Test per la depressione: le 4 scale di valutazione dei sintomi

Test Per La Depressione

Quando si digita sul motore di ricerca “test per la depressione” ci si imbatte in tantissimi risultati che propongono varie opzioni fai da te, ma è importante fare attenzione. Infatti, quando si analizzando i sintomi fisici e mentali della depressione è bene ricordare che alcuni di essi possono essere, in realtà, indicatori di situazioni del tutto normale.

Capita a tutti, in effetti, di avere delle giornate no, durante le quali ci si sente tristi, demotivati, stranamente stanchi, ma questo non vuol dire che si soffra di depressione. 

Questo cosa vuol dire? 

Che non è sufficiente la presenza di uno o più sintomi per elaborare una diagnosi, ma è necessario seguire dei procedimenti molto rigorosi, come abbiamo analizzato in un precedente articolo nel quale illustriamo i criteri fissati nel DSM-5 per riconoscere la depressione.

E come si procede? Esistono dei test ai quali sottoporre il paziente? In effetti si. I professionisti della salute mentale possono affidarsi a 4 principali scale di valutazione per quantificare i sintomi della depressione: 

  • HDRS: Hamilton Depression Scale;
  • MADRS: Montgomery- Asberg Depression Rating Scale;
  • BDI: Beck Depression Inventory;
  • PSDRS: Post stroke Depression Rating Scale. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di analizzare i principali test per la depressione impiegati nella pratica clinica per valutare i sintomi dei pazienti e giungere ad una diagnosi corretta.

1. HDRS: Hamilton Depression Scale

La scala di valutazione della depressione Hamilton (HDRS) è senza dubbio una delle più utilizzate da medici, psicologi e psichiatri, anche se non nasce con l’obiettivo specifico di diagnosticare la depressione.

Ciò nonostante, si è dimostrata molto utile nella diagnosi della depressione maggiore.

La versione originale contiene 17 item (domande) relativi ai sintomi della depressione vissuti dal paziente, poi estesa a 21. 

Come funziona? 

Beh, semplificando possiamo dire che si tratta di una sorta di questionario, un’intervista a cui il paziente deve sottoporsi, rispondendo ad una serie di domande e fornendo una risposta utilizzando una scala di valore, di solito da 0 a 4.

Per alcune domande la scala può variare, limitando ad un range da 0 a 2 oppure da 0 a 3. 

Al termine del questionario, si sommano le risposte, e il totale ottenuto consente l’elaborazione di una diagnosi. 

Nella scala a 17 articoli si segue la seguente logica: 

  • ≥25 depressione grave;
  • 18-24 depressione moderata; 
  • 8-17 depressione lieve; 
  • ≤7 assenza di depressione. 

Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo dedicato proprio a questo argomento, dal titolo “Come funziona la scala di Hamilton per la depressione”.

2. MADRS: Montgomery- Asberg Depression Rating Scale

A differenza della HDRS, la Montgomery-Asberg Depression Rating Scale (MADRS) è un sistema nato con l’intento di analizzare l’evoluzione della patologia durante la fase di trattamento

L’obiettivo primario della MADRS, quindi, è analizzare le variazioni della sintomatologia del paziente, a partire dal momento in cui inizia ad assumere dei farmaci, degli integratori o a svolgere delle regolari sedute di psicoanalisi. 

Per questo motivo, si tende ad utilizzare questo sistema almeno prima e dopo il trattamento, per avere un confronto. 

Basato sull’analisi di 10 item, individuati tra quelli considerati più suscettibili a variazioni durante il trattamento, la MADRS utilizza una scala di valutazione composta da 7 valori, dallo 0 che equivale ad “assente” al 6 che indica, invece, “massima gravità”

Anche in questo caso, si sottopone il paziente ad un questionario, alquanto semplice, ed in base alle risposte si sviluppa una diagnosi. 

3. BDI: Beck Depression Inventory

Il Beck Depression Inventory è la scala di valutazione più utilizzata al mondo, anche perché è considerato lo strumento più specifico per la depressione. 

Infatti, esclude tutti quei sintomi associati all’ansia, concentrandosi solo su quelli legati alla depressione. 

In particolare, si concentra sui sintomi umorali e cognitivi indicati prima

Essendo questi sintomi legati a forme di depressione più lieve, il BDI viene utilizzato soprattutto per lo studio di queste prognosi. 

Dalla sua introduzione si è rivelata molto efficace nell’analisi delle variazioni sintomatologiche nei pazienti.

Nella sua versione iniziale è composta da 21 item (quindi 21 domande), con una scala di valutazione da 0 a 3, dove 0 indica assenza del sintomo e 3 la presenza in modo grave. 

In base alla somma dei punti si individua una forma di depressione più o meno grave, seguendo questo schema

  • 1-10: valori normali;
  • 11-16: Disturbi dell’umore lievi;
  • 17-20: Depressione clinica borderline;
  • 21-30: Depressione moderata;
  • 31-40: Depressione grave;
  • > 40: Depressione estrema.

4. PSDRS: Post stroke Depression Rating Scale

Non tutti sanno che l’ictus cerebrale può causare non solo una limitazione delle capacità motorie e delle disfunzioni cognitive, ma anche dei disturbi dell’umore. 

Infatti, uno dei risultati più frequenti dell’ictus cerebrale è la depressione post-ictus (PSD), una depressione secondaria ad una condizione medica. 

Numerosi ricercatori hanno sottolineato l’importanza di una diagnosi precoce di questo disturbo, che viene effettuata anche attraverso la cosiddetta Post stroke Depression Rating Scale o PSDRS.  

Questa scala è uno strumento prezioso per la valutazione dei primi sintomi della depressione nei pazienti nella prima settimana dopo l’ictus cerebrale.

La PSDRS tiene conto di una serie di sintomi e problemi comunemente osservati nei pazienti con ictus e che possono essere associati alla depressione.

Questa scala di valutazione è composta da 10 sezioni. 

Le prime 9 studiano vari componenti della depressione post-ictus, come: 

  • umore depresso;
  • senso di senso di colpa;
  • pensieri di morte / pensieri suicidi;
  • sintomi vegetativi, apatia, perdita di interessi;
  • livello di ansia; 
  • reazioni catastrofiche;
  • iperattività emotiva
  • anedonia

La scala è completata dal ricercatore sulla base di cosa dice e come si comporta il paziente, assegnando a ciascun gruppo un valore compreso tra 0 e 5 punti

Il punteggio massimo del test è di 45 punti. 

La sezione 10 non viene conteggiata per la somma dei punti, ma viene utilizzata per distinguere se i sintomi depressivi si sono verificati solo dopo ictus cerebrale o magari hanno una natura differente uno sfondo diverso.

Test per la depressione: affidarsi ai professionisti

Individuare i sintomi fisici e mentali della depressione, ed essere in grado di quantificare attraverso scale di valori adeguate, è fondamentale per elaborare una corretta diagnosi.

Ci teniamo a ribadire, sempre, che gli unici in grado di individuare, quantificare e trattare la sintomatologia depressiva sono i medici specializzati in Psichiatria.

Invitiamo, quindi, a evitare soluzioni fai da te, o test facilmente reperibili online in maniera gratuita, che potrebbero aggravare una condizione già precaria nella quale ci si trova.

La depressione è una malattia seria, ed in quanto tale non può essere diagnostica attraverso un quiz a cui rispondere distrattamente in pochi minuti.

Bibliografia

Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.

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