Quanto dura la depressione? È una domanda frequente nei soggetti affetti da sindrome depressiva, e in chi gli sta accanto, così come tendono a preoccuparsi, comprensibilmente, della durata del trattamento, nella speranza che possa portare dei benefici immediati e duraturi nel tempo.
Tutti vorremmo stare meglio – in realtà nessuno vorrebbe mai stare male – ma non esiste purtroppo la soluzione adatta a tutti, soprattutto quando si tratta di disturbi mentali.
In effetti, alcuni soggetti potrebbero rispondere molto bene alla psicoterapia, senza dover mai ricorrere ad una terapia farmacologica, altri invece potrebbero aver bisogno di più tempo e di modalità di trattamento differenti.
Quindi, stabilire a priori la durata della depressione con certezza è impossibile, perché dipende dalle condizioni in cui versa il paziente e dalle cure a cui accede.
A tal proposito, può essere utile anche leggere l’articolo Quanto posso stare in malattia per depressione, importante per i lavoratori affetti da questa malattia.
Proviamo, ora, a spiegare quanto dura la depressione, a seconda del tipo di disturbo, delle cause sottostanti e della gravità, per poi approfondire le varie fasi del trattamento.
Quanto dura la depressione in base al tipo di disturbo
La durata della depressione può variare in base al tipo specifico di disturbo depressivo che una persona sta affrontando.
Vediamo, rapidamente, i principali tipi di disturbi depressivi e le loro relative durate (in media):
- disturbo depressivo maggiore: questo è il tipo più comune di depressione. Gli episodi possono durare almeno due settimane o più, e la gravità dei sintomi può variare da lieve a grave. Alcune persone possono sperimentare episodi occasionali durante la vita, mentre altri presentano episodi ricorrenti;
- disturbo depressivo persistente (Distimia): la distimia è caratterizzata da sintomi depressivi che persistono per la maggior parte dei giorni per almeno due anni (un anno in bambini e adolescenti).Può essere meno intensa della depressione maggiore, ma tende ad essere più cronica;
- disturbo affettivo stagionale (SAD): è una forma di depressione che segue un modello stagionale, spesso collegato alla mancanza di luce solare durante i mesi invernali. La durata può essere stagionale, con episodi che iniziano in autunno o in inverno e migliorano in primavera o in estate. Invitiamo a leggere anche l’articolo I benefici della fototerapia per la depressione stagionale;
- disturbo bipolare: le persone attraversano fasi depressive e fasi maniacali o ipomaniacali. La durata delle fasi può variare, ma generalmente sono di durata significativa e possono persistere per settimane o mesi;
- depressione psicotica: è caratterizzata dalla presenza di sintomi psicotici durante un episodio depressivo maggiore. La durata può variare, ma è importante trattare sia i sintomi depressivi che quelli psicotici.
Quanto illustrato è molto generico, ed è importante ricordare che ogni persona può reagire in modo diverso. La durata della depressione può essere influenzata da fattori individuali, dalla tempestività del trattamento e dalla risposta alla terapia. La consulenza di un professionista della salute mentale può fornire una valutazione più precisa e indicare il percorso di trattamento più adatto.
Durata della depressione in base alle cause del disturbo
La depressione può essere causata da una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali, e la comprensione delle cause (non sempre note) può influenzare la prognosi e il trattamento.
Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo Quali sono le cause della depressione più diffuse.
