La tecnologia è sempre più presente nelle nostre vite, nel lavoro, nello studio, ma anche nel tempo libero e nelle relazioni sociali, con innegabili effetti positivi ma anche altrettanti disagi correlati, tra cui il cosiddetto tecnostress.
Con questo termine si fa riferimento a una forma di stress psicologico che le persone sperimentano a causa dell‘uso di ciò che rientra nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC o ITC).
Sebbene non esista una definizione universalmente accettata, il tecnostress è ampiamente riconosciuto come un fattore significativo che influisce sulla salute mentale e sulla produttività in vari contesti, inclusi luoghi di lavoro e ambienti educativi.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire in cosa consiste il tecnostress, come lo si riconosce e quali sono i possibili rimedi.
Cos’è il tecnostress?
Nell’era della connettività continua e della trasformazione digitale, il tecnostress sta emergendo come una sfida significativa per la salute mentale.
Come accennato, questo termine descrive lo stress indotto dall’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e il suo impatto si estende dai luoghi di lavoro agli ambienti educativi, influenzando la produttività e il benessere individuale.
Il termine “tecnostress” è stato introdotto per la prima volta da Craig Brod nel 1984, nel suo libro “Technostress: The Human Cost of the Computer Revolution”, definendolo come una
“malattia moderna dell’adattamento causata dall’incapacità di affrontare le nuove tecnologie informatiche in modo sano”.
Nel tempo, il concetto si è evoluto fino a includere vari fattori di stress tecnologico che incidono sulla salute psicologica e fisica delle persone.
Il tecnostress può manifestarsi in due principali forme:
- tecno-ansia: difficoltà a comprendere o utilizzare nuove tecnologie, che genera ansia e senso di inadeguatezza;
- tecno-dipendenza: tendenza a identificarsi eccessivamente con la tecnologia, fino a sviluppare una connessione compulsiva.
Quest’ultima è particolarmente accentuata nell’ambito dei social media.
L’importanza dell’adattamento persona-ambiente
Il tecnostress può essere visto come una conseguenza del mancato adattamento tra persona e ambiente.
Esistono tre tipi di disallineamento principali:
- Persona-organizzazione: quando la cultura aziendale non è compatibile con le esigenze dei dipendenti.
- Persona-tecnologia: quando la tecnologia impiegata non è adeguata alle competenze dell’individuo.
- Persona-persone: quando la comunicazione e le relazioni sociali nel contesto digitale sono fonte di tensione.
Questi disallineamenti possono aumentare il rischio di burnout e ridurre le prestazioni lavorative, rendendo essenziale un approccio personalizzato alla gestione del tecnostress.
Le cause del tecnostress
Le cause del tecnostress possono essere suddivise in specifici fattori di stress tecnologico, anche noti in letteratura come “techno-stressors”, tra cui:
- Tecno-invasione: la costante connessione digitale compromette la separazione tra vita privata e lavoro.
- Tecno-inaffidabilità: problemi tecnici, guasti o scarsa usabilità degli strumenti digitali generano frustrazione.
- Tecno-complessità: la crescente sofisticazione tecnologica crea difficoltà di apprendimento e senso di incompetenza.
- Tecno-insicurezza: paura di perdere il lavoro a causa dell’automazione e dell’intelligenza artificiale.
- Tecno-sovraccarico: la richiesta di rispondere rapidamente, multitasking forzato e ritmi accelerati possono aumentare l’affaticamento mentale.
- Tecno-incertezza: il rapido avanzamento tecnologico impone un aggiornamento costante, generando stress da adattamento.
- Sorveglianza digitale: il monitoraggio delle prestazioni lavorative tramite tecnologia può causare sfiducia e ansia.
- Interazione uomo-macchina: difficoltà e frustrazione nell’interazione con sistemi automatizzati o robot.
Il tecnostress è una risposta anormale allo stress causata dai cambiamenti tecnologici. L’incapacità di un individuo di disconnettersi o di stare al passo con le nuove esigenze tecnologiche è un problema crescente pronto ad esplodere.
Quali sono i principali effetti del tecnostress sulla salute mentale?
Un utilizzo eccessivo o mal gestito della tecnologia può avere conseguenze significative sulla salute mentale.
Nello specifico, il tecnostress è ormai sempre più riconosciuto come un fattore che contribuisce a disturbi psicologici ed emotivi, tra cui i seguenti.
- Ansia e depressione: numerosi studi evidenziano una correlazione tra tecnostress e sintomi di ansia e depressione, soprattutto tra studenti universitari e lavoratori. L’iperconnessione e la costante pressione tecnologica possono generare uno stato di allerta cronico, con un impatto diretto sulla salute emotiva. In particolare, il tecno-sovraccarico e la tecno-invasione sono spesso associati a sentimenti di ansia, irritabilità e frustrazione.
- Deterioramento del benessere generale: l’esposizione continua ai fattori di stress tecnologico può compromettere il benessere psicofisico. Le persone che sperimentano un alto livello di tecnostress riferiscono spesso una qualità di vita inferiore, con sintomi di affaticamento mentale, difficoltà relazionali e un senso generale di malessere.
