Obesità e depressione: qual è il collegamento?

Obesità E Depressione

L’obesità e la depressione sono due tra le più diffuse condizioni croniche a livello globale e hanno un impatto significativo sulla salute fisica e mentale, sulla nutrizione e il benessere complessivo della persona. Se prese singolarmente, rappresentano già una sfida notevole; insieme, possono creare un ciclo di difficile interruzione, con l’una che può aggravare l’altra.

Numerose ricerche hanno dimostrato che esiste una correlazione diretta e bidirezionale tra queste due condizioni, ma qual è il vero collegamento tra obesità e depressione?
Comprendere meglio questa relazione è essenziale per sviluppare approcci terapeutici più efficaci, mirati sia al controllo del peso che alla gestione della salute mentale.

Fattori psicologici e sociali: stigma autostima e isolamento

L’obesità non è solo una condizione fisica; ha implicazioni emotive e sociali che possono incidere sulla salute mentale. Per, questo, a volte si parla anche di obesità psicogena.

Più in generale, lo stigma sociale legato all’obesità, le discriminazioni subite a scuola, sul lavoro e nelle interazioni quotidiane possono portare a un senso di isolamento e di rifiuto sociale, fattori che spesso favoriscono lo sviluppo di sintomi depressivi. 

L’obesità è, dunque, associata a condizioni che predispongono alla depressione, come la ridotta autostima e le difficoltà relazionali. 

La combinazione di queste difficoltà sociali e psicologiche rende più probabile che una persona con obesità sviluppi sintomi depressivi, creando una spirale negativa.

Inoltre, l’obesità è associata a problematiche fisiche come le apnee del sonno e i dolori articolari (obesità sarcopenica), che possono limitare ulteriormente l’attività fisica e accentuare la tendenza alla sedentarietà, aggravando ulteriormente il quadro depressivo.
In questi casi, il miglioramento della qualità della vita e del benessere psicologico diventa ancora più complesso e richiede interventi su molteplici fronti.

Fattori biologici: cortisolo, infiammazione e predisposizione genetica

A livello biologico, esistono diversi meccanismi che spiegano il collegamento tra obesità e depressione. Alcuni studi hanno rilevato come il cortisolo, noto anche come “ormone dello stress”, sia spesso elevato nelle persone con depressione, e questo può contribuire all’accumulo di grasso corporeo, in particolare nella zona addominale.
Questo grasso addominale, oltre a rappresentare un rischio cardiovascolare, è stato collegato a un rischio maggiore di sintomi depressivi.
Uno studio condotto dall’University of Alabama at Birmingham ha evidenziato come la depressione sia fortemente associata all’obesità addominale, suggerendo che le alterazioni ormonali e i livelli di cortisolo possono giocare un ruolo chiave.

Altri studi hanno indagato il fattore genetico.
In una ricerca dell’Università dell’Australia del Sud e dell’Università di Exeter, i ricercatori hanno utilizzato un approccio genomico, analizzando i dati di 48.000 persone con depressione e un ampio gruppo di controllo e hanno scoperto che i geni legati all’obesità aumentano il rischio di sviluppare depressione, anche quando non sono presenti altre malattie metaboliche

Questo studio è stato il primo a dimostrare che l’obesità, anche indipendentemente da altre patologie come il diabete, può costituire un fattore di rischio per la depressione.

La ruminazione e la vulnerabilità psicologica

Un aspetto chiave che differenzia le persone con obesità che sviluppano depressione da quelle che non lo fanno è la ruminazione, ovvero la tendenza a soffermarsi su pensieri negativi, focalizzandosi su cause e conseguenze del malessere senza tentare di risolvere attivamente il problema. 

La ruminazione è un fattore che può predisporre alla depressione, poiché porta a concentrarsi su sensazioni di inadeguatezza e disperazione, piuttosto che su strategie di coping attivo. 

Studi suggeriscono che alcune persone con obesità abbiano livelli inferiori di ruminazione rispetto a persone con un indice di massa corporea normale, risultando quindi più protette psicologicamente.

Capire il ruolo della ruminazione può essere fondamentale per sviluppare trattamenti personalizzati. Le persone con obesità che tendono alla ruminazione potrebbero beneficiare di interventi di tipo cognitivo-comportamentale, volti a interrompere il flusso di pensieri negativi e a favorire il problem solving come strategia per affrontare il malessere.

Un approccio integrato per il trattamento: nutrizione, attività fisica e supporto psicologico

La comprensione del legame tra obesità e depressione ha portato gli esperti a concordare sull’importanza di un approccio integrato al trattamento.
Solo affrontando contemporaneamente sia il peso corporeo che il benessere psicologico è possibile ottenere risultati duraturi. 

Questo approccio deve includere:

  • Una nutrizione e un’alimentazione consapevole: per questo motivo la consulenza nutrizionale è essenziale per fornire alle persone gli strumenti necessari per compiere scelte alimentari salutari e sostenibili. Non si tratta solo di ridurre l’apporto calorico, ma di adottare abitudini che promuovano un miglioramento complessivo del benessere
  • Attività fisica regolare: l’esercizio fisico ha dimostrato di essere un efficace trattamento contro la depressione, oltre a contribuire al controllo del peso. Tuttavia, per molte persone con obesità grave, iniziare un programma di esercizio può essere difficile. La consulenza di un professionista, come un fisioterapista o un personal trainer, può essere determinante
  • Supporto psicologico e counselling, dove la psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, gioca un ruolo cruciale e può aiutare le persone a ridurre la ruminazione, a sviluppare strategie di coping attivo e a migliorare l’autostima. La consulenza psicologica può inoltre supportare la motivazione e aiutare le persone a mantenere un impegno duraturo verso una vita più sana.

Il legame tra obesità e depressione è complesso e multifattoriale, alimentato da una combinazione di fattori psicologici, sociali e biologici. 

Gli studi più recenti mostrano come queste due condizioni non solo si influenzino reciprocamente, ma possano aggravarsi a vicenda in assenza di un trattamento adeguato. Solo un approccio integrato, che tenga conto delle molteplici dimensioni della salute fisica e mentale, può aiutare a spezzare questo ciclo e migliorare significativamente la qualità della vita delle persone che soffrono di obesità e depressione.

Fonti e bibliografia

Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.

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