Affrontare i disturbi d’ansia comporta una serie di azioni da mettere in campo, che comprendono la psicoterapia, l’assunzione di farmaci specifici, rimedi naturali o ansiolitici naturali, la meditazione e, soprattutto in tempi più recenti, la cosiddetta mindfulness.
La mindfulness, che corrisponde in italiano a “consapevolezza”, è in effetti una pratica oggi molto di moda, diffusa sui social e sempre più apprezzata da chi soffre d’ansia e stress.
Sebbene affondi le sue radici nella meditazione buddista, la mindfulness ha iniziato a diffondersi – prima negli USA e poi nel resto del mondo – grazie al lavoro svolto da Jon Kabat-Zinn ed al suo programma denominato Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), che ha lanciato al University of Massachusetts Medical School nel 1979.
Da allora, migliaia di studi hanno documentato i benefici per la salute fisica e mentale della mindfulness in generale e della MBSR in particolare, ispirando innumerevoli programmi destinati a gruppi eterogenei di individui.
Vediamo insieme cos’è la mindfulness, come si pratica, e perché è considerata un importante alleato contro i disturbi d’ansia.
Cos’è la mindfulness
Per rispondere a questa domanda riportiamo di seguito le parole del dottor Zinn, che ha definito la mindfulness come
“La consapevolezza che emerge prestando attenzione di proposito, nel momento presente, e senza giudicare, allo svolgersi dell’esperienza momento per momento.”
Cosa vuol dire? La mindfulness è un tipo di meditazione in cui l’obiettivo principale consiste nel concentrarsi sull’essere intensamente consapevoli di ciò che si sta percependo e provando nel momento, senza interpretazione o giudizio.
Il concetto alla base è al tempo stesso banale e complesso.
In effetti, le persone che soffrono d’ansia hanno tutte un elemento in comune: si preoccupano di cose che sono successe in passato o che potrebbero accadere in futuro.
In poche parole, a provocare ansia è sempre qualcosa che, nel momento in cui si prova questa sgradevole sensazione, non esiste o sulla quale non abbiamo alcun controllo.
Sì, perché quello che è successo in passato non lo possiamo cambiare, e quello che potrebbe accadere è solo una proiezione, una possibilità.
Di conseguenza, concentrandosi solo sul presente, sul concetto di “ora e qui”, si può alleviare l’ansia e lo stress e imparare a gestire meglio le proprie emozioni.
La mindfulness serve proprio a questo, a evitare le distrazioni e a vivere il momento.
Quali sono i benefici della mindfulness
Abbiamo accennato nell’introduzione che molti studi condotti negli ultimi decenni hanno sottolineato i benefici della mindfulness sulla nostra salute, e non solo per quanto riguarda la gestione dell’ansia e dello stress.
Infatti, secondo quanto riportato in questo articolo sul sito della Mayo Clinic statunitense, questa pratica di meditazione può risultare efficace per il trattamento e la riduzione di:
- fatica;
- ansia;
- dolore;
- depressione;
- insonnia;
- ipertensione;
- asma;
- fibromialgia.
Inoltre, la meditazione ha anche dimostrato di poter anche:
- migliorare l’attenzione;
- diminuire il burnout del lavoro;
- migliorare la qualità del sonno;
- migliorare il controllo del diabete.
Tutto questo sfruttando una abilità innata nell’essere umano, che deve però imparare a gestire.
Uno degli aspetti più affascinanti della meditazione in genere, e della mindfulness in particolare, è che non richiede l’acquisizione di competenze particolari o di strumenti specifici, perché tutto sta nel riuscire ad accedere a quella capacità che ognuno di noi ha ma che dobbiamo coltivare.
In cosa consiste il Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR)?
Nell’introduzione abbiamo citato il professor Jon Kabat-Zinn ed il suo programma denominato Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR).
Vediamo insieme di cosa si tratta.
Sebbene originariamente progettata per la gestione dello stress, la Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) è una terapia di meditazione viene utilizzata per il trattamento di una varietà di malattie come:
- depressione;
- ansia;
- dolore cronico;
- cancro;
- diabete mellito;
- ipertensione;
- disturbi della pelle;
- disturbi del sistema immunitario.
