Tristezza e depressione, due condizioni spesso confuse e trattate come equivalenti, addirittura sinonimi nel linguaggio comune.
Quante volte utilizziamo l’espressione “mi sento depresso” quando, in realtà, stiamo semplicemente sperimentando un momento di tristezza?
La tristezza, l’umore nero, è senza dubbio uno dei sintomi della depressione, e può rappresentare, a determinate condizioni, un campanello d’allarme per una condizione patologica, ma non dovrebbero essere confuse.
Vediamo di fare chiarezza, spiegando come distinguere tristezza e depressione, un tema già trattato ma applicato al contesto della COVID-19 (leggi qui l’articolo).
La tristezza è solo un’emozione
La tristezza, come la gioia o la rabbia, è solo una delle tante emozioni che l’essere umano sperimenta nel corso della sua vita, più e più volte, e non per questo deve essere demonizzata, né tanto meno equiparata ad una condizione clinica come la depressione.
Essere tristi, di tanto in tanto, è assolutamente normale, soprattutto se questo stato d’animo è in qualche misura causato o giustificato da una esperienza vissuta.
Un lutto, la fine di una relazione, un litigio, problemi economici, un licenziamento, sono moltissime le ragioni che potrebbero renderci tristi, e non c’è niente di strano né di sbagliato in questo.
Se questo stato d’animo, però, perdura nel tempo, allora forse è il caso di parlarne con il proprio medico.
La depressione è una malattia
La depressione, invece, non è uno stato d’animo, non è una semplice emozione umana, ma una condizione patologica, una malattia.
Certo, la tristezza è una componente della depressione, ma non è l’unica.
Ne abbiamo già parlato in un precedente articolo, nel quale elenchiamo i sintomi fisici e mentali della depressione.
Trattandosi di una malattia, per definire un soggetto depresso è necessaria una diagnosi, effettuata da un medico specializzato.
Secondo il DSM-5, un medico può giungere ad una diagnosi di depressione nel momento in cui sono presenti almeno 5 sintomi tra i seguenti:
- umore depresso;
- anedonia;
- Perdita o aumento di peso;
- Insonnia o ipersonnia;
- Agitazione o Rallentamento Psicomotorio;
- Fatica o mancanza di energia;
- Svalutazione di sé e senso di colpa inappropriato;
- Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione;
- Pensiero ricorrente di morte (non solo paura di morire).
Come vedi, non basta essere tristi per essere anche depressi.
Per approfondire, ti invitiamo a leggere il nostro articolo su come riconoscere la depressione.
Tristezza e depressione: non sono sinonimi
Quindi, come abbiamo cercato di spiegare brevemente, tristezza e depressione non sono la stessa cosa, e non dovrebbero mai essere confuse o considerate come sinonimi.
Il fatto che nel linguaggio comune si tende a usare i due termini come se fossero intercambiabili non vuol dire che, in concreto, lo sia davvero.
Essere tristi è normale, e non dovrebbe rappresentare un segnale di un disagio profondo come la depressione, a meno che questo stato d’animo non sia affiancato da altri sintomi, elencati prima.
In conclusione, ti invitiamo a vivere la tristezza con la stessa leggerezza con cui viviamo le altre emozioni, fino a quando non diventa un reale impedimento.
Ad esempio, provare rabbia è normalissimo, ma se questo sentimento è preponderante, allora forse è un segnale di un disagio più profondo.
Lo stesso vale per la tristezza. In quel caso, è sempre meglio parlarne con il proprio medico.