei cambiamenti climatici sulla salute.
Ma come aiutare una persona che soffre di ecoansia? Non ci sono terapie standardizzate, in quanto la diagnosi dell’ecoansia non è riconosciuta nelle classificazioni internazionale delle malattie. Tuttavia, si tratta di una condizione di ansia generalizzata e dunque è bene trattarla con i mezzi e gli strumenti di cui si dispone per favorire il controllo d’ansia e panico.
Alcuni passi importanti per proteggere la salute psicofisica comprendono:
- Informarsi da fonti affidabili e porre attenzione anche alle storie di successo, non solo alle notizie negative
- Evitare la sovraesposizione di notizie in quanto questa può alimentare ansia e angoscia
- Condividere le proprie preoccupazioni parlando con familiari e amici. È importante sottolineare che non siamo soli
- Mettere in pratica piccole ma importanti azioni quotidiane a favore dell’ambiente
- Cercare un supporto professionale in quanto un percorso psicologico può aiutare ad imparare l’accettazione e ad accrescere le proprie risorse
Fonti e bibliografia
- Dott.ssa Chiara Venturi – Eco ansia e solastalgia, gestire le preoccupazioni per il cambiamento climatico
- Dott.ssa Chiara Ustino e Dott.ssa Cristina Colantuono, 2023 – L’ecoansia come risposta al cambiamento climatico
- Dott.ssa Erika Lauretti, 2022 – Solastalgia ed eco-ansia: gli effetti del cambiamento climatico
- Federica D’auria – Ecoansia e solastalgia. I cambiamenti climatici mettono alla prova anche la salute mentale
Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.