Nel panorama di disturbi da attenzionare per vivere una vita sana e piena, troviamo sicuramente l’ipertiroidismo. Questa condizione ogni anno colpisce migliaia di persone in tutto il mondo, andando a stravolgerne la quotidianità obbligandole a tutta una nuova serie di accortezze.
Ma cos’è l’ipotiroidismo, come funziona la tiroide e come migliorare il proprio benessere psicofisico grazie all’alimentazione?
Cos’è l’ipotiroidismo?
L’ipotiroidismo è una patologia che riguarda l’incapacità della tiroide di produrre quantità sufficienti di ormoni per il fabbisogno dell’organismo. Solo raramente il problema risiede non nella produzione da parte della ghiandola, quanto della capacità di assorbimento da parte dei tessuti degli ormoni tiroidei.
Assieme al gozzo, ai noduli, all’ipertiroidismo, al cancro e alla tiroidite, l’ipotiroidismo è una delle patologie più comuni al mondo. Secondo l’OMS, sarebbero un miliardo le persone affette da una disfunzione della tiroide (in Italia, la percentuale si assesta attorno al 20%) con un maggiore tasso di incidenza nelle donne e negli anziani. Inoltre, alcune ricerche attestano interessanti correlazioni tra malattie tiroidee, diabete mellito, artrite reumatoide, malattie autoimmuni e carenza di iodio nell’alimentazione.
La tiroide
La tiroide è una ghiandola endocrina, un organo impari a forma di farfalla, situato nella parte antistante alla trachea, nella regione anteriore del collo. La tiroide è fondamentale per l’organismo, in quanto svolge un ruolo di produzione e regolazione a livello sistemico, grazie all’azione di tre importanti ormoni: il T3 (triiodotironina), il T4 (tiroxina) e la calcitonina.
Questi sono responsabili di regolare, amplificare o inibire complessi meccanismi d’azione all’interno dell’organismo:
- Regolano la funzionalità cardiaca e la composizione ossea
- Aiutano nella gestione del tessuto adiposo bianco (accumulo acidi grassi) e bruno (smaltimento acidi grassi)
- Bilanciano glicemia, lipidi e colesterolo (attraverso lipolisi e lipogenesi, glicogenolisi e gluconeogenesi)
- Regolano il metabolismo generale (respirazione cellulare)
- Aumentano il flusso renale e la filtrazione glomerulare
- Influenzano l’assorbimento di vitamina B12 e Ferro
- Regolano la sintesi proteica
- Partecipano allo sviluppo della pelle e dell’apparato pilifero
- Regolano gli organi genitali, gli estrogeni, il testosterone e, in generale, la fertilità
- Contribuiscono a regolare la temperatura e compartecipano all’ematopoiesi
Cause dell’ipotiroidismo
Sono diverse le possibili cause dell’ipotiroidismo, per questo sono state istituite 4 macro categorie dalle quali derivano altrettante forme di questa patologia: l’ipotiroidismo primitivo, secondario, terziario e iatrogeno.
Ipotiroidismo primitivo
Deficit specifico della ghiandola tiroidea, l’ipotiroidismo primitivo è innescato da malattie autoimmuni della tiroide, carenza di iodio nella dieta e rimozione parziale o totale della tiroide.
Ipotiroidismo secondario
L’ipotiroidismo secondario è così chiamato perché conseguente ad un malfunzionamento dell’ipofisi, che a sua volta regola l’attività tiroidea, oppure ad un disturbo del sistema ormonale TSH. Viene causato da neoplasie ipofisarie oppure da traumi subiti dalla struttura ipofisaria (lesioni post-traumatiche, post-aneurisma, ecc.)
Ipotiroidismo terziario
Chiamato ipotiroidismo terziario, si tratta di quell’ipotiroidismo conseguente al malfunzionamento dell’ipotalamo e all’annesso sistema ormonale ipotalamico (TRH). Anche in questo caso, ad innescare il disturbo all’ipotalamo può essere una neoplasia ipotalamica oppure una lesione a carico della suddetta struttura.
