Tra i 40 e i 60 anni, perdiamo circa il 20% della nostra massa muscolare. In particolare, dopo i 50 anni la massa muscolare diminuisce di 1-2% ogni anno, con delle conseguenze importanti sulla forza muscolare. In sostanza, si può verificare quella che è meglio conosciuta come ipotrofia muscolare.
Tutti noi conosciamo almeno una persona che si trova nella fascia d’età appena citata e che, fisicamente, è caratterizzata da braccia magre e cadenti e da una circonferenza del punto vita più grande rispetto a qualche anno prima. Ebbene, quella persona potrebbe soffrire di ipotrofia.
Cos’è l’ipotrofia?
L’ipotrofia muscolare appartiene alla sfera del benessere, in quanto può avere delle conseguenze non indifferenti sullo stile di vita della persona interessata. La sua è una manifestazione evidente della situazione che riguarda molti anziani, correlata al loro dimagrimento.
L’ipotrofia è una riduzione di volume di un muscolo rispetto al volume raggiunto in passato. Quando non si fa riferimento alla sola diminuzione, ma a una vera e propria scomparsa del muscolo, si parla di atrofia muscolare.
Il tessuto muscolare, per una riduzione della sostanza cellulare e intercellulare che lo compone, a sua volta si riduce. Diminuendo, determina una debolezza e perdita parziale della funzione motoria. In caso di ipotrofia muscolare, quindi, si parla di calo della massa, per quanto riguarda sia il volume sia la funzionalità muscolare.
Ipotrofia muscolare: le cause
Le cause dell’ipotrofia muscolare possono avere natura fisiologica o patologica.
Può trattarsi di fattori legati alle abitudini quotidiane dell’anziano, come:
- Carenze nutritive dovute a una dieta sbilanciata, a problemi di inappetenza, di denutrizione e malnutrizione
- Ridotta mobilità ed eccessiva sedentarietà
- Abitudini di vita scorrette
In riferimento alle cause patologiche, facciamo invece riferimento a:
- Fratture ossee, artrite e artrosi, malattie muscolari o altri traumi che costringono la persona a letto o sottoposta a un’immobilizzazione prolungata
- Disturbi neurologici
- Lesioni del midollo spinale
- Sclerosi laterale amiotrofica
- Insufficienza epatica e renale
- Tumori
- Scompensi cardiaci
- Complicanze di altre patologie
Ipotrofia muscolare: i sintomi
L’ipotrofia solitamente si manifesta a partire dalle braccia o da altre parti isolate, per poi estendersi alle gambe e alle altre aree del corpo.
Al diffondersi dell’ipotrofia, il corpo tende a mostrare:
- Debolezza
- Deperimento dei muscoli delle gambe, braccia, mani e tronco
- Affaticamento
- Crampi muscolari
- Contrazioni muscolari rapide e involontarie
- Difficoltà respiratori
- Perdita di peso
Dobbiamo specificare che non tutte le persone che soffrono di ipotrofia muscolare sperimentano questi sintomi; potrebbero inoltre comparire ulteriori disturbi, soprattutto quando l’ipotrofia è accompagnata da altre patologie.
Qual è la correlazione tra ipotrofia e mortalità?
Alcuni ricercatori britannici hanno studiato per 6 anni oltre 4000 uomini in fascia d’età compresa tra i 60 e i 79 anni, valutando la correlazione tra massa corporea e predisposizione al rischio di mortalità.
Dalla ricerca, è emerso che la circonferenza del braccio e del punto vita rappresentano due importanti fattori chiave per poter definire un potenziale rischio di mortalità.
In particolare, minore è la circonferenza del braccio e maggiore è la circonferenza del punto vita, peggiori sono le statistiche.
Cosa significa questo? Per aumentare le probabilità di vivere a lungo, è importante mantenere nel tempo la massa muscolare e ridurre il grasso viscerale.
Il muscolo, infatti, è garanzia dell’autonomia motoria indispensabile per svolgere i movimenti quotidiani e per prevenire potenziali infortuni. Le sue funzionalità non si riducono sicuramente a questo, ma dal punto di vista della persona che soffre di ipotrofia è importante considerarne l’efficacia.
Avere e mantenere i muscoli nei loro volumi e funzionalità è fondamentale per l’intera qualità di vita, inclusa la sua durata.
Cosa fare in caso di diagnosi di ipotrofia?
La prima cosa da fare è rivolgersi al medico curante e, successivamente, al neurologo, per valutare e integrare l’anamnesi, condurre degli esami obiettivi ed escludere eventuali altre patologie.
Una volta ottenuta la diagnosi di ipotrofia muscolare, è il momento di passare alla cura.
In base alla gravità della perdita muscolare e delle condizioni specifiche del paziente, è possibile seguire alcuni trattamenti:
- Esercizio fisico
- Terapia fisica
- Ecoterapia
- Chirurgia
- Cambiamenti alimentari
Il primo trattamento da mettere in atto, per quanto possibile, è l’esercizio fisico. Dipendentemente dalle proprie capacità motorie, è possibile aiutarsi con bretelle, stecche o appositi macchinari. Le attività in acqua possono agevolare i movimenti.
Si può procedere poi con ultrasuoni o interventi veri e propri. La terapia a ultrasuoni non è invasiva e, attraverso le onde sonore, aiuta nella guarigione. Si interviene, infine, con la chirurgia quando i muscoli sono troppo poco sviluppati e da questo deriva una completa incapacità di muoversi.
Dobbiamo specificare che l’esercizio fisico non rappresenta una soluzione in grado di bloccare l’indebolimento muscolare, ma rappresenta sicuramente un valido aiuto per mantenere la flessibilità e i movimenti delle articolazioni, la postura e l’equilibrio, che altrimenti sarebbero sempre più compromessi. Si possono infine alleviare i crampi e le contrazioni muscolari con delicati esercizi di allungamento, senza esagerazione.
Fonti e bibliografia
- Redazione MyPersonaltrainer, 2019 – Ipotrofia muscolare: cause e sintomi
- Redazione MyPersonaltrainer, 2022 – Ipotrofia muscolare e mortalità: composizione corporea vs body mass index
- Redazione Pazienti.it – Atrofia muscolare
- Marco Cantele, 2023 – Atrofia muscolare progressiva: cause, sintomi, pericoli e cura
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