L’utilizzo del litio come farmaco in medicina risale al XIX secolo, quando venne impiegato per il trattamento della gotta, ma nel 1949, lo psichiatra australiano John Cade scoprì l’effetto stabilizzante dell’umore di questa sostanza, aprendo la strada al suo utilizzo in psichiatria.
Oggi il litio è considerato uno dei farmaci più efficaci per il trattamento del disturbo bipolare, dimostrando un’azione preventiva nei confronti di episodi maniacali e depressivi.
Viene inoltre utilizzato per aumentare l’efficacia degli antidepressivi in caso di depressione maggiore resistente ai trattamenti e per la prevenzione del suicidio in pazienti con disturbi dell’umore.
Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire quali sono le applicazioni del litio in psichiatria e quali i possibili effetti collaterali di questo farmaco.
A cosa serve il litio?
Il litio è un metallo alcalino che, sotto forma di sali, viene utilizzato in medicina come stabilizzatore dell’umore.
La sua azione farmacologica si basa su diversi meccanismi complessi, tra cui i seguenti:
- modulazione dei neurotrasmettitori: sembra influenzare la trasmissione di serotonina, dopamina e noradrenalina, neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione dell’umore e del comportamento;
- inibizione di enzimi: inibisce l’enzima glicogeno sintasi chinasi 3β (GSK-3β), che svolge un ruolo importante nella crescita e nella sopravvivenza delle cellule nervose. Questa inibizione potrebbe avere un effetto neuroprotettivo e contribuire all’efficacia del litio nei disturbi dell’umore;
- regolazione dei percorsi di segnalazione cellulare: sembra modulare diverse vie di segnalazione all’interno delle cellule nervose, influenzando la plasticità neuronale e la risposta allo stress.
Questi meccanismi farmacologici lo hanno reso adatto al trattamento di diverse patologie psichiatriche e di disturbi dell’umore.
Utilizzi del litio in psichiatria
Come spiegato, il litio è un farmaco fondamentale nel trattamento di diverse condizioni psichiatriche.
Vediamo quali sono le sue principali applicazioni.
1. Disturbo bipolare
Il litio è considerato il miglior stabilizzatore dell’umore disponibile per il trattamento del disturbo bipolare, superando in efficacia l’acido valproico e la carbamazepina. Agisce prevenendo le recidive sia degli episodi maniacali che depressivi.
La sua rilevanza è legata al fatto che un numero maggiore di ricadute aumenta la probabilità di nuovi episodi, creando una sorta di “sensibilizzazione”.
Il litio viene prescritto in base al numero e alla gravità degli episodi maniacali.
2. Depressione maggiore
Il litio può essere efficace anche nel trattamento di alcuni casi di depressione maggiore, in particolare le forme resistenti ai trattamenti e i casi in cui la bipolarità si manifesta in forma attenuata.
Diversi studi hanno dimostrato che, se utilizzato in aggiunta ad un antidepressivo, mostra un tasso di risposta significativamente più alto rispetto al placebo.
3. Effetto antisuicida
Come illustrato nello studio “Lithium in the prevention of suicide in mood disorders: updated systematic review and meta-analysis”, il litio si distingue per il suo effetto antisuicida, riducendo significativamente il rischio di suicidio e mortalità per tutte le cause in pazienti con disturbi dell’umore.
Diverse meta-analisi hanno dimostrato questa efficacia, evidenziando una riduzione del rischio di suicidio fino all’85% in pazienti con depressione maggiore ricorrente.
L’effetto antisuicida sembra essere più rilevante rispetto alla sua capacità di prevenire gli episodi dell’umore, suggerendo meccanismi d’azione aggiuntivi, come la riduzione dell’aggressività e dell’impulsività.
Pazienti con depressione grave, alto rischio di suicidio, sintomi depressivi più intensi, storia di più di 3 episodi depressivi maggiori, perdita di peso o ritardo psicomotorio, possono trarre maggior beneficio dal litio.
4. Neuroprotezione
Studi recenti suggeriscono un possibile effetto neuroprotettivo del litio, in particolare sull’ippocampo, un’area del cervello cruciale per la memoria.
In pazienti con disturbo bipolare, l’ippocampo risulta di volume ridotto se il trattamento non include il litio, mentre il suo volume è paragonabile a quello di persone sane se i pazienti assumono litio. Questa capacità neuroprotettiva necessita di ulteriori conferme, ma rappresenta un’area di ricerca promettente.
Detto questo, il litio, pur essendo un farmaco efficace, richiede un’attenta valutazione del rapporto rischi/benefici da parte del medico curante, data la possibile presenza di effetti collaterali.
Il litio è sicuro per tutti?
Il litio non è sicuro per tutti e la sua assunzione deve avvenire sotto stretto controllo medico.
Nello specifico, è controindicato nei seguenti casi:
- gravidanza e allattamento: le donne in età fertile che assumono litio devono utilizzare metodi contraccettivi efficaci per prevenire la gravidanza;
- età pediatrica: non è considerato sicuro per i bambini al di sotto dei 7 anni;
- sindrome di Brugada: è controindicato nei pazienti affetti dalla sindrome di Brugada, una patologia cardiaca ereditaria.
Inoltre, il litio può interagire con un ampio numero di farmaci, inclusi molti psicofarmaci. È fondamentale quindi informare il medico di tutti i farmaci che si assumono, compresi quelli da banco e gli integratori, prima di iniziare una terapia con litio.
Infine, va evidenziato che il litio può essere tossico se assunto a dosi eccessive.
Per garantire la sicurezza e l’efficacia della terapia con litio, è necessario un attento monitoraggio medico, che comprende esami del sangue periodici per controllare i livelli di litio nel sangue (litiemia), la funzionalità renale e tiroidea.