Ecco alcuni esempi di come le cause possono influenzare la durata della depressione:
- depressione reattiva a eventi stressanti: se la depressione è scatenata da un evento specifico, come la perdita di una persona cara o un evento traumatico, la durata può essere influenzata dalla gestione del lutto o dalla risoluzione degli eventi stressanti. Questa forma depressiva può risolversi nel tempo, specialmente con il supporto sociale e la terapia;
- cause biologiche: la depressione che ha radici biologiche, come alterazioni chimiche nel cervello, può richiedere un trattamento a lungo termine con farmaci antidepressivi. La risposta al trattamento può variare da persona a persona, e alcune persone possono richiedere un trattamento continuativo per prevenire recidive;
- depressione legata a condizioni mediche: alcune condizioni mediche, come disturbi endocrini, malattie neurologiche o dolore cronico, possono contribuire alla depressione. La durata può dipendere dalla gestione e dalla cura della condizione di base;
- depressione legata a squilibri ormonali: cambiamenti ormonali, come quelli legati alla gravidanza, al parto o alla menopausa, possono influenzare la durata della depressione. La gestione degli squilibri ormonali può avere un impatto sulla risoluzione della depressione;
- depressione endogena o biologica: può avere cause biologiche e genetiche. La durata può variare, ma può richiedere trattamenti a lungo termine, spesso con farmaci antidepressivi;
- depressione legata a disordini psicologici: la depressione può essere associata ad altri disturbi psicologici, come l’ansia o il disturbo post-traumatico da stress. La durata può essere influenzata dalla gestione concomitante di questi disturbi.
In ogni caso, è fondamentale consultare un professionista della salute mentale per una valutazione accurata e un piano di trattamento personalizzato. La terapia può includere una combinazione di psicoterapia, farmaci e interventi di supporto a seconda delle cause specifiche e delle esigenze del paziente.
Durata rispetto alla gravità della depressione
La durata della depressione può essere influenzata dalla gravità della condizione, spesso valutata in base all’impatto dei sintomi sulla vita quotidiana e sul funzionamento complessivo della persona.
Ecco come la gravità può essere correlata alla durata della depressione:
- depressione lieve: può durare per un periodo limitato, spesso rispondendo bene a interventi come la psicoterapia o le modifiche dello stile di vita. Alcune persone che ne soffrono possono superare gli episodi depressivi con il tempo e il supporto appropriato;
- depressione moderata: può persistere per diverse settimane o mesi. Il trattamento può essere necessario per affrontare la gravità dei sintomi, e la terapia può essere una parte importante del percorso di recupero;
- depressione grave: può durare per lunghi periodi, anche per diversi mesi o anni. Richiede spesso un intervento più intensivo, che può includere una combinazione di psicoterapia, farmaci antidepressivi e supporto sociale;
- depressione ricorrente: le persone che sperimentano episodi depressivi ricorrenti possono affrontarli in modo intermittente nel corso della vita. La durata degli episodi e la loro frequenza possono variare, e il trattamento può essere necessario in momenti diversi;
- depressione cronica o distimia: è caratterizzata da sintomi depressivi persistenti che durano per almeno due anni (un anno in bambini e adolescenti). La durata è prolungata, ma i sintomi possono essere meno gravi rispetto alla depressione maggiore.
Ricordiamo anche in questo caso che la gravità della depressione può essere soggettiva e variare da persona a persona. Inoltre, la risposta al trattamento può essere altamente individuale.
Si può guarire dalla depressione, e la tempestività dell’intervento può influenzare positivamente l’outcome.
Le 4 fasi del trattamento della depressione
Il trattamento farmacologico interviene solo dopo aver eseguito dei test per valutare la gravità dei sintomi, tali da soddisfare una diagnosi di depressione maggiore.
Assumiamo, quindi, che il medico abbia elaborato una diagnosi di depressione, valutando di conseguenza la somministrazione di farmaci anti depressivi al paziente.
Bene, in questi casi si può azzardare una risposta alla domanda “quanto dura la depressione”, ovvero quanto tempo sarà necessario affinché il paziente raggiunga uno stato di benessere tale da favorire la sospensione graduale dei farmaci.
Il trattamento della depressione prevede 4 fasi:
- Inizio;
- Remissione sintomatologica;
- Trattamento di stabilizzazione;
- Sospensione graduale.
1. Inizio del trattamento
L’inizio del trattamento farmacologico avviene, come accennato prima, solo quando si entra nella cosiddetta “fase acuta”, caratterizzata dalla presenza di sintomi acuti che soddisfano i criteri diagnostici per il disturbo depressivo maggiore, indicati nel DSM-V.
In questa fase l’obiettivo primario è la riduzione dei sintomi, che può richiedere almeno 2 settimane.
