Il sonnambulismo è un disturbo che si manifesta dopo l’addormentamento o in fase di sonno profondo. Anche se si verifica più frequentemente nei bambini, è una problematica che interessa qualunque fascia d’età. Nella maggior parte dei casi il disturbo scompare durante la pubertà ma, talvolta, può persistere anche negli adulti.
Cos’è il sonnambulismo?
Il sonnambulismo è un sintomo dei disturbi del sonno di natura benigna, che generalmente si risolve spontaneamente.
Ciò che accade nel cervello è simile ad un corto circuito. Diverse aree del sistema nervoso centrale si attivano simultaneamente. I movimenti involontari e inconsci tipici di tale disturbo sono causati da un improvviso mancato funzionamento del meccanismo di repressione dell’individuo.
Movimenti come sedersi o camminare o in alcuni casi anche comportamenti maggiormente complessi possono verificarsi dopo e durante il risveglio dallo stadio 3 del sonno non REM (fase NREM).
Sonnambulismo: i sintomi
La maggior parte degli episodi legati a tale disturbo ha una durata media minore ai 10 minuti, anche se in alcuni casi può protrarsi per un lasso temporale più lungo.
Durante un episodio di sonnambulismo gli occhi tendono a rimanere aperti, ma con uno sguardo che manca di un focus preciso. Anche se generalmente il sonnambulo elabora delle risposte confuse e sconclusionate, in alcuni casi può essere in grado non solo di formulare delle risposte sensate, ma anche di muoversi in maniera disinvolta se si trova in un ambiente familiare.
Il sonnambulismo può manifestarsi in diverse modalità. Nell’immaginario comune, la persona scende dal letto e cammina; in realtà, tale disturbo può manifestarsi anche attraverso l’agitazione e la confusione della persona, che nei casi più estremi può addirittura uscire di casa e compiere azioni complesse come quella di guidare l’auto.
Alla fine di ogni episodio, il sonnambulo può svegliarsi oppure coricarsi di nuovo a letto. Al risveglio potrebbe non ricordare nulla di quanto accaduto, ma in alcuni casi potrebbe avere qualche vago ricordo frammentato e confuso. Se, invece, l’individuo viene svegliato bruscamente durante l’episodio di sonnambulismo, potrà agitarsi e rimuovere ogni ricordo di quanto accaduto.
Sonnambulismo: le cause
Il sonnambulismo può avere diverse origini, che contribuiscono ad innescarlo, o peggiorarlo. Anche se la causa esatta della problematica rimane ancora sconosciuta, la natura sembra essere ereditaria. Infatti, se nella propria famiglia d’origine si sono già verificati episodi di sonnambulismo, vi è una maggior possibilità di sperimentarlo nelle generazione successive.
Non avendo un’origine specifica, le cause di tale problematica possono essere molteplici. Tra queste vi sono, ad esempio:
- Stress, ansia o disagio psicologico
- Infezioni con febbre (specialmente nei bambini)
- Stimolazioni sonore o luminose durante il sonno
- Ritmi sonno-veglia irregolari
- Consumo eccessivo di alcol o sostanze stupefacenti
- Alcuni farmaci, come i sedativi
- Essere svegliati bruscamente da un rumore, mentre si è nella fase di sonno profondo
Il sonnambulismo può essere legato anche ad altri disturbi del sonno tra cui la presenza di problematiche respiratorie, come ad esempio le apnee notturne ostruttive, la cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo e alcune malattie neurologiche. La deprivazione di sonno e una scarsa igiene del riposo notturno aumentano la probabilità che si verifichino questi episodi.
Sonnambulismo: i rimedi
Non essendoci una causa univoca del sonnambulismo, non esiste nemmeno una cura specifica per tale problematica, ma i rimedi che possono essere messi in pratica per tentare di risolvere il disturbo sono diversi.
Generalmente può essere utile stabilire regolarità della routine e del ciclo del sonno o abitudini che favoriscano il rilassamento prima di coricarsi. Un bagno caldo o una lettura piacevole possono essere un buon antidoto. Altri metodi utili per cercare di limitare il sonnambulismo possono essere alcune accortezze, come ad esempio assicurarsi che la stanza da letto sia completamente buia e tranquilla o limitare l’assunzione di bevande contenenti caffeina.
Se il disturbo si manifesta durante l’infanzia e gli episodi di sonnambulismo si verificano generalmente alla stessa ora della notte, può essere utile agire sul ciclo del sonno del bambino, tenendolo sveglio per circa 15-30 minuti prima dell’ora in cui normalmente si presenta il sonnambulismo, così da impedire la comparsa del disturbo.
Solitamente, per agire contro il sonnambulismo non vengono prescritti medicinali. Favorire un ciclo del sonno di qualità può certamente aiutare a combattere il sonnambulismo. Alcune sostanze naturali, come la melatonina, possono essere d’aiuto per ripristinare il naturale ritmo biologico dell’organismo. Un rimedio efficace per aiutare il nostro corpo a ritrovare un ciclo del sonno equilibrato può essere un integratore per il sonno per dormire bene.
Sonnambulismo: quando preoccuparsi?
Uno sguardo più attento allo sviluppo del disturbo e un’eventuale consultazione diagnostica presso uno specialista dei disturbi del sonno sono indicati se gli episodi di sonnambulismo:
- Si manifestano più volte durante un singolo ciclo del sonno
- Hanno una frequenza che supera le 2 volte per settimana
- Si presentano in fasi successive del sonno (non entro 1-2 ore dall’addormentamento)
- Se il bambino, oltre al sonnambulismo, presenta anche enuresi o appare particolarmente ansioso e agitato
Nello specifico, il percorso diagnostico prevede il colloquio clinico con lo specialista non solo del paziente, ma anche dei familiari che hanno osservato gli episodi di sonnambulismo.
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