Qual è il dosaggio corretto di litio?
Non esiste un dosaggio standard universale, ma varia a seconda di diversi fattori, tra cui l’età, il peso, la condizione medica del paziente e la risposta al trattamento. Sarà il medico a stabilire la dose adatta alle condizioni del paziente, seguendo uno schema che, in genere, prevede:
- titolazione graduale: il trattamento con litio viene generalmente iniziato con una dose bassa, e poi gradualmente aumentata fino a raggiungere il livello terapeutico nel sangue, monitorato attraverso esami del sangue periodici;
- dose di mantenimento: una volta raggiunto il livello terapeutico, il paziente viene mantenuto su una dose di mantenimento per prevenire le ricadute.
La litiemia, ovvero la concentrazione di litio nel sangue, viene misurata regolarmente per garantire che il dosaggio sia efficace e sicuro. Il livello terapeutico target per il trattamento del disturbo bipolare varia generalmente tra 0,5 e 1,0 mEq/L, mentre per l’aumento dell’efficacia degli antidepressivi in caso di depressione maggiore si punta a concentrazioni tra 0,5 e 0,8 mEq/L.
Il dosaggio giornaliero totale di litio viene generalmente suddiviso in una o due somministrazioni. La somministrazione una volta al giorno, preferibilmente la sera, può ridurre il rischio di disfunzione renale.
È importante non modificare il dosaggio o interrompere bruscamente l’assunzione di litio senza consultare il medico.
Quali sono gli effetti collaterali del litio?
Come accennato in precedenza, il litio può causare diversi effetti collaterali, che possono variare da lievi a gravi.
Quasi tutti i pazienti che assumono litio sperimentano alcuni effetti collaterali, ma non tutti manifestano gli stessi sintomi.
Gli effetti collaterali comuni a breve termine sono i seguenti:
- nausea e vomito: sono spesso presenti all’inizio del trattamento e tendono a diminuire con il tempo;
- diarrea: è anch’esso frequente all’inizio del trattamento e può essere gestito con modifiche dietetiche o farmaci antidiarroici;
- secchezza delle fauci: il litio può ridurre la produzione di saliva, causando secchezza della bocca;
- aumento della sete e della minzione (poliuria e polidipsia): il litio interferisce con il meccanismo di concentrazione dell’urina a livello renale, causando un aumento della produzione di urina e conseguente aumento della sete;
- tremori fini alle mani: i tremori sono un effetto collaterale relativamente comune e dose-dipendente. Possono essere lievi o più marcati, e possono migliorare riducendo la dose di litio o assumendo un farmaco beta-bloccante come il propranololo;
- aumento di peso: il litio può causare un aumento di peso, che può essere controllato con una dieta bilanciata e attività fisica regolare.
A questa lista vanno poi aggiunti i seguenti effetti collaterali a breve termine più rari e meno comuni:
- visione offuscata;
- brividi;
- vertigini;
- perdita di appetito;
- senso di benessere/invulnerabilità falso;
- confusione o mancanza di consapevolezza dell’ambiente circostante;
- affaticamento e letargia;
- scarsa memoria a breve termine;
- rigidità degli arti;
- mal di testa.
L’uso a lungo termine del litio può causare una serie di problemi, tra cui:
- diabete insipido nefrogenico: i reni non sono in grado di concentrare l’urina, causando un’eccessiva produzione di urina diluita;
- riduzione della capacità di filtrazione renale: una diminuzione della funzionalità renale che può portare, in casi rari, a insufficienza renale cronica;
- disfunzione tiroidea: Il litio può interferire con la produzione degli ormoni tiroidei, aumentando il rischio di ipotiroidismo (tiroide ipoattiva);
- iperparatiroidismo: in alcuni casi, può causare un aumento dei livelli di paratormone, un ormone che regola il metabolismo del calcio, portando a iperparatiroidismo;
- problemi dermatologici: può esacerbare alcune condizioni dermatologiche preesistenti, come la psoriasi.
Abbiamo già spiegato che l’assunzione di dosi eccessive di litio può causare tossicità, una condizione grave che richiede un intervento medico immediato. I sintomi di tossicità da litio sono i seguenti:
- nausea;
- vomito;
- dolore addominale;
- diarrea;
- tremori intensi;
- debolezza;
- atassia (difficoltà di coordinazione);
- disartria (difficoltà di articolazione delle parole);
- confusione.
È fondamentale rivolgersi al medico o al pronto soccorso immediatamente in caso di sospetta tossicità da litio.
Fonti
- Lithium for Depression: Dosage, Safety, Side Effects, and More, revisione medica di Zara Risoldi Cochrane, Pharm.D., M.S., FASCP, scritto da Kathryn Watson;
- When and How to Use Lithium Augmentation for Treating Major Depressive Disorder, Ercis M, Ozerdem A, Singh B., J Clin Psychiatry;
- About lithium, NHS;
- Il litio può ridurre il rischio di suicidio per le persone affette da disturbi dell’umore, AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco;
- Lithium in the prevention of suicide in mood disorders: updated systematic review and meta-analysis, Andrea Cipriani, Keith Hawton, Sarah Stockton, John R. Geddes, BMJ – British Medical Journal;
- Trattamento con litio e potenziali effetti collaterali a lungo termine: una revisione sistematica della letteratura, Umberto Albert, David De Cori, Giovanni Blengino, Filippo Bogetto, Giuseppe Maina, Rivista di Psichiatria;
- Il litio cura la depressione e protegge la mente, Serena Zoli, Fondazione Umberto Veronesi
- Litio, Humanitas Research Hospital.
Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.