La terapia MBSR impiega la mindfulness per alleviare la sofferenza associata a disturbi fisici, psicosomatici e psichiatrici, e consiste in un programma di 8 settimane (2,5 ore a settimana e un ritiro di 1 giorno), durante le quali i partecipanti ricevono una formazione in tecniche di meditazione che coinvolgono semplici esercizi, allungamenti e posture.
E’ importante ricordare che la MBSR è spesso una pratica complementare, utilizzata insieme ad altre terapie per aiutare le persone a far fronte a vari tipi di disagio fisico e mentale.
Alternative e varianti della MBSR
La terapia di mindfulness sviluppata dal professor Jon Kabat-Zinn ha generato, nel corso del tempo, modifiche e varianti alternative.
Le tre principali sono:
- Mindfulness-based cognitive therapy (MBCT), in italiano “terapia cognitiva basata sulla consapevolezza”: è una forma di MBSR che include principalmente le stesse basi – ovvero meditazione, yoga e focalizzarsi sul momento presente – con l’aggiunta di alcune componenti della terapia cognitivo comportamentale (CBT). Questa terapia è stata sviluppata specificamente per le persone che hanno sofferto la depressione, ed ha come obiettivo la prevenzione di episodi ricorrenti;
- Mindfulness-based relapse prevention (MBRP), in italiano “prevenzione delle ricadute basata sulla consapevolezza”: è stata sviluppata e pensata per le persone che hanno sperimentato l’uso di sostanze o dipendenza. Le tecniche di mindfulness utilizzate nella terapia MBRP hanno lo scopo di aiutare le persone a superare il desiderio di sostanze e far fronte ai fattori scatenanti dell’uso di sostanze;
- Mindfulness-based relationship enhancement (MBRE), in italiano “miglioramento della relazione basato sulla consapevolezza”: è un tipo di terapia di coppia che si concentra sul miglioramento della soddisfazione all’interno della relazione.
La pratica della mindfulness implica metodi di respirazione, immagini guidate e altre pratiche per rilassare il corpo e la mente e aiutare a ridurre lo stress e l’ansia.
Vediamo come funziona.
Come si pratica la mindfulness
La terapia MBSR prevede, come accennato, un programma strutturato in 8 settimane, durante le quali un istruttore certificato accompagna il gruppo durante le sessioni, che possono avere una durata variabile ma che in genere si assesta sulle 2 ore e mezza.
Durante le sessioni le persone si sforzano di coltivare una maggiore consapevolezza del momento presente, aumentando la quale si può provare a ridurre l’eccitazione generale e la reattività emotiva e ad acquisire un più profondo senso di calma.
Ma cosa si fa durante le sessioni, in concreto?
- tecniche di respirazione, utili per rallentare il battito cardiaco e abbassare la pressione sanguigna, aumentando la sensazione di rilassatezza;
- diario della gratitudine, che consiste semplicemente nello scrivere in un diario le cose per cui si è grati nella vita;
- dialogo di gruppo: i membri del gruppo condividono le loro esperienze mentre integrano le tecniche MBSR nella loro vita quotidiana;
- compiti a casa, che possono includere la pratica di specifiche tecniche di mindfulness, l’ascolto di meditazioni guidate, la visione di video informativi e/o l’utilizzo di un libro di esercizi;
- meditazione;
- yoga, che può aiutare a rilassare il corpo e la mente.
La terapia MBSR è una delle modalità più diffuse di praticare la mindfulness, ma questo non vuol dire che sia l’unica. Ad esempio, può essere coltivata attraverso alcune tecniche, come:
- meditazione da seduti, camminando, in piedi e in movimento;
- brevi pause che inseriamo nella quotidianità;
- unire la pratica della meditazione con altre attività, come lo yoga o lo sport.
In ogni caso, bisogna ricordare che la mindfulness non ha a che fare solo con la nostra mente, ma con tutto il corpo; anzi, se ci concentriamo sulla mente finiamo col prestare troppa attenzione ai nostri pensieri, che è esattamente ciò che dovremmo provare ad evitare. Piuttosto, dobbiamo imparare a sentire quello che il corpo ci vuole comunicare.
Attenzione!
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