L’emicrania è un disturbo neurologico molto comune, spesso debilitante, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo; possiamo distinguerne due tipi principali: emicrania con aura ed emicrania senza aura.
Quest’ultima, come suggerisce il nome, si verifica senza aura, ovvero quel complesso di sintomi neurologici focali transitori che precedono o accompagnano il mal di testa in alcuni pazienti, e rappresenta la forma di emicrania più comune, con circa l’80% di tutti i casi.
Nonostante l’assenza di aura, questo tipo di emicrania può avere ugualmente un impatto significativo sulla qualità della vita, limitando la capacità di svolgere le normali attività quotidiane.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire come si riconosce una emicrania senza aura, quali sono le cause e come si affronta.
Quali sono i sintomi principali?
I sintomi principali dell’emicrania senza aura sono quelli solitamente associati al mal di testa, e includono:
- dolore alla testa: è tipicamente unilaterale (presente in un solo lato della testa) in più del 50% dei casi, ma può anche essere bilaterale. L’emicrania senza aura spesso si manifesta al risveglio. Il dolore è descritto come pulsante, di intensità moderata o grave, e peggiora con il movimento e gli sforzi fisici. Si localizza in genere nella regione fronto-temporale, ma può estendersi a tutto il capo e al collo;
- nausea e/o vomito: questi sintomi sono spesso associati al dolore e possono essere di intensità elevata;
- fotofobia e fonofobia: l’ipersensibilità alla luce (fotofobia) e al rumore (fonofobia) sono sintomi comuni durante gli attacchi di emicrania senza aura, tanto che le persone colpite spesso cercano riposo in un ambiente buio e silenzioso
- osmofobia: la sensibilità agli odori (osmofobia) può essere presente in alcuni casi, e si considera una caratteristica molto sensibile e specifica dell’attacco emicranico;
- desiderio di riposo assoluto: le persone con emicrania senza aura spesso desiderano e hanno bisogno di riposare in un ambiente tranquillo e privo di stimoli sensoriali.
Non tutti i pazienti presentano tutti questi sintomi e la loro intensità può variare da persona a persona.
Quali sono i sintomi prodromici o premonitori?
Con l’espressione “sintomi prodromici”, o premonitori, si intende tutti quei disturbi che precedono di alcune ore o giorni l’attacco di emicrania senza aura.
Tra i più comuni troviamo i seguenti:
- cambiamenti dell’umore: irritabilità, depressione, euforia, ansia;
- stanchezza e sonnolenza: sensazione di spossatezza e difficoltà a concentrarsi;
- rigidità muscolare: soprattutto a livello del collo e delle spalle;
- voglie di cibi specifici: desiderio irrefrenabile di alcuni alimenti, come cioccolato o cibi salati;
- perdita di appetito: mancanza di interesse per il cibo;
- difficoltà di concentrazione: incapacità di focalizzare l’attenzione.
- stipsi o diarrea: alterazioni del transito intestinale.
Questi segnali premonitori possono essere utili per riconoscere l’imminente attacco di emicrania e adottare misure preventive, come riposare in un ambiente tranquillo e privo di stimoli, assumere farmaci – se prescritti dal medico – o praticare tecniche di rilassamento.
Durata e frequenza degli attacchi
La durata e la frequenza degli attacchi di emicrania senza aura sono estremamente variabili e dipendono da diversi fattori individuali.
In generale, possono durare dalle 4 alle 72 ore negli adulti, e dalle 2 alle 48 ore nei bambini sotto i 15 anni.
Se un paziente si addormenta durante un attacco e si risveglia senza cefalea, la durata dell’attacco viene considerata fino al momento del risveglio.
Per quanto riguarda, invece, la frequenza degli attacchi, può variare da pochi episodi all’anno a manifestazioni quasi quotidiane. In questo caso si parla di emicrania cronica.
Nella maggior parte dei casi, le crisi si verificano da 1 a 4 volte al mese.
È importante tenere traccia della durata e della frequenza degli attacchi, annotandoli in un diario, per aiutare il medico a formulare una diagnosi accurata e a individuare la terapia più efficace per gestire la condizione.
Quali sono i fattori scatenanti dell’emicrania senza aura?
Ad oggi non sono ancora completamente comprese le cause precise dell’emicrania senza aura, ma la ricerca ha identificato una serie di fattori scatenanti che possono contribuire all’insorgenza degli attacchi in individui predisposti.
Tra i fattori scatenanti più comunemente associati all’emicrania senza aura possiamo menzionare i seguenti:
- stress: sia lo stress acuto che quello cronico possono innescare attacchi di emicrania. Il rilascio di ormoni dello stress, come il cortisolo, può alterare l’attività cerebrale e la sensibilità al dolore, predisponendo all’emicrania;
- ciclo mestruale: le fluttuazioni ormonali, in particolare la diminuzione dei livelli di estrogeni prima delle mestruazioni, sono un noto fattore scatenante di emicrania in molte donne;
- cambiamenti del sonno: sia la carenza di sonno che l’eccesso di sonno possono alterare i ritmi circadiani e influire sull’attività cerebrale, aumentando il rischio di emicrania;
- alimenti: alcuni alimenti e bevande possono scatenare l’emicrania in soggetti sensibili. Tra questi troviamo:
- alimenti contenenti tiramina: formaggi stagionati, vino rosso, birra, salumi, cioccolato;
- alimenti contenenti nitrati: carni lavorate, insaccati;
- glutammato monosodico: presente in molti alimenti trasformati e dadi da brodo;
- caffeina: il consumo eccessivo o l’astinenza da caffeina possono scatenare l’emicrania;
- alcol: in particolare il vino rosso.
- cambiamenti meteorologici: variazioni di temperatura, pressione atmosferica e umidità;
- luci intense o lampeggianti: esposizione a luci forti o stimoli visivi intensi;
- rumori forti: esposizione a rumori intensi o improvvisi;
- odori forti: esposizione a profumi intensi o sgradevoli.
Per una corretta gestione degli attacchi di mal di testa senza aura è utile prestare attenzione a questi possibili fattori scatenanti individuali.
Diagnosi: i criteri dell’ICHD-3
La diagnosi di emicrania senza aura si basa sui criteri diagnostici stabiliti dall’International Classification of Headache Disorders (ICHD-3):
- almeno 5 attacchi che soddisfano i criteri B-D;
- durata degli attacchi da 4 a 72 ore (senza trattamento o con trattamento inefficace);
- cefalea con almeno due delle seguenti caratteristiche:
- localizzazione unilaterale;
- qualità pulsante;
- intensità moderata o grave (limita o impedisce lo svolgimento delle normali attività quotidiane);
- aggravamento con l’attività fisica.
- Durante la cefalea, almeno uno dei seguenti sintomi:
- nausea e/o vomito;
- fotofobia e fonofobia;
- esclusione di altre diagnosi ICHD-3: La cefalea non deve essere meglio spiegata da un’altra diagnosi presente nella classificazione ICHD-3.
Partendo da questi criteri, la diagnosi di emicrania senza aura è essenzialmente clinica, basata sulla storia del paziente e sull’esame obiettivo. Non esistono test specifici per confermare la diagnosi, ma è fondamentale escludere altre cause di cefalea attraverso un’attenta valutazione medica.
Trattamento dell’emicrania senza aura
Nonostante non esista una cura definitiva per l’emicrania, esistono diversi metodi di trattamento che possono aiutare a ridurre la frequenza, la gravità e la durata degli attacchi, oltre a migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Vediamo quali.
- terapia sintomatica (o di attacco): si concentra sul bloccare o attenuare il dolore e i sintomi associati all’emicrania una volta che l’attacco è iniziato. È indicata per i pazienti che presentano attacchi infrequenti o di lieve-moderata intensità. I farmaci utilizzati in questi casi sono:
- analgesici;
- riptani;
- antiemetici;
- derivati dell’ergot;
- gepanti;
- ditani.
- terapia preventiva: ha come obiettivo ridurre la frequenza, la gravità e la durata degli attacchi di emicrania. È indicata per i pazienti che presentano attacchi frequenti (più di 5 giorni al mese), gravi o invalidanti, o che non rispondono alla terapia sintomatica. I farmaci utilizzati includono:
- farmaci anticonvulsivanti;
- beta-bloccanti;
- calcio-antagonisti;
- antidepressivi triciclici;
- anticorpi monoclonali;
- tossina botulinica di tipo A.
- gestione dello stress: tecniche di rilassamento, biofeedback, yoga;
- miglioramento del sonno: mantenere un ritmo sonno-veglia regolare, creare un ambiente favorevole al sonno;
- evitare i fattori scatenanti: identificare ed evitare i fattori che possono innescare l’emicrania (ad esempio, alcuni alimenti, stress, cambiamenti climatici);
- agopuntura: alcune evidenze suggeriscono che l’agopuntura può essere efficace nel ridurre la frequenza e la gravità degli attacchi di emicrania;
- stimolazione magnetica transcranica: questa tecnica, ancora in fase di sperimentazione, potrebbe aiutare a ridurre l’intensità degli attacchi di emicrania con aura.
La scelta del trattamento più appropriato dipende da diversi fattori, tra cui:
- frequenza, gravità e durata degli attacchi;
- presenza di altri sintomi e condizioni mediche;
- stile di vita e preferenze del paziente;
- possibili effetti collaterali dei farmaci.
È fondamentale consultare un medico per ottenere una diagnosi accurata e un piano terapeutico personalizzato.
Fonti
- 1.1 Migraine without aura, ICHD-3, International Headache Society;
- Migraine Without Aura, American Migraine Foundation;
- Diagnosi dell’emicrania, SISC – Società Italiana per lo Studio delle Cefalee;
- Emicrania senza aura, IRCCS Istituto Clinico Humanitas;
- Emicrania: con aura, senz’aura, silente, ISSalute;
- Emicrania – Disturbi di cervello, midollo spinale e nervi, di Stephen D. Silberstein, MD, Sidney Kimmel Medical College at Thomas Jefferson University, Manuale MSD;
- Are Migraine With and Without Aura Really Different Entities?, Zsigmond Tamás Kincses et al., Frontiers in Neurology.
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