Si può parlare di regressione dei sintomi quando la loro gravità si riduce del 50%, raggiungendo un livello che non soddisfa più i criteri per una diagnosi.
Questo non vuol dire, però, che il paziente sia guarito e possa finalmente sospendere il trattamento, anzi; una riduzione dei sintomi, se non seguita con attenzione, presenta un elevato rischio di ricaduta (relapse).
2. Remissione sintomatologica
Dal momento in cui i sintomi si fanno più lievi, al punto da non rientrare più a pieno titolo nella fase acuta, si passa allo step successivo, ovvero alla remissione sintomatologica.
Si può parlare di remissione quando il livello dei sintomi rientra nel range della popolazione che non è mai stata malata.
Questa fase è importantissima, molto più di quella precedente, perché è dimostrato che la remissione presenta minori rischi di ricaduta e offre maggiori possibilità di ritornare alla normalità.
Per raggiungere questa seconda fase si impiegano, almeno 2 mesi.
Anche in questo caso, però, è importante non sospendere il trattamento, proseguendo invece con la fase successiva.
3. Trattamento di stabilizzazione
Il prosieguo della terapia anche dopo la fase di remissione viene definita trattamento di stabilizzazione, o più semplicemente continuazione del trattamento.
Si tratta di una fase molto delicata, non a caso è quella dalla durata maggiore, circa 4 mesi in media, anche se molti studi suggeriscono un minimo di 6 mesi.
Come puoi facilmente intuire, la durata di questa fase dipende da molteplici fattori, dalla gravità iniziale dei sintomi alla durata della fase remissiva, dal rischio di relapse alle esigenze specifiche del paziente.
4. Sospensione graduale
Il trattamento farmacologico con antidepressivi non può essere interrotto bruscamente, da un momento all’altro, anche laddove si dovesse riscontrare una assenza di sintomi per un certo periodo di tempo.
Perché? Per due ragioni, principalmente:
- i disturbi depressivi presentano, purtroppo, un’elevata ricorrenza, ovvero un ripresentarsi dei sintomi acuti iniziali, anche dopo aver completato con successo il trattamento. Di conseguenza, è necessario sospendere i farmaci in modo graduale, per prolungare la fase di benessere e intercettare eventuali segnali di vulnerabilità nel paziente per comprendere meglio come riconoscere la depressione. Si parla, in questi casi, di mantenimento del trattamento, che può avere una durata indefinita;
- i farmaci antidepressivi comportano numerosi effetti collaterali, alcuni anche gravi (vertigini, ipertensione, disturbi cognitivi, sonnolenza, disturbi cardiaci, tremore, ecc…), che rendono impossibile una sospensione immediata dell’assunzione. Per questo motivo, si procede ad una riduzione graduale del dosaggio, fino a sospenderlo completamente.
Questa fase di sospensione graduale può durare in media 1 mese.
Conclusioni
La depressione è una condizione molto complessa, ed estremamente variabile negli individui, capace di durare poche settimane, magari come reazione ad un evento traumatico, o di accompagnare il soggetto per anni.
Di conseguenza, non è possibile dire con esattezza quanto dura la depressione, possiamo solo immaginare un periodo più o meno preciso necessario al trattamento del disturbo.
Anche in questo caso, lo ricordiamo, dipende dalle reali condizioni in cui versa il singolo individuo, e questo può essere valutato solo da un medico specializzato.
Bibliografia
- How Long Does Depression Last?, scritto da Lindsay Curtis, revisione medica di Karin Gepp, PsyD, Psych Central, Healthline Media Company;
- How Long Does Depression Last? What You Need To Know, Revisione medica di Dr. Carolina Estevez, Psy.D, HealthMatch;
- Outcome of Depression in Psychiatric Settings, Marco Piccinelli e Greg Wilkinson, Cambridge University Press;
- Long term outcome of primary care depression, Jenny Yiend, Eugene Paykel, Rowena Merritt, Kathryn Lester, Helen Doll, Tom Burns, Journal of Affective Disorders.
Attenzione!
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