A cosa serve la vitamina B12 nel trattamento della demenza

A Cosa Serve La Vitamina B12 Nel Trattamento Della Demenza

Com’è noto, ad oggi non esistono cure per le varie forme di demenza senile, dal morbo di Alzheimer alla demenza vascolare, ed è per questo che, in attesa che si giunga alla formulazione di un farmaco efficace, la ricerca medica e scientifica si sta concentrando ormai da diversi anni sul ruolo della nutrizione e dell’alimentazione nei pazienti affetti da queste patologie. 

In un intervento a cura del Dott. Giuseppe Sergi (Dipartimento di Medicina, Clinica Geriatrica, Università di Padova) tenuto in occasione del 62° Congresso Nazionale SIGG – Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, dal titolo “Interventi nutrizionali nel paziente a rischio di demenza” si sottolinea l’importanza della dieta negli anziani affetti da demenza, in particolare di alcuni nutrienti, come l’Omega 3 e le vitamine del gruppo B, a cui appartengono l’acido folico e la vitamina B12

In effetti, nel corso degli ultimi anni moltissimi studi hanno messo in relazione la carenza di vitamina B12 e il declino neurologico tipico della demenza senile. Lo stesso Dott. Sergi scrive nella sua presentazione che “il rischio di decadimento cognitivo aumenta se si associano alti livelli di omocisteina e bassi livelli di vitamina B12”.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire a cosa serve la vitamina B12 nel trattamento della demenza senile e come integrarla in modo efficace.

Vitamina B12 e demenza

La vitamina B12, anche nota come cobalamina, ricopre un ruolo essenziale per il nostro organismo. Essa è infatti necessaria per la formazione e la maturazione dei globuli rossi e per la sintesi del DNA, ma anche per una normale funzione nervosa

In merito a quest’ultimo aspetto, più pertinente rispetto all’argomento trattato nel presente articolo, dobbiamo ricordare che la vitamina B12  contribuisce alla formazione della mielina, una sostanza protettiva che avvolge le cellule nervose facilitando la conduzione degli impulsi elettrici e ne favorisce la sopravvivenza, lo sviluppo e il corretto funzionamento.

Danni a questa sostanza sono alla base delle principali malattie neurodegenerative, una su tutte la sclerosi multipla, ma anche la demenza senile. 

Inoltre, questo nutriente concorre alla sintesi da parte del nostro organismo di serotonina e dopamina, i due neurotrasmettitori del “buon umore”.

Non è un caso, insomma, che una carenza grave di vitamina B12 sia in grado di danneggiare i nervi, causando varie complicanze, come formicolio o perdita di sensibilità nelle mani e nei piedi, debolezza muscolare, perdita dei riflessi, difficoltà di deambulazione, confusione e, appunto, demenza.

In uno studio pubblicato nel febbraio del 2020, dal titolo “Low Vitamin B12 Levels: An Underestimated Cause Of Minimal Cognitive Impairment And Dementia”, si legge che:

“La carenza di vitamina B12 è legata a disturbi cognitivi e della memoria insieme a una sensazione di formicolio e intorpidimento, risultato di una scarsa mielinizzazione. Livelli elevati di acido metilmalonico e omocisteina sierica sono marcatori di carenza di vitamina B12. Livelli elevati di omocisteina sono anche spesso associati al morbo di Alzheimer e all’ictus.”

Gli autori dello studio hanno concluso che una terapia basata sull’integrazione della vitamina B12 potrebbe migliorare lo stato di salute cognitiva dei pazienti.

Carenza di vitamina B12: le cause principali

Chiariamo subito un punto: con una corretta alimentazione noi siamo in grado di assumere tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno, compresa la vitamina B12.

Quindi, prima di correre in farmacia, è meglio rivolgersi al proprio medico, fare degli esami specifici e, in caso di rilevata carenza, procedere con una modifica della dieta e, eventualmente, l’assunzione di un prodotto specifico, come un integratore nutraceutico

Detto questo, si può registrare una carenza di vitamina B12 in due casi: 

Se gli esami mostrano una carenza di vitamina B12, così come di alti livelli di omocisteina, il medico può valutare una terapia adeguata alle esigenze del paziente

Vitamina B12: bisogna integrare subito?

Un falso mito su questa vitamina riguarda principalmente i vegani e, in misura ridotta, i vegetariani, che non consumando alcuna proteina animale o solo prodotti derivati, tendono ad assumerne inevitabilmente una quantità molto inferiore alle nostre esigenze

Cosa succede, però? Che i vegani corrono subito in farmacia ad acquistare un integratore, anche se hanno abbracciato questa filosofia alimentare da pochissimi giorni. Beh, si tratta di un errore molto diffuso, da evitare. 

Perché? È molto semplice. La maggior parte della B12 assunta con la dieta non viene consumata dal nostro corpo ma immagazzinata principalmente dal fegato, come una riserva di energia alla quale attingere alla bisogna. Questa riserva ha una durata molto lunga, circa 3-5 anni, prima di esaurirsi, quindi non c’è nessun motivo per assumere integratori immediatamente

Diverso è, però, il discorso relativo agli anziani affetti da demenza senile, perché la presenza di sintomi già evidenti sono un segnale di una carenza di vitamina B12 di lunga data, ed in questi casi bisogna intervenire subito, non prima di aver fatto i controlli necessari prescritti dal medico. 

Come integrare la vitamina B12 nei pazienti con demenza

La vitamina B12 è l’unica vitamina di origine esclusivamente animale. Di conseguenza, la possiamo trovare nelle proteine animali, in particolare nella carne, nelle uova, nel fegato, in misura minore nei derivati, come formaggi e latte, e in alcuni pesci e molluschi, come il tonno, il salmone e le vongole

Invitiamo a leggere il nostro articolo Come integrare le proteine negli anziani, in cui spieghiamo più nel dettaglio la differenza tra quelle di origine animale e quelle vegetali.

Secondo l’Istituto Europeo di Oncologia, l’assunzione raccomandata di vitamina B12 per la popolazione italiana adulta è di 2,4 µg al giorno, sia per i maschi che per le femmine.

Purtroppo, però, molti pazienti che manifestano i sintomi della demenza senile non seguono sempre una alimentazione sana, per svariate ragioni; alcuni cibi magari non sono di facile masticazione, altri richiedono un tempo di preparazione più lungo, in alcuni casi intervengono ragioni di ordine economico. A complicare la situazione concorrono anche alcune condizioni patologiche che compromettono l’assorbimento dei nutrienti, compresa la vitamina B12

Per questo motivo, e sotto stretto controllo medico, si può procedere con la somministrazione di integratori specifici, che consentono di ovviare al mancato apporto dalla dieta. 

Nei casi di grave malnutrizione potrebbe addirittura essere necessario ricorrere alla nutrizione enterale e parenterale

Bibliografia

Attenzione!
Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportate sono assunte in piena autonomia decisionale.

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