Ipotiroidismo iatrogeno
Questo ipotiroidismo è il risultato di un errore sanitario. Può insorgere a seguito di sovradosaggi di farmaci antitiroidei, somministrati con il sospetto di una forma particolare di ipertiroidismo.
Sintomi dell’ipotiroidismo e diagnosi
Per quanto riguarda i sintomi dell’ipotiroidismo, i segni dipendono da diversi fattori, quali età e la gravità della manifestazione. Ad esempio, durante lo sviluppo prenatale e in giovani nel pieno dello sviluppo, un’insufficiente produzione di ormoni T3 e T4 impatta soprattutto sullo sviluppo cognitivo, somatico e spesso sessuale; mentre negli adulti può portare a perdita di capelli, stanchezza, brachicardia, sonnolenza, astenia, costipazione, diminuzione dell’udito, deficit della memoria, aumento del colesterolo LDL, metabolismo lento, ecc.
La diagnosi di ipotiroidismo viene sempre effettuata alla luce di un esame accurato, analizzando la presenza nel fegato di adeguati livelli di TSH (ormone ipofisario) – oltre che degli ormoni tiroidei T3 e T4. Nel caso di confermato ipotiroidismo, bisogna procedere con un trattamento ad ampio spettro, che incorpori la definizione di una dieta e l’assunzione di particolari sostanze nutritive (anche tramite integratori naturali).
Qual è dunque la correlazione tra ipotiroidismo e alimentazione? È davvero possibile curare le patologie a carico della tiroide con la dieta a l’assunzione di cibi specifici?
Dieta e ipotiroidismo
Come accennato prima, un ruolo preponderante per la cura dell’ipotiroidismo si è dimostrato essere giocato dallo iodio. Per quanto non esista una dieta univocamente certificata per questa malattia, è appurato che l’ipotiroidismo comporti una carenza di iodio e che tale minerale, se assunto regolarmente, garantisca alla tiroide di lavorare correttamente. Ovviamente, ogni esagerazione comporta uno squilibrio fisiologico, dunque anche una sovrassunzione di iodio può incidere negativamente sulla funzionalità tiroidea.
Come integrare correttamente lo iodio nella propria dieta per contrastare la sintomatologia dell’ipotiroidismo?
Il sale iodato è sicuramente un grande alleato che, se assunto quotidianamente, permette di apportare la quota minima giornaliera di iodio all’organismo, in quanto contiene quasi trenta volte i livelli di iodio di un comune sale da cucina.
Al secondo posto abbiamo il pesce di mare e i crostacei, a cui seguono cibi dalle concentrazioni nettamente più basse come uova, carne, latte e pesce di lago o fiume. Inoltre, è importante sottolineare che anche lo zinco (azione indiretta sul metabolismo) e il selenio (antiossidante), compartecipano al corretto funzionamento della tiroide e possono influire positivamente sulla cura all’ipotiroidismo.
Altri alimenti ricchi di selenio: tonno, manzo, tacchino, gamberi, pollo, fiocchi d’avena, pane integrale e uova. Mentre quelli con alte concentrazioni di zinco sono ostriche, manzo, granchi, cereali, maiale, pollo, legumi, semi di zucca e yogurt.
In linea generale, l’’integrazione di iodio è particolarmente utile nei casi di carenze alimentari di questo minerale, ma è fondamentale che questo tipo di ipotiroidismo non abbia una causa diabetica. Per questo, nell’analizzare il distico tra dieta e ipotiroidismo non è possibile generalizzare: ogni disturbo ha più cause scatenanti, le quali richiedono una particolare e specifica azione integrativa di iodio. Il parere del medico è sempre necessario.
Fonti e bibliografia
- Antonio Griguolo, 2020 – Ipotiroidismo
- Team MyPersonaltrainer, 2019 – Dieta e ipotiroidismo
- Redazione Metica – Iodio per la prevenzione delle malattie della tiroide
Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.