- Problemi di concentrazione e attenzione: l’uso costante di dispositivi digitali e il multitasking imposto dalla tecnologia riducono la nostra capacità di concentrazione. Il cervello si abitua a passare rapidamente da un’informazione all’altra, rendendo più difficile mantenere l’attenzione su un compito per un periodo prolungato.
- Disturbi del sonno e insonnia: l’eccessivo utilizzo della tecnologia, specialmente nelle ore serali, è uno dei principali fattori che alterano il ciclo sonno-veglia. L’esposizione alla luce blu degli schermi, unita allo stress derivante dalla continua connessione digitale, può provocare difficoltà ad addormentarsi e insonnia cronica.
- Isolamento sociale e impatto sulle relazioni: paradossalmente, sebbene la tecnologia consenta una connessione immediata con gli altri, un suo uso eccessivo può portare a un maggiore isolamento sociale. Gli studenti e i lavoratori che trascorrono troppo tempo immersi nel mondo digitale possono ridurre le interazioni reali, con effetti negativi sulle relazioni interpersonali e sul senso di appartenenza.
- Aumento dello stress e della tensione emotiva: il tecno-sovraccarico, la tecno-invasione e la tecno-insicurezza (la paura di perdere il lavoro a causa della tecnologia) sono direttamente collegati a un aumento dello stress psicologico. La costante necessità di rispondere a e-mail, notifiche e richieste digitali genera una sensazione di perenne urgenza, con un conseguente aumento della tensione emotiva.
- Burnout: il tecnostress è considerato un fattore che contribuisce al burnout, una sindrome caratterizzata da esaurimento fisico e mentale, cinismo e ridotta efficacia lavorativa. L’iperconnessione e la pressione per rispondere rapidamente alle richieste digitali aumentano il rischio di esaurimento professionale, soprattutto nei settori ad alta intensità tecnologica.
Fattori individuali e ambientali che influenzano il tecnostress
Il tecnostress non colpisce tutti allo stesso modo; la sua percezione e il suo impatto sulla salute mentale dipendono, infatti, da diversi fattori individuali e ambientali.
Comprendere questi elementi può aiutare a identificare strategie efficaci per gestirlo e ridurne le conseguenze negative.
Fattori Individuali:
- Personalità e atteggiamento verso le tecnologie. Le caratteristiche di personalità giocano un ruolo chiave nella risposta al tecnostress. In particolare:
- il nevroticismo è associato a una maggiore vulnerabilità allo stress tecnologico;
- l’innovatività personale nell’IT può aiutare a gestire meglio i cambiamenti tecnologici;
- la mindfulness IT, ovvero la capacità di essere consapevoli e presenti nell’uso della tecnologia, sembra avere un forte impatto positivo sulla percezione del tecnostress.
- Capacità di autoregolazione e stili di coping. Le ricompense immediate offerte dalla tecnologia rendono difficile distaccarsi, specialmente per chi ha scarsa capacità di autoregolazione. Chi riesce a bilanciare l’uso della tecnologia con momenti di disconnessione sperimenta livelli di tecnostress più bassi. Inoltre, le strategie di coping influenzano il modo in cui affrontiamo il tecnostress:
- strategie come la ricerca di supporto o il distanziamento dalla tecnologia possono ridurre l’impatto negativo;
- al contrario, la ruminazione e il tentativo di controllo eccessivo possono amplificare lo stress.
- Alfabetizzazione digitale e coinvolgimento nelle decisioni tecnologiche. Un alto livello di competenza digitale (digital literacy) permette di affrontare con più sicurezza le sfide tecnologiche, riducendo il tecnostress. Inoltre, essere coinvolti nell’implementazione di nuove tecnologie sul posto di lavoro aiuta a sentirsi meno minacciati dai cambiamenti e aumenta il senso di controllo.
- Bisogno di struttura e percezione del controllo. Chi ha un forte bisogno di struttura può percepire la sorveglianza tecnologica come opprimente e stressante, mentre chi tollera meglio l’incertezza potrebbe adattarsi più facilmente alle nuove modalità di lavoro digitale.
Fattori Ambientali:
- Il ruolo dell’ambiente di lavoro digitale. Un ambiente di lavoro digitale ben progettato può mitigare gli effetti del tecnostress, promuovendo il benessere mentale. Elementi chiave includono:
- un design che aumenta il controllo e l’autonomia degli utenti.
- una buona organizzazione del lavoro che evita sovraccarichi digitali.
- Supporto tecnico e formazione continua. Un’organizzazione che offre un adeguato supporto tecnico riduce l’ansia legata a problemi informatici e alla complessità tecnologica. Inoltre, la formazione sul posto di lavoro aiuta a sviluppare fiducia nelle proprie competenze digitali, prevenendo la tecno-ansia.
- Cultura organizzativa e politiche aziendali. Un fattore cruciale nella gestione del tecnostress è la cultura aziendale:
- aziende che rispettano il tempo libero dei dipendenti e promuovono un equilibrio sano tra vita lavorativa e privata riducono l’impatto della tecno-invasione;
- politiche di disconnessione digitale, come limitare l’invio di e-mail fuori orario, possono migliorare il benessere lavorativo.
- Sorveglianza tecnologica e autonomia lavorativa. La percezione della sorveglianza tecnologica influisce sul livello di stress:
- se vista come un mezzo per ottimizzare il lavoro, può avere un impatto neutro o positivo;
- se percepita come un sistema di controllo oppressivo, può aumentare la sensazione di stress e minaccia.
- allo stesso modo, la tecnologia dovrebbe aumentare la flessibilità e l’autonomia, ma spesso accade il contrario. Dispositivi mobili e strumenti digitali possono creare la sensazione di dover essere sempre disponibili, riducendo il senso di libertà.
- Gestione della flessibilità e work-life balance. La tecnologia offre la possibilità di lavorare con maggiore flessibilità, ma se mal gestita può portare a:
- conflitti tra lavoro e vita privata, con la costante sensazione di essere “sempre reperibili”.
- sovraccarico lavorativo, con difficoltà nel separare il tempo libero dagli impegni professionali.
Come gestire o ridurre il tecnostress?
Per ridurre il tecnostress è essenziale adottare un approccio bilanciato che combini strategie individuali e interventi organizzativi.
Strategie Individuali:
- Gestire il tempo trascorso davanti agli schermi:
- impostare e rispettare le pause tecnologiche, monitorando il tempo trascorso online per evitare un sovraccarico digitale;
- spegnere i dispositivi personali in momenti chiave della giornata, come durante il lavoro concentrato, i pasti o prima di dormire.
- Ridurre le distrazioni digitali:
- disattivare le notifiche non essenziali, soprattutto per i social media e le app di messaggistica, riducendo così le interruzioni costanti;
- limitare l’uso dei social media a orari specifici o, se necessario, rimuovere le app dai dispositivi mobili per evitare un accesso impulsivo;
- filtrare la comunicazione, rispondendo a messaggi ed email in momenti dedicati per evitare il senso di urgenza perenne.
- Migliorare la gestione delle attività digitali:
- evitare il multitasking: concentrarsi su un compito alla volta aiuta a mantenere alta la produttività e a ridurre la fatica mentale;
- usare strumenti analogici quando possibile: scrivere appunti su carta può essere un modo efficace per ridurre l’affaticamento digitale.
- Sviluppare consapevolezza e strategie di coping:
- praticare la mindfulness IT, ossia sviluppare una maggiore consapevolezza nell’uso della tecnologia, riducendo gli automatismi che portano allo stress;
- monitorare il proprio tempo online, utilizzando app e strumenti per tracciare e gestire le proprie abitudini digitali;
- esercitarsi nella disconnessione, stabilendo momenti liberi dalla tecnologia per migliorare il proprio benessere psicofisico.
Strategie Organizzative:
- Creare un ambiente di lavoro digitale equilibrato:
- progettare spazi digitali ottimizzati, che aumentino il controllo e l’autonomia dei dipendenti, favorendo una gestione più serena del carico tecnologico;
- ottimizzare l’organizzazione del lavoro, evitando il sovraccarico informativo e migliorando la gestione delle priorità attraverso strumenti digitali ben strutturati.
- Promuovere la formazione e il supporto tecnico:
- offrire formazione sulle tecnologie, affinché i dipendenti possano sentirsi più sicuri nell’uso degli strumenti digitali e ridurre l’ansia da competenza;
- garantire un supporto tecnico efficace, per minimizzare i problemi tecnologici e migliorare la percezione della tecnologia come alleata anziché fonte di stress.
- Favorire l’equilibrio tra lavoro e vita privata:
- incoraggiare la disconnessione, promuovendo una cultura aziendale che rispetti il tempo libero e valorizzi il riposo;
- definire politiche chiare sull’uso della tecnologia, come limitare l’invio di email fuori orario o stabilire finestre temporali per le comunicazioni;
- aumentare la flessibilità lavorativa, permettendo ai dipendenti di gestire in autonomia il loro tempo e i loro strumenti digitali.
- Coinvolgere i dipendenti nelle decisioni tecnologiche:
- dare voce ai lavoratori nell’implementazione delle tecnologie, affinché percepiscano i cambiamenti digitali come opportunità e non come imposizioni;
- essere trasparenti sulle politiche di monitoraggio, evitando che la sorveglianza tecnologica venga percepita come una minaccia all’autonomia lavorativa.
Gestire il tecnostress richiede un approccio olistico che consideri sia le abitudini individuali che le politiche aziendali. Un uso consapevole della tecnologia, combinato con un ambiente di lavoro digitale ben strutturato, può migliorare la qualità della vita professionale e personale, trasformando le sfide digitali in opportunità di crescita.
Fonti
- Technostress at work and mental health: concepts and research results, Dragano Nico e Lunau Thorsten, Current Opinion in Psychiatry;
- How Are Techno-Stressors Associated with Mental Health and Work Outcomes? A Systematic Review of Occupational Exposure to Information and Communication Technologies within the Technostress Model, Prem Borle et al., International Journal of Environmental Research and Public Health (IJERPH);
- What is technostress, and how you can manage It?, Adecco Group.
Attenzione!
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