Nella pratica clinica esistono diverse scale di valutazione, ma una delle più diffuse e utilizzate, se non la più utilizzata in assoluto, consiste nella famosa scala di Hamilton per la depressione.
Si tratta, come vedremo, di una scala di valutazione dello stato depressivo del paziente, calcolata sommando le risposte ad un questionario.
Ne avevamo già parlato nell’articolo dedicato ai sintomi fisici e mentali della depressione, insieme ad altre scale di valutazione come la MADRS, la PSDRS o la BDI.
Ma approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire come funziona la scala di Hamilton per la depressione.
Cos’è la scala di Hamilton
La scala di Hamilton, o più comunemente HRSD, fa la sua prima apparizione nel 1960 con l’articolo dal titolo “A rating scale for depression” a firma di Max Hamilton.
Non si tratta della prima scala di valutazione per la depressione, ne esistevano già diverse in uso nella comunità medica, lontane però dalla perfezione, come ricorda lo stesso autore nelle righe introduttive.
“L’apparizione di un’altra scala di valutazione per può sembrare la misurazione dei sintomi del disturbo mentale inutile, dato che ne esistono già così tante e molte di esse sono state ampiamente utilizzate. Purtroppo non si può dire che la perfezione sia stata raggiunta, anzi, c’è notevole margine di miglioramento.”
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare leggendo il titolo del suo paper, la scala di Hamilton non è uno strumento diagnostico specifico per la depressione.
D’altronde, sempre nella parte introduttiva del suo articolo, Hamilton specifica che
“La presente scala è stata concepita per essere utilizzata solo su pazienti già diagnosticati come affetti da disturbo affettivo di tipo depressivo. È usata per quantificare i risultati di un colloquio e il suo valore dipende interamente dall’abilità dell’intervistatore nell’ottenere le informazioni necessarie. L’intervistatore può, e dovrebbe, utilizzare tutte le informazioni a disposizione per aiutarlo con la sua intervista e nella realizzazione della valutazione finale.”
Ciò nonostante, viene spesso proposta anche come strumento di autovalutazione iniziale, per acquisire informazioni dal paziente e procedere con il percorso diagnostico.
Descrizione della scala di Hamilton
Nella sua prima versione del 1960, alla quale faranno seguito diversi aggiornamenti nel corso dei successivi due decenni, la scala di Hamilton si basa su 17 variabili, che indichiamo di seguito:
- Umore depresso (tristezza, malinconia, anedonia);
- Sentimenti di Colpa;
- Pensieri suicidi;
- Insonnia iniziale (difficoltà ad addormentarsi);
- Insonnia medio (risvegli frequenti);
- Insonnia ritardata (difficoltà a riaddormentarsi);
- Lavoro e interessi;
- Ritardo (nel linguaggio e nei movimenti);
- Agitazione;
- Ansia psichica;
- Ansia somatica;
- Somatico, gastrointestinale (diarrea, meteorismo, indigestione);
- Generale somatico (mal di testa, stanchezza, ecc…);
- Genitale somatico (minzione frequente);
- Ipocondria;
- Intuizione (consapevolezza del proprio stato di salute);
- Perdita di peso.
A queste 17 se ne aggiungono altre 4, arrivando quindi a 21 variabili. Le quattro aggiuntive sono:
- variazione diurna;
- derealizzazione;
- sintomi paranoidi;
- sintomi ossessivi.
Nelle versioni più recenti si possono trovare altre variabili ancora, dalle 24 (HRSD-24) fino ad un massimo di 29 (HRSD-29).
Come si calcola il punteggio
La scala di Hamilton è, semplificando, un questionario composto da 21 o più domande (a seconda della versione), una per ogni variabile, alle quali viene attribuito un punteggio.
Nella versione standard, quella composta quindi da 17+4 variabili, si utilizza il seguente metodo di assegnazione del punteggio e di calcolo:
- Nella maggior parte delle domande si utilizza un range da 0 a 4 (quindi 0-1-2-3-4 come possibile punteggio da attribuire alla risposta);
- Per alcune domande, invece, ci si limita ad un range da 0 a 2, (quindi 0-1-2).
Sommando i punteggi alle 21 domande, si ottiene il seguente responso:
- ≥ 25 depressione grave;
- 18-24 depressione moderata;
- 8-17 depressione lieve;
- ≤7 assenza di depressione.
Nelle versioni successive, a 24 e 29 variabili, cambiano anche leggermente i range di valutazione.
Ricordiamo, comunque, che compilare un semplice questionario, reperibile facilmente online, non equivale ad eseguire una diagnosi corretta di depressione. È preferibile, in ogni caso, rivolgersi ad un medico in presenza di determinati sintomi e campanelli d’allarme.
Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.