Piromania: significato, diagnosi, trattamento

Piromania Significato Diagnosi Trattamento

Quando si pensa alla piromania si tende a immaginare un atto doloso, criminale, mosso quindi da interessi secondari, ma nell’ambito delle psicopatologie si fa in realtà riferimento ad un disturbo del controllo degli impulsi, così come indicato nel DSM-V, insieme ad altre condizioni come, ad esempio, la cleptomania

In effetti, non tutti quelli che appiccano un incendio per ragioni specifiche – pensiamo, ad esempio, alla volontà di “conquistare” con la forza superfici da destinare all’allevamento o all’agricoltura – possono essere diagnosticati come piromani in senso clinico, così come non tutti i ladri agiscono guidati da un disturbo psicologico e non da un obiettivo economico. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa significa, in psichiatria, la piromania, come si diagnostica e quali sono le opzioni terapeutiche

Cosa significa piromania?

Attingendo al DSM-V, possiamo rispondere a questa domanda spiegando che la piromania è un disturbo psicologico caratterizzato dalla presenza di ripetuti episodi di incendio deliberato e intenzionale

Il termine deriva dall’unione di due parole greche, pyros (fuoco) e mania (passione eccessiva). 

Le persone affette da questo disturbo provano una forte tensione o eccitazione emotiva prima di appiccare il fuoco e sono spesso attratte dalla sua natura, manifestando una curiosità particolare per tutto ciò che riguarda l’incendio, come gli strumenti utilizzati, gli effetti e le conseguenze.

Chi soffre di piromania, però, non è detto che sia colui che appicca l’incendio, ma può limitarsi ad essere un osservatore abituale, provando piacere nel guardare le fiamme e tutto ciò che le circonda, come i vigili del fuoco e le attrezzature antincendio. In alcuni casi, queste persone potrebbero attivare falsi allarmi o frequentare i vigili del fuoco per sentirsi più vicine al mondo degli incendi, arrivando persino a diventare pompieri.

Come accennato nell’introduzione, però, in questi casi l’atto di appiccare il fuoco non è dettato da motivi economici, ideologici o criminali, né da sentimenti di rabbia o vendetta, e non è neppure una conseguenza di deliri o allucinazioni. 

La piromania, in effetti, è un comportamento che procura a chi ne è affetto un senso di piacere, gratificazione o sollievo, ma deve essere distinta da altri disturbi, come il disturbo della condotta, episodi maniacali o il disturbo antisociale di personalità.

Come si esegue la diagnosi?

La diagnosi di piromania viene effettuata da uno specialista in salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra, seguendo i criteri diagnostici delineati nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V). Il processo diagnostico prevede una valutazione approfondita della storia clinica del paziente e dei suoi comportamenti relativi all’incendio.

Per poter diagnosticare la piromania, devono essere presenti alcuni criteri specifici, in parte già accennati prima, e che riportiamo di seguito:

  • incendi deliberati e ripetuti: la persona deve aver appiccato il fuoco volontariamente e in modo intenzionale in più occasioni;
  • tensione o eccitazione emotiva: prima di appiccare l’incendio, l’individuo sperimenta una forte tensione o un’eccitazione emotiva. Questo è un elemento chiave che differenzia la piromania da altri comportamenti simili;
  • attrazione verso il fuoco: il paziente mostra una forte attrazione, curiosità o fascino verso il fuoco, gli oggetti legati agli incendi e le situazioni correlate;
  • piacere o sollievo: dopo aver appiccato il fuoco, la persona prova piacere, gratificazione o sollievo;
  • assenza di altre motivazioni: l’incendio non deve essere stato appiccato per motivi economici, ideologici, criminali, o per vendetta. Inoltre, non deve essere la conseguenza di un’allucinazione, un delirio o altri disturbi come il disturbo della condotta, episodi maniacali o disturbo antisociale di personalità.

Durante la diagnosi, lo specialista escluderà altre possibili cause del comportamento incendiario, come la presenza di un disturbo psicotico, l’abuso di sostanze o un disturbo di personalità. La diagnosi accurata è essenziale per poter definire un piano di trattamento adeguato, che potrebbe includere la psicoterapia e, in alcuni casi, interventi farmacologici.

Trattamento della piromania

Poiché la piromania è un disturbo raro e poco studiato rispetto ad altre patologie, non esiste un protocollo terapeutico standardizzato

Inoltre, c’è da dire che sono pochissimi i soggetti affetti da questo disturbo a rivolgersi ad uno psichiatra o psicoanalista, perché tendono a nascondersi fino a quando non si rendono protagonisti di atti criminali o mettono a rischio la propria incolumità, con l’intervento delle forze dell’ordine o dei familiari.

Tuttavia, alcune strategie si sono rivelate efficaci nel gestire i sintomi e prevenire ricadute.

La psicoterapia è il pilastro fondamentale del trattamento per la piromania, e le forme più utilizzate sono:

  • terapia cognitivo-comportamentale (CBT): aiuta l’individuo a riconoscere e modificare i pensieri distorti e i comportamenti associati al fuoco. Si lavora sulle emozioni di tensione ed eccitazione che precedono l’incendio, cercando di sviluppare strategie di gestione più sane;
  • terapia comportamentale: alcuni interventi comportamentali includono l’addestramento alle abilità sociali, l’insegnamento del controllo degli impulsi e la gestione della rabbia, con lo scopo di ridurre l’impulso di appiccare il fuoco;
  • terapia psicodinamica: si concentra sull’esplorazione delle esperienze e dei conflitti inconsci che possono contribuire all’impulso di appiccare incendi.

In casi specifici, alcuni farmaci possono essere utilizzati per gestire i sintomi associati alla piromania. Sebbene non esistano farmaci specifici per questo disturbo, possono essere prescritti: 

  • antidepressivi, ad esempio gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), per aiutare a ridurre i sintomi di ansia, depressione e impulsività che spesso accompagnano la piromania;
  • stabilizzatori dell’umore, come il litio o alcuni anticonvulsivanti, per regolare i cambiamenti dell’umore e migliorare il controllo degli impulsi;
  • antipsicotici, specialmente quando coesistono altri disturbi psicotici o di personalità, per ridurre i comportamenti impulsivi e ossessivi.

Un aspetto importante del trattamento è anche l’educazione del paziente e dei familiari riguardo alla piromania, per favorire una migliore comprensione del disturbo e delle strategie di prevenzione, così come partecipare a gruppi di supporto con persone che affrontano problemi simili.

Un obiettivo chiave nel trattamento della piromania è prevenire le ricadute. A tale scopo, l’individuo viene aiutato a identificare i fattori scatenanti e a sviluppare strategie per gestire l’impulso di appiccare il fuoco, come l’adozione di tecniche di rilassamento o l’implementazione di attività sostitutive.

Il trattamento della piromania richiede tempo e impegno, e il coinvolgimento di uno specialista è fondamentale per garantire un approccio personalizzato e adattato alle esigenze del paziente.

Bibliografia

Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.

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