Una caratteristica comune dell’emicrania è la fonofobia, ovvero un’intolleranza o avversione ai suoni, che, insieme alla fotofobia, è riconosciuta come uno dei criteri diagnostici dalla International Headache Society (IHS).
La fonofobia è presente in una percentuale significativa di pazienti emicranici; durante gli attacchi acuti, infatti, colpisce il 70-80% dei soggetti.
Diversi studi hanno dimostrato che le persone con emicrania, sia durante che al di fuori degli attacchi, presentano soglie di fastidio e dolore al suono significativamente inferiori rispetto a chi non soffre di mal di testa. Questa maggiore sensibilità è evidente, indipendentemente dalla presenza di aura.
La fonofobia è spesso correlata ad altri sintomi tipici del mal di testa. Questa correlazione suggerisce la presenza di meccanismi patofisiologici condivisi.
Limitando le attività quotidiane, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti emicranici, influenzando le interazioni sociali e la produttività lavorativa, e portare a isolamento sociale, ansia e depressione.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire meglio in cosa consiste la fonofobia e come affrontarla.
Fattori che contribuiscono alla fonofobia nell’emicrania
Abbiamo spiegato che la fonofobia, ovvero una ridotta tolleranza ai suoni considerati normali dalla maggior parte delle persone, è un sintomo comune associato all’emicrania.
Ma quali sono i fattori che ne favoriscono l’insorgenza? Vediamoli insieme:
- elaborazione sensoriale anomala: le persone con emicrania presentano soglie di fastidio e dolore al suono significativamente inferiori rispetto a coloro che non soffrono di mal di testa, sia durante che al di fuori degli attacchi. Questa aumentata sensibilità suggerisce che i meccanismi di elaborazione sensoriale centrale potrebbero essere alterati nell’emicrania;
- aumento dell’eccitabilità del tronco cerebrale: gli studi condotti finora suggeriscono che l’aumento dell’eccitabilità del tronco cerebrale, in particolare nei pazienti con emicrania cronica, potrebbe contribuire alla fonofobia. Il tronco cerebrale è coinvolto nell’elaborazione degli stimoli sensoriali, e un’alterazione della sua attività potrebbe influenzare la percezione del suono;
- sovrapposizione con altri sintomi dell’emicrania: come accennato, la fonofobia è spesso associata ad altri sintomi dell’emicrania, come l’allodinia cutanea (una condizione in cui il tocco normale diventa doloroso). Questa correlazione suggerisce che potrebbero esserci meccanismi patofisiologici condivisi tra la fonofobia e altri sintomi dell’emicrania.
Esistono, poi, alcuni fattori individuali in grado di provocare la fonofobia, come i seguenti:
- presenza di aura: gli studi hanno dimostrato che la fonofobia è più comune e intensa nei pazienti con emicrania con aura rispetto a quelli senza aura;
- frequenza degli attacchi: una maggiore frequenza di attacchi di emicrania è stata correlata a una maggiore intensità di fonofobia, sia durante che tra gli attacchi;
- sesso: le donne tendono a sperimentare una maggiore sensibilità al suono rispetto agli uomini, sia nella popolazione generale che tra i pazienti emicranici;
- comportamento di evitamento: quando le persone cercano di ridurre l’esposizione a stimoli spiacevoli come il rumore, è possibile addirittura peggiorare la fonofobia. Evitando i suoni, si potrebbe inavvertitamente aumentare la sensibilità ad essi;
- fonofobia interictale: la fonofobia può persistere anche tra gli attacchi di emicrania (fonofobia interictale), con un impatto negativo sulla qualità della vita dei pazienti. Questa sensibilità al suono persistente suggerisce che l’emicrania comporta cambiamenti neurologici duraturi che influenzano l’elaborazione sensoriale;
- sensibilizzazione centrale: si ipotizza che la sensibilizzazione centrale, un fenomeno in cui il sistema nervoso centrale diventa ipersensibile agli stimoli a causa di una ripetuta attivazione dei percorsi del dolore, possa contribuire alla fonofobia interictale.
Come si può capire, quindi, la fonofobia nell’emicrania è un fenomeno complesso influenzato da una serie di fattori, alcuni dei quali ancora poco noti e approfonditi.
La fonofobia non è esclusiva dell’emicrania
Anche se risulta essere molto diffusa nei pazienti affetti da emicrania e attacchi di mal di testa acuti, la fonofobia si manifesta in numerose altre condizioni, che non hanno punti di contatto diretti con le cefalee.
Ad esempio:
- meningite: è un’infezione delle membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. Può causare una serie di sintomi, tra cui febbre, mal di testa, rigidità del collo e fonofobia;
- disturbi d’ansia (fobie): in alcuni casi, la fonofobia può essere un sintomo di un disturbo d’ansia, come una fobia specifica. In questi casi, la paura dei suoni è spesso sproporzionata rispetto al pericolo reale che rappresentano.
Altre possibili cause di fonofobia potrebbero includere:
- disturbo da stress post-traumatico (PTSD): le persone con PTSD possono sperimentare una maggiore sensibilità ai suoni, specialmente quelli che ricordano loro l’evento traumatico;
- autismo: alcune persone nello spettro autistico possono avere un’ipersensibilità sensoriale, che può includere fonofobia;
- malattia di Ménière: questa condizione dell’orecchio interno può causare vertigini, acufeni e fonofobia;
- nevralgia del trigemino: causa un forte dolore al viso che può essere scatenato da suoni;
- fibromialgia: le persone con fibromialgia possono sperimentare una varietà di sintomi, tra cui dolore diffuso, affaticamento e sensibilità al rumore.
Se si soffre di fonofobia, è importante consultare un medico per determinare la causa sottostante e ricevere il trattamento appropriato.
Cosa fare per gestire la fonofobia
Se, in associazione ad attacchi di mal di testa acuti, si sperimentano episodi di fonofobia, è raccomandato fare le seguenti cose:
- individuare e affrontare la causa sottostante: poiché la fonofobia può essere un sintomo di diverse condizioni, è fondamentale consultare un medico per determinare la causa specifica. Nel caso dell’emicrania, ad esempio, la gestione della fonofobia può essere parte integrante del trattamento complessivo del mal di testa;
- evitare l’aggravamento della fonofobia: abbiamo visto che, sebbene possa sembrare controintuitivo, cercare di evitare completamente i suoni potrebbe inavvertitamente aumentare la sensibilità al rumore, e peggiorare così la fonofobia. Pertanto, un approccio graduale all’esposizione al suono potrebbe essere utile;
- terapie per l’emicrania: le terapie utilizzate per gestire il mal di testa, come i farmaci triptani o gli antidolorifici, potrebbero alleviare anche la sensibilità al suono;
- tecniche di rilassamento: tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o lo yoga possono aiutare a ridurre lo stress e l’ansia, che potrebbero contribuire alla fonofobia;
- terapia cognitivo-comportamentale: può essere utile per affrontare i pensieri e i comportamenti negativi associati alla fonofobia. Un terapeuta specializzato può aiutare a sviluppare strategie di coping per gestire la sensibilità al suono;
- protezione dell’udito: in alcuni casi, potrebbe essere utile utilizzare tappi per le orecchie o cuffie antirumore per ridurre l’esposizione a suoni forti in ambienti rumorosi.
Queste sono solo alcune possibili strategie per gestire la fonofobia e che la loro efficacia può variare da persona a persona. È fondamentale collaborare con un medico o un altro professionista sanitario qualificato per sviluppare un piano di trattamento personalizzato.
Fonti
- Interictal Photophobia and Phonophobia Are Related to the Presence of Aura and High Frequency of Attacks in Patients with Migraine, di Carina F. Pinheiro, Jessica R. Moreira, Gabriela F. Carvalho, Leticia Zorzin, Fabiola Dach, Debora Bevilaqua-Grossi, Applied Sciences;
- Ictal and interictal phonophobia in migraine—a quantitative controlled study – PMC, A. Ashkenazi, A. Mushtaq, I. Yang, ML. Oshinsky, Cephalalgia;
- Fonofobia: cause e trattamenti, Humanitas.
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