La bulimia nervosa, o più comunemente bulimia, è un disturbo dell’alimentazione molto grave e diffuso, principalmente nei paesi industrializzati.
Secondo i dati forniti da Epicentro dell’ISS, in Italia si stima una prevalenza dall’1% al 5% per la bulimia, con una maggiore concentrazione nella popolazione femminile.
Si tratta di un disturbo alimentare potenzialmente pericoloso per la vita, inserito a pieno titolo nell’ambito dei disturbi mentali elencati nel DSM-V.
Alla base della bulimia nervosa e degli altri disturbi dell’alimentazione, come l’anoressia ad esempio, c’è una componente depressiva, che trova espressione attraverso una mancata accettazione del proprio corpo e del proprio aspetto fisico, e come tutte le forme di depressione necessita di cure dedicate e appropriate.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è e come guarire dalla bulimia nervosa.
Cos’è la bulimia nervosa
La bulimia nervosa è un disturbo alimentare, una condizione patologica caratterizzata da un comportamento peculiare da parte di chi ne è affetto.
Come indicato nel DSM-V, ci sono tre caratteristiche essenziali della bulimia nervosa:
- episodi ricorrenti di abbuffate, ovvero consumo eccessivo di cibo in un lasso di tempo molto breve;
- comportamenti compensatori inappropriati ricorrenti per prevenire l’aumento di peso (lassativi, vomito, esercizio fisico), altrimenti detti “comportamenti di eliminazione”;
- autovalutazione fortemente influenzata dalla forma corporea e dal peso.
Semplificando, le persone che soffrono di bulimia attraversano periodi in cui mangiano molto cibo in un lasso di tempo molto breve (le cosiddette abbuffate) fino a stare male, per poi provocarsi il vomito, fare uso di lassativi o praticare esercizio fisico eccessivo per cercare di smettere di ingrassare. Questi comportamenti sono causati da una mancata accettazione di sé.
Quando si può parlare di bulimia
Mangiare un po’ troppo una sera al ristorante non vuol dire essere affetti da bulimia, così come non lo è esagerare con gli snack una volta ogni tanto.
Infatti, quando si parla di abbuffata in relazione a questo disturbo dell’alimentazione non ci si riferisce solo al consumo eccessivo di cibo, al cosiddetto binge eating, ma ad esso in uno specifico contesto.
Come detto, un consumo di cibo considerato eccessivo in un contesto quotidiano può rientrare in una sfera di normalità durante una festa.
Il verificarsi di un consumo eccessivo di cibo deve essere accompagnato da un senso di mancanza di controllo – ovvero l’incapacità di astenersi dal mangiare o di smettere di mangiare una volta iniziato – per essere considerato un episodio di abbuffate.
Un altro elemento che caratterizza questa patologia è la tendenza a provare imbarazzo per il proprio comportamento, ecco che quasi sempre gli episodi di binge eating avvengono in solitudine e di nascosto.
Infine, c’è l’elemento legato ai comportamenti di eliminazione, ovvero a quei gesti e quelle azioni compiuti da chi soffre di bulimia, dopo aver mangiato in eccesso e in modo compulsivo, per contrastarne gli effetti diretti, in particolare l’aumento di peso.
Come si diagnostica la bulimia nervosa?
I criteri diagnostici sono indicati nel DSM-V, e rappresentano le linee guida per poter giungere ad una diagnosi di bulimia.
Quali sono questi criteri da rispettare?
- Episodi ricorrenti di abbuffate, caratterizzati da:
- mangiare, in un periodo di tempo limitato (ad esempio, entro un periodo di 2 ore), una quantità di cibo decisamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe in un periodo di tempo simile in circostanze simili;
- un senso di mancanza di controllo sul mangiare durante l’episodio;
- Comportamenti compensatori inappropriati ricorrenti al fine di prevenire l’aumento di peso, come il vomito autoindotto, l’uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci, il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo;
- Le abbuffate e i comportamenti compensatori inappropriati si verificano entrambi, in media, almeno una volta alla settimana per 3 mesi;
- L’autovalutazione è influenzata dalla forma del corpo e dal peso;
- Il disturbo non si manifesta esclusivamente durante gli episodi di anoressia nervosa.
In presenza di queste manifestazioni, si può giungere ad una diagnosi e valutare un percorso terapeutico per guarire dalla bulimia nervosa.
Cause e fattori di rischio
La causa esatta della bulimia è sconosciuta, ma gli studi condotti sostengono il ruolo di numerosi fattori di rischio, tra cui la genetica, la biologia, la salute emotiva, le aspettative della società e altri problemi.
Purtroppo, questa condizione è molto più diffusa e frequente tra le ragazze e le donne, e inizia spesso nella tarda adolescenza o nella prima età adulta.
I fattori che aumentano il rischio di bulimia possono includere:
- Biologia. Le persone con parenti di primo grado con un disturbo alimentare possono avere maggiori probabilità di sviluppare un disturbo alimentare, suggerendo un possibile legame genetico;
- Essere in sovrappeso da bambino o adolescente può aumentare il rischio;
- Problemi psicologici ed emotivi come depressione, disturbi d’ansia o disturbi da uso di sostanze, sono strettamente legati ai disturbi alimentari;
- Dieta. Le persone che seguono una dieta sono più a rischio di sviluppare disturbi alimentari. Molte persone con bulimia limitano gravemente le calorie tra gli episodi di abbuffata, il che può innescare il bisogno di abbuffarsi di nuovo.
Non è sempre facile giungere ad una diagnosi di bulimia nervosa, proprio perché chi ne è affetto tende a nascondere la propria condizione, agendo di nascosto.
Quali sono le principali complicazioni
La bulimia è una malattia molto grave e pericolosa per la salute di chi ne soffre, perché può provocare numerose condizioni patologiche.
Nel dettaglio, chi ne può sperimentare:
- autostima negativa e problemi con le relazioni;
- disidratazione, che può portare a gravi problemi medici, come l’insufficienza renale;
- problemi cardiaci, come battito cardiaco irregolare o insufficienza cardiaca;
- gravi carie e malattie gengivali;
- mestruazioni assenti o irregolari nelle donne;
- problemi digestivi;
- ansia, depressione, disturbi della personalità o disturbo bipolare;
- abuso di alcol o droghe;
- autolesionismo, pensieri suicidi o suicidio.
Chi soffre di bulimia deve rivolgersi il prima possibile ad un medico e chiedere aiuto.
Come si cura
Trattandosi di un disturbo mentale, il primo passo da compiere è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, ma un ruolo fondamentale è ricoperto anche dal nutrizionista.
Si può guarire dalla bulimia nervosa, a patto che ci si affidi ad un team di specialisti e si segua una terapia cucita sulle proprie esigenze.
Per contrastare i disturbi d’ansia e depressivi lievi, il medico potrebbe valutare la prescrizione di rimedi naturali contro la depressione, ansiolitici naturali e integratori anche per evitare gli effetti collaterali degli antidepressivi SSRI.
Centrale è anche lo sviluppo di una rapporto più sano con il cibo, l’alimentazione e con il proprio corpo